Capitolo 13 "Non giocavano a rincorrersi"

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Prima di mangiare un buon piatto a base di pesce, riso e verdure, Ye decise di fare un giro intorno all'arena per osservare la struttura dal punto di vista architettonico. Lei aveva sempre avuto molto interesse per l'architettura e per qualsiasi forma d'arte. Quando era piccola sognava di trasformare quel suo interesse nel suo lavoro, solo che, evidentemente, l'universo aveva progetti diversi rispetto a quello che ella desiderava. Amava capire com'erano fatte le cose, però ciò che le era stato donato alla nascita aveva posto automaticamente su di lei delle responsabilità a cui non si sarebbe potuta sottrarre in alcun modo. La castana odiava e amava vivere la sua vita, ma, con il senno di poi, era stato un bene che fosse andata così, ma forse era troppo presto per dirlo.

Il suo amico di infanzia, che al momento le teneva il muso, anche se era riduttivo definire la loro situazione a quella espressione, era il suo compagno di classe. Dopo anni si erano rivisti e molte cose in entrambi erano cambiate.

Così mentre era assorta nei suoi pensieri, una chioma bicolore rossa e bianca le passò davanti facendola inchiodare per evitare di scontrarsi con il proprietario di quei capelli, nonché Todoroki. Guardò la direzione da cui proveniva e vide venire Midoriya con una faccia tanto sconvolta da non salutarla.

Cos'era successo tra i suoi due compagni di classe? Avevano litigato?

Passò giusto un minuto prima che un altro individuo uscisse allo scoperto. Xingming spalancò di poco gli occhi. Era Bakugou. Non si parlavano dalla festa di compleanno e dire che tra di loro ci fosse stato il gelo, era quasi insufficiente come descrizione.

Quando lui si accorse della presenza della castana, si ridestò per un attimo dalle sue riflessioni, ma cercò di evitarla l'attimo dopo. Purtroppo lei non glielo lasciò fare, poiché gli sbarrò la strada.

Sospirò e disse semplicemente: -Levati, faccia rettangolare-.

-Certo che non cambi mai eh. Prima dai delle comparse a quelli delle altre sezioni e poi fai giuri di arrivare primo. Credevo che fossi diventato almeno un po' meno infantile-commentò la cinese con un sorrisetto sul viso e scuotendo la testa.

-Non mi piace ripetermi, quindi o ti sposti tu o ti sposto io-dichiarò l'altro.

Si guardarono diritti negli occhi, ma sembrava solo che si studiassero come se dovessero saltarsi addosso da un momento all'altro come belve inferocite, ma senza il fumo che uscisse dalle orecchie. L'atmosfera era solo molto tesa simile ad avere un sottilissimo strato di vetro che si crepava un poco alla volta.

-Abbiamo ancora qualcosa di cui parlare io e te-ribatté prepotentemente l'altra.

-Cosa non capisci di "non ho bisogno di tempo per pensarci"? Non è che mentre eri via, sei diventata scema? -domandò tagliente il biondo.

-Molto divertente, ma per tua fortuna sono sana come un pesce e l'unica cosa che voglio fare adesso è parlare-replicò Ye affilando lo sguardo.

-Puoi trovare qualcun altro con cui chiacchierare amabilmente, perché io non sono disponibile-rispose il giapponese tentando ancora una volta, invano, di superare la sua amica d'infanzia.

-Ma per quale diavolo di motivo sei così cocciuto?! Se hai qualcosa da dirmi, dimmelo e basta! -affermò esasperata Ye, mentre respirava affannosamente per la rabbia che stava iniziando a provare. Si scrutarono per alcuni attimi negli occhi molto intensamente, facendo scontrare le sfumature delle loro iridi come se fossero fulmini.

-Ti ho già detto che non ho bisogno di tempo-replicò Bakugou serrando i pugni per non esplodere e nel tentativo di non essere del tutto crudele nei suoi confronti.

-Sembra di parlare con un cavolo di bambino-fece notare la ragazza alzando gli occhi al cielo. Per il ragazzo sarebbe stato molto facile litigare con lei, ma quello non era né il momento né il luogo. Il festival sportivo era troppo importante per lui, non poteva mettere a repentaglio la sua concentrazione per una conversazione che non sapeva nemmeno come sarebbe andata.

Perché era così complicato quando si trattava di lei?

-Vedi di dare il meglio nell'ultima prova-si limitò a dire Katsuki, lasciandola senza risposte, forse aveva più punti interrogativi di prima.

Come c'era da aspettarsi l'ultima gara del festival sportivo fu un insieme di montagne russe di emozioni. Tra l'utilizzo spropositato del quirk di Midoriya, tra l'attivazione del lato destro di Todoroki e la sfida tra Bakugou e Uraraka, nessuno poteva dire quale fosse stato esattamente l'istante migliore. Quello più sconcertante e più discusso fu quello del comportamento di Katsuki durante la premiazione. Era apparso come un bambino capriccioso e per questo era stato criticato parecchio. Ma che cosa si poteva fare se una persona credeva in determinati principi quando si trattava di competizione?

E non era tutto. Durante lo scontro contro la castana il biondo non aveva fatto nessuno sconto, a differenza di Kaminari che ci era andato piano e non aveva pensato a quale tipo di avversario avesse davanti, visto che si trattava di Shiozaki, una ragazza. Katsuki aveva trattato semplicemente alla pari una sua compagna di scuola, perché avrebbe fatto la stessa cosa con un ragazzo. Aveva dimostrato che la sua mente non si sarebbe offuscata all'apparenza del suo sfidante in nessun modo, precisamente ciò che avrebbe fatto un Hero professionista. Purtroppo alla gente era sembrato una persona sprovvista di sensibilità verso una ragazza, ma l'intervento di Aizawa aveva calmato quegli schiamazzi.

Altri eventi avevano suscitato l'interesse di coloro che erano presenti al festival, ma non ebbe grande risonanza mediatica, per non dire per nulla.

Passati due giorni dalla competizione le studentesse e gli studenti rientrarono a scuola per frequentare le lezioni.

La mattina del rientro Xingming stava camminando a passo lento, perché in fin dei conti non aveva fretta di entrare in classe. Era così presto che se la poteva prendere con estrema calma e soffermarsi su alcuni pensieri che le frullavano per la testa e che avrebbe desiderato mettere in ordine come si fa come con la casa.

Alla fine non aveva partecipato alla terza parte del festival, a causa del proprio stato di salute, facendo arrabbiare lo stesso ragazzo che l'aveva incoraggiata a mettercela tutta fino alla fine e lo stesso che si trovava a qualche metro da lei.

Ormai erano passate tre settimane dal rientro della castana nella sua vita, ma le sembrava ancora un miraggio. Si manteneva a debita distanza, tracciando proprio una linea di confine, per osservarla e studiarla da lontano.

In otto anni era cambiata molto. Era diventata più muscolosa e formosa, rispetto alla magrezza dell'infanzia per cui la prendeva in giro spesso e volentieri. Era cresciuta in altezza, ma era comunque più bassa di lui anche se di poco. Sogghignò. Il viso era meno paffuto e definito, grazie anche al leggero trucco applicato. Per lui era ancora un miraggio la sua presenza davanti ai suoi occhi e non riusciva abituarsi.

Non riusciva ad avvicinarsi a lei senza finire per essere scontroso o allontanarla da lui, nonostante volesse che tutto tornasse come prima, ma non poteva succedere. Erano adolescenti e gli adolescenti non giocavano a rincorrersi.

O forse sì?

***

SPAZIO AUTRICE

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 24, 2023 ⏰

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