Capitolo 7 "L'espressione scocciata"

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Generalmente c'è un limite all'essere irritabile, giusto?

Tutti hanno una soglia di sopportazione, non è così? Chi più chi meno, sa mantenere un minimo di calma per evitare di scaldarsi troppo, no?

A quanto pare queste regole generali per le persone comuni non valevano per un ragazzo che si era svegliato venti minuti appena dopo rispetto da quello che aveva programmato. Chiunque se ne sarebbe fatta una ragione e avrebbe fatto le cose un po' più velocemente, ma Bakugou no. Lui era una persona che calcolava ogni cosa che faceva al millimetro e che non era molto flessibile ai cambiamenti di routine, o per meglio dire, aveva bisogno di un programma chiaro e ordinato.

Camminava con il suo solito passo trascinato e svogliato, mentre passava sotto gli alberi di ciliegio in fiore, dai quali continuavano a cadere petali che finivano per andare sul suo viso, mettendo a dura prova la sua pazienza.

Il vero problema non erano quei venti minuti di ritardo, perché il ragazzo sarebbe arrivato lo stesso a scuola in tempo, ma il fatto è che non si sarebbe potuto godere quella pace a cui era solito prima delle lezioni. Sicuramente avrebbe già trovato qualche suo compagno o sua compagna, ma in caso fosse stato fortunato sarebbe rimasto solo e non avrebbe dovuto dire addio a quel silenzio mattutino.

Evidentemente la fortuna non era dalla sua parte quella mattina. Percorse la stanza nella più completa irritazione, senza degnare nemmeno di uno sguardo chi era più mattiniero rispetto a lui, peccato che non fosse passato inosservato data la sua aurea di malumore.

-Sai che sarebbe buona educazione salutare se entri in una stanza, vero? -disse una voce femminile due banchi più in là rispetto al suo. Il biondo girò la sua testa verso la sua interlocutrice alzando un sopracciglio e facendo uscire dalle sue labbra un unico "Eh?".

La ragazza abbassò il libro, rivelando così il suo viso.

Appena gli occhi cremisi di lui si incontrarono con quelli castani di lei il tempo si fermò. Anche se per un secondo, il corpo di Bakugou venne percorso da una strana sensazione, come se quegli occhi emanassero un'energia a lui sconosciuta. Di nuovo quella sensazione sconosciuta. Dannazione tutto riconduceva a lei.

-Giornata no per caso? -domandò appoggiando i gomiti sul banco. Katsuki aggrottò la fronte.

-Cosa te lo fa pensare? -ribatté lui con la sua voce a prova di socialità. Doveva smetterla di avere quel puntino.

-La rughetta che hai tra le sopracciglia e l'espressione scocciata-rispose lei indicando lo spazio in mezzo alle proprie sopracciglia.

Non può essere lei.

Lui la guardò per un secondo, nel tentativo di scacciare idee improbabili e di capire se la nuova arrivata fosse una stupida, come Kirishima, o una comparsa. Però probabilmente gli sarebbe servito più tempo per definire ciò che era per lui.

Quando il biondo distolse lo sguardo Xingming, nolente o volente, sapeva cosa stava accadendo nella testa del ragazzo e sapeva anche del suo essere facilmente irascibile, soprattutto in quel momento. Quella circostanza avrebbe solo aiutato a movimentare la situazione.

-Comunque io sono Ye Xingming, tu sei Bakujo Katsumi, vero? –.

La reazione non tardò ad arrivare e fu esattamente quella si aspettava, se non più soddisfacente.

-IL MIO NOME È BAKUGOU KATSUKI, NON BAKUJO KATSUMI-urlò il ragazzo facendo scoppiettare i propri palmi delle mani. Non era mai stato preso così esplicitamente in giro, soprattutto da una ragazza che lo conosceva appena. Appariva tanto innocua, ma doveva avere sicuramente qualcosa di diabolico.

-Oh scusami, Bakujo-si scusò la castana con un'espressione innocente sul volto.

-TI HO DETTO CHE È BAKUGOU! SEI PER CASO STUPIDA?! -ribatté sbattendo le mani sul banco e cercando di trattenere la rabbia.

Qualcosa in più - Bakugou KatsukiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora