Chapter 2: My Queen

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«Hey, piccolo mostriciattolo» richiamo dolcemente e con voce morbida Harry, che sembra non volersi svegliare. So quanto odia essere svegliato di colpo, quindi lo smuovo lentamente, sperando che si svegli nel minor tempo possibile.

«Adesso so per certo che quando avrò il coraggio di sbarazzarmene, potrei tranquillamente portarlo in un campo minato mentre dorme che non se ne accorgerebbe minimamente» insinua Hunter, grattandosi il mento come se parlasse tra se e se. Lo guardo male, fulminandolo e rimproverandolo con lo sguardo.
«L'ho detto ad alta voce?» dice spalancando gli occhi, sotto il mio sguardo severo.
«Si, Hunt» faccio un profondo sorriso digrignando i denti «L'hai detto ad alta voce»
Lui però si rilassa e fa spallucce.
«Tanto lo pensavo davvero» e si rimette a leggere il libro.

Lo guardo ad occhi spalancati e sconcertata, per poi alzare gli occhi e lasciarlo perdere.
Lo conosco bene, so quanto difficile sia litigare con lui, anche perché ha il mio stesso identico carattere.

Ricomincio a provare a svegliare il piccolo fagottino che sta russando beatamente sdraiato su due sedili di quelli posteriori, ma ancora dopo altri dieci minuti fallisco nel mio intento.

All'improvviso sento l'aria fendermi a un centimetro dalla faccia, e realizzo il fatto che un libro si è letteralmente schiantato sul viso di Harry facendolo alzare di scatto, che per poco con la sua testa dura stava per fracassarmi il naso.

«Che succede? Dove sono i miei nuggets?» blatera Harry, con tutta la pelle della parte destra del viso completamente rossa, ancora con gli occhi semichiusi e gonfi dal sonno.
«Dio sei proprio indecente» commenta Hunter, guardandolo con una faccia schifata.
«Hunter!» lo richiamo io, stavolta davvero su tutte le furie.

«Mammina non arrabbiarti, ti volevo solo aiutare» tira fuori il labbruccio e i suoi occhi cominciano a farsi lucidi, facendomi addolcire quasi fino a farmi diventare uno zuccherino.

Stupido labbruccio.

«Amore no, per favore non piangere» mi sporgo per avvolgere le mani sulle sue guance che per poco non si stavano per bagnare delle lacrime calde dei suoi occhi.

«Mi hai lanciato un libro?!» sbotta Harry, improvvisamente che subito si lancia sul mio corpo proteso per attaccare il fratello.
«Tu sembravi un'orso in letargo! Cosa avrei dovuto fare?» si difende l'altro, schiacciandosi nell'angolo della sua parte della macchina, mentre il fratello continua a smanettare a ridosso del mio corpo.

«Adesso basta!» urlo, stanca della situazione, facendolo zittare entrambi. «Stiamo facendo già abbastanza ritardo, quindi ora finitela di litigare, prendete le vostre valige e prendiamo questo maledetto aereo!» mi rialzo dalla posizione, sicuramente con la faccia rossa dalla rabbia, e mi metto in piedi con i pugni stretti sui fianchi, a guardare le due pesti che hanno abbassato la testa.

«Sono stata chiara?» chiedo, sta volta però con un tono di voce più basso, ma pur sempre esausto.
«Si, mamma» dicono all'unisono, per poi scendere dalla macchina e prelevare dal bagagliaio le proprie valigie, facendomi tirare un lungo sospiro di sollievo misto stanchezza.

A volte sono veramente ingestibili questi piccoli demoni.
Tiro un'altro sospiro esausto per poi convincermi a prendere le mie di valige, assolutamente non pronta a intraprendere un viaggio di più di ben dieci lunghissime ore. Spero solo che i bambini si addormentino.

L'unica salvezza è sicuramente il fatto che Micheal ha chiesto esplicitamente che venga scortata nel posto esatto delle nozze tramite il suo jet privato e dalla sua prescelta crew di piloti esperti.

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