#train#

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Il treno è pieno zeppo e sono anche in anticipo,
persone dalle mille facce coperte da stoffa azzurra,
persone di tutte le etnie agghindate dalle mille culture diverse.
Partenza alle 15:58 dall' 1 ovest.
Gente, tantissima gente, troppa gente.
Sono fortunata, ho beccato dei posti liberi,
sarà difficile non venire sommersa da quella folla
impegnata nel mio stesso vagabondaggio.
Voglio stare da sola, come sono abituata io.
"È libero questo posto?"
Sento la tua voce troppo mascolina,
mi irrito e scalzo un orecchio dall'auricolare.
Voglio stare da sola.
Sei in piedi in attesa e i miei occhi non riescono riemergere dalla tua figura,
ti faccio sedere con un sorriso che non riesci a vedere.
Il mio cuore non palpita, si è solo bloccato e
il treno è partito con il suo sferragliamento intimidatorio.
Ti guardo, sconosciuta.
Indossi i colori della mia lei e porti in spalla l'amore del mio passato.
Calze marroni e custodia a tracolla di tela nera rinforzata.
Indossi delle cuffie grosse e nere,
circondano la tua nuca come un'aureola contemporanea,
starai ascoltando Schubert, il mio cavallo di battaglia,
oppure i My Chemical Romance chiedendoti
quanto starebbe bene il tuo strumento tra le chitarre elettriche.
Sono immersa in te e hai tirato fuori dalla borsa di cuoio
"il fu Mattia Pascal" sgualcito, proprio come fa la mia lei,
accompagnata ovunque dai suoi libri per combattere la sua solitudine.
Due uomini impegnati in una conversazione
dai fitti toni africani si siedono vicino a noi e tu
tieni quel maledetto e delicato strumento tra le gambe.
Chissà di che legno è... chissà che cosa ami suonare...
Sei una sconosciuta ma io ti conosco fin troppo bene,
sulla tua pelle porti i miei rimpianti, il mio amore, la mia lei,
il mio passato e le mie speranze.
Scendo alla mia fermata, tu chissà dove abiti...
16:41 e ti ho ho pestato la custodia
un po' per la mia goffaggine un po' per rabbia e rimpianti forse.
Mi hai guardato male.
Non mi sono scusata ma ti ho sorriso, non mi hai nuovamente visto. 
Mi scuserò, forse non ci rivedremo mai più o forse sì.
È solo un viaggio in treno e tu mi hai fatto ricordare fin troppo.

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