#exspectātio#

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Dolcissima dominatrice dei nostri giorni mortali
che porti la mente nei vicoli più lugubri,
grande dominatrice del domani e dell'ora, Speranza,
anche in questo momento gli uomini ti sono genuflessi.
Speranza che da madre fai all'uomo,
allatti loro con i tuoi seni immondi,
cingendoli mentre poppano giochi speranzosi.
Tu, Speranza, lo hai nutrito abbastanza l'uomo, ma lo tieni stretto a te,
sei una madre morbosa.
Per me, Speranza, rimani un timore che mi stringe il petto,
vedo te solitaria nella mia mente,
gigante che mi stringe le membra,
a volte vorrei giocare ancora ed essere cullata sul tuo ventre,
ma ho rifiutato di cibarmi e sono scappata dal tuo seno dal latte inacidito,
i tuoi grassi figli inetti ti acclamano e godono nella tua venuta,
quasi un pensiero erotico si instaura in quelli quando si parla di te,
vorrei pigliare con un sorriso le tue minacce, Speranza,
e continuare a ubriacarmi di vuote speranze come loro,
come con l'assenzio e le labbra incollate allo zucchero
e non smettono di tracannare.
Il godimento che offri nasconde il tuo vipereo aspetto,
fai cadere gli uomini come mosche, intrappolati in sogni e palesi errori.
Ma delirio nella mia mente provochi,
speranza di gioia, attesa di amore, attesa di sapienza, speranza di pace,
mi hai ingannato e il tuo bianco latte non mi sazia più,
ho visto il dopo di te, nessun piacere e solo un tuo eterno amplesso materno,
ho percepito il nulla e la delusione che porti per mano,
illudi le menti e le riempi di dolci profumi,
ma lo scarno belvedere io sono riuscito a scorgere
e sono esausto di aspettare e di attendere,
di grassi sogni e miraggi ti sei nutrita e ora
inutile mi divieni quando non sento più il divenire,
niente oggi, niente domani, niente attesa, niente promesse,
non voglio più nessun dono da scartare,
da te, Madre di noi uomini .

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