#attesa#

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Lui la sta aspettando,
si erano dati appuntamento alle 18.00 sulla loro panchina, sono le 18.27 e lei non è ancora arrivata e lui l'aspetta.
Non si vedevano da molto e il cinematografo, come lo chiamava lei, era il suo posto preferito, ogni volta nello stesso centro commerciale e a lui non piaceva, ma si sarebbe dilaniato per il sorriso di quella ragazza.
Lui è seduto e lei non arriva, è un giorno infrasettimanale, "che vada a puttane la scuola", lo hanno pensato entrambi mentre organizzavano la serata; c'è poca gente nel mall, famiglie con bambini e vecchietti annoiati.
Lui aspetta, il telefono è quasi scarico, le luci colorate dei negozi e i neon tremolanti gli stanno facendo venire il mal di testa, tutto per attirare la clientela, come le mosche con il miele, ci sono anche luci spente e serrande abbassate di negozi che non hanno avuto fortuna, spazi non riempiti da commesse logorroiche e sottopagate.
Lui continua ad aspettare e sente i bambini urlare e piangere, ridere e strillare, nota i volti dei genitori stremati dalla noia della monotonia e dalle richieste di quei bimbetti che non si zittiscono, li fanno salire sulle giostre, altri suoni e altre luci, staranno lì finche non si stancheranno per poi essere strappati dalle mani dei loro padri.
Al di sotto di quello strillare c'è il vociare della gente che cammina e che spende soldi, scale mobili in discesa e in salita, buste di marchi d'alta moda e fast food da un euro, un luogo dall'antinomia reale.
Gli schermi pubblicitari dei film urlano, spari in mezzo a sghignazzate, le musiche coprono il ronzio umano che tanto sta irritando quel ragazzo. Quando è arrivato pioveva e il cielo brontolava più di un vecchio, forse sta piovendo anche in questo momento e lui vorrebbe essere là fuori, in un prato con lei a ballare sotto le fredde gocce, lui vuole questo da lei, ma non glielo avrebbe mai detto, lui l'avrebbe sempre e solo aspettata.
Lui attende e non sa il perché ma inizia ad aver ansia e lei non arriva, non guarda l'ora e la testa gli scoppia, quel posto che lei ama tanto lui lo inizia ad odiare, non può permetterselo ma non ce la fa più, tutto è avvolto da un telo pietoso che lo sta stringendo sempre di più, l'insofferenza lo sta schiacciando disperatamente.
All'improvviso un rumore tra i rumori, un sorriso e un passo veloce, è arrivata, lei è qui e lui ha smesso di aspettare, non percepisce più la gravità di quel luogo perché ora c'è lei, a lui basta che ci sia lei, non importa il luogo.
Più tardi quella sera si sarebbe maledetto e crocifisso per quella sua debolezza e per aver odiato una cosa così amata da lei, l'attesa in un centro commerciale non era nulla perché lui doveva darle di più, sempre di più, fino a donarle a mani nude il suo stesso cuore e l'avrebbe potuta aspettare in un centro commerciale fino alla fine dei suoi giorni.

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