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Era lui. Davanti a me. Senza quella cosa arancione indosso, o le catene. Senza le sbarre e puzza di morto ovunque, ed era più bello di prima.

-Thomas cosa-.

-ciao biondino- disse.

Il respiro mi si bloccò le sensazioni erano tornate. I mal di testa e il dannato nodo allo stomaco, come era possibile tutto. -ma.. non era domani sera il tuo rilascio?- chiesi subito cercando di non borbottare, ma con scarsi risultati.

-Scusa figliolo, avevo capito male io- disse una voce scura ma sorridente, ero diventato sicuramente matto.

-non credo di capire-.

-Newt, Thomas si dovrà fermare da noi- disse vince, subito sgranai gli occhi e mi nascosi dietro la porta -questa sera mi hanno liberato dalla cella -mostrò la caviglia con attaccato un bracciale nero -sono sorvegliato fino a nuovo ordine- aggiunse.

Io sorrisi.

Lo guardai mentre ricambiò il suo bellissimo sorriso, -Non è stato difficile convincermi a farlo restare da noi, almeno lo terrò d'occhio più facilmente- disse poi mio padre.

-dove pensi che scappi, è innocente- gli risposi, indicandolo, mio padre mi fissò dall'alto in basso e mi fece cenno di andare in cucina.

Lo sentii dire -Thomas tu va a lavarti, il bagno di trova a sinistra, accanto alla camera di newt- poi lo vidi avvicinarsi, si poggiò sui gomiti mentre mi guardava serio -che ho fatto- chiesi d'istinto.

Di solito avevo sempre fatto qualcosa.

-i tuoi amici mi hanno parlato, molto chiaramente- iniziò, io mi impallidii.
-papà- chiamai ma mi bloccò -non ti dirò con chi stare, Newt. Lui è innocente ma dato che nulla è confermato, mi farebbe piacere sapere che non lo farai..almeno fino a che le acque non si calmeranno- disse, rimasi immobile, di che parlava.. era presto per.. -cosa?- chiesi subito.

-niente sesso finché ha quel coso alla caviglia-.

Io sbuffai rumorosamente, incrociai le braccia e mi girai.

Stava di nuovo lì.

-Ma sei ovunque- dissi senza pensare, allargando le braccia mi appoggiai al muro più vicino -scusa sceriffo ma l'acqua della doccia non esce- cantonò imbarazzato.

Diventai rosso, notai i suoi addominali da sotto la maglietta, le vene erano più visibili sotto quella luce, era sexy.

Fissai il suo collo per un po' quando notai che mio padre se ne era andato, mi guardò con ghigno e iniziò ad avvicinarmi.

-sei stato tu vero?- chiesi subito, cercando di non pensare male mentre avanzava -ti sembro capace di rompere la doccia?-.

-se è per tornare alla posizione della tua vecchia cella- arrivò davanti a me sorridente -allora si, sei capace-. Di nuovo il suo profumo lo avevo sotto il naso, iniziai a vedere sfocato, il nodo allo stomaco iniziò a fare leggermente male così misi la mano sullo stomaco.

-e dimmi, Newt, di che altro ti sembro capace?- mi chiese, avvicinandosi ancora di più a me, mentre io ero bloccato a guardargli le labbra.

-se non fossimo in cucina direi qualcosa che ti scioccherebbe-.

Gli scappò una risata maliziosa, lo vidi poggiare il peso del corpo in avanti, le sue mani finirono sul muro bloccandomi del tutto.

Se volevo andarmene da quella situazione, non potevo.
Non volevo.

I sentimenti stavano crescendo, sembrava una tortura. Oramai lo desideravo.

-ti sentì debole adesso, biondino?- chiese.

Io ghignai, a testa bassa vidi il suo punto vita vicino al mio, così mi venne un'idea.

Lo guardai dritto negli occhi, spostati una mano dietro il suo collo e avvicinai le sue labbra al mio, misi l'altra mano sul suo fianco e lo appoggiai su di me.

Sfiorai le mie labbra sul suo orecchio, -tu ti senti debole?- gli sussurrai, con convinzione iniziai a muovermi facendo strusciare entrambi i tessuti, l'uno contro l'altro.

Con ottimi risultati sentii la sua erezione spingere sulla mia, volevano uscire, per entrambi i vestiti erano di troppo. Così risi malizioso, spostai delicatamente la mano e la infilai dentro la maglietta e iniziai ad accarezzargli il fianco causandogli brividi.

Il mio cuore sembrava voler uscire dal petto per raggiungere quello del moro per  abbracciarlo e baciarlo, o per toccarlo e farselo lì, sui mobili, attaccati al muro, seduti sui sgabelli e sul pavimento.

Ovunque.

Il fiato di entrambi era sospeso.
Le sue labbra iniziarono a tremare e al baciare il mio collo, la usa mano destra si spostò dal muro e delicatamente finì sul mio gluteo stringendolo a se.

Feci un gemito trattenuto, e lasciai che mi baciasse il collo che supplicava di continuare.

Malizioso iniziò ad aumentare i baci sul collo e si avviò verso il mento, poggiai la mia mano libera sul muro e lui la afferrò saldamente, un'altro gemito strozzato mi uscì dalle labbra.

Sentendo il mio gemito iniziò a leccare il mento facendomi strizzare occhi e pugni, stronzi il suo fianco e per errore lo graffiò ma non mi importò.

Smise di leccarmi il mento, lo morse, e rise ancora eccitandomi, scontrai del tutti le nostre erezioni, lui poggiò la sua fronte alla mia.

I nostri fiati erano sincronizzati, senza pensare mi avvicinai a lui per baciarlo.
Ma una voce ruppe quel nostro magico e silenzioso contatto.

-Thomas l'acqua è finalmente partita- disse mio padre, mentre sentimmo i suoi passi scendere le scale.

Automaticamente ci staccammo, io mi coprii il bacino con la maglia lunga che avevo indosso mentre Thomas solo con una mano, facendo finta di niente.

Vince entrò in cucina e sorrise, sembrava non essersene accorto. Presi di nuovo il fiato, lo ristabilizzai e mi avvicinai al bancone in mezzo alla stanza.

-vieni pure ragazzino, ti mostro come si chiude- disse, subito iniziò a salire, prima che Thomas lo seguì, lo vidi togliere la mano dal cavallo dei pantaloni, era eccitato.

Diventai rosso in viso e non smisi di fissare la sua erezione, dura.
Lui lo notò, e mi fece l'occhiolino con quella maledetta risata.

Io sorrisi d'istinto, ricominciai a capire, e smettere a fuoco quello che avevo combinato.

Ero fottuto.

Graffio Con Il Tuo Nome × NEWTMASDove le storie prendono vita. Scoprilo ora