||There is a caos inside us||

Chapter 10: One Last Night

Appena varcate le porte dell'ascensore, una musica lenta ma tranquilla mi riempie le orecchie, fatta solo di suoni aggrovigliati l'uno sopra l'altra in una rassicurante melodia. I miei bambini mi seguono, trattenendosi dal saltellare di gioia, fino alla sala di ristorazione, la quale è enorme, con tavoli circolari apparecchiati in modo molto elegante: ci sono centri tavola di cristallo a forma di vaso con fiori tropicali bianchi che straboccano da essi, piatti con rifiniture argentee e posate scintillanti. Beh, non mi aspettavo niente di meno lussuoso dal gusto di Angelica.

Sono più che sicura che ci sia lei dietro ad ogni dettaglio, dato che ha richiesto tutto il resort per sé e per il suo matrimonio. Scelta ottima, devo ammetterlo.

Ci sono già parecchie persone sedute nei tavoli, alcune che non conosco, ma appena incrocio lo sguardo di Javier mi risollevo subito. Era ovvio che lui ci sarebbe stato, ma vederlo mi da almeno un motivo per rimanere in questa stanza, sapendo benissimo che da un momento all'altro lui varcherà la stessa soglia da cui sono entrata io. Javier si alza, e invita a imitarlo anche la donna accanto a lui, nonché la sua sposa, e si dirige verso di me.

Io sorrido, grata per questo suo gesto, perché conoscendomi bene sa che avrei avuto qualche difficoltà a presentarmi direttamente da sola a lei. Non ho avuto molte occasioni per farlo prima d'ora, ma non è che mi sia sforzata più di tanto per farlo. Avevo molti problemi più gravi a cui pensare. Tipo pensare a come far fuori il capo del più grande impero mafioso attuale.

«Sono molto felice che tu sia qui, cuginetta» mi saluta subito Javi, lasciando la mano della sua donna e abbracciandomi, per poi darmi un dolce bacio tra i capelli. E mi sento subito rassicurata.

«Prima o poi doveva succedere, no?» Rispondo sarcastica, e poi mi rivolgo alla donna. «Tu non puoi che essere Lexi, finalmente ci conosciamo» le sorrido amichevolmente, mentre sento i gemelli nascondersi dietro le mie gambe.

Hanno sempre avuto questa automatica diffidenza verso le persone sconosciute, quindi non ci faccio molto caso. È una cosa normale per me.

Lei, anche se ha notato quel loro movimento, non lo da assolutamente a vedere e mi sorride raggiante di rimando.

«Sono felice di conoscerti, soprattuto perché so che sei una delle persone a cui Jav tiene di più al mondo» e guarda il marito, con quello sguardo così tanto familiare, che un brivido mi percorre la schiena. È lo stesso sguardo con cui io... no, non ci devi pensare.

Mi scrollo velocemente dalla testa quel pensiero, ritornando ala realtà.

«E io sono contenta che il mio cugino bricconcello finalmente abbia trovato la sua metà, e ti ringrazio per averlo fatto tornare a sorridere. Siete davvero belli insieme» sono davvero felice, ma loro mi guardano straniti, Javier più di tutti e due. Non li biasimo, sono praticamente una statua di ghiaccio: la mia postura è composta, troppo formale per un ambientamento del genere, e la mia voce è più fredda e monocorde di una di un uomo d'affari nel bel mezzo di una trattativa importante.

Ci scambiamo qualche altra frase di presentazione, e dopo che Javier mi indica il mio tavolo e quello per i bambini ci separiamo.

«Sieti sicuri di voler andare con gli altri bambini?» Chiedo ad Hunt ed Harry, stranita da questa loro improvvisa voglia di socializzare, ma loro annuiscono con decisione all'unisono e quindi dopo un'altro piccolo abbraccio da mamma chioccia li faccio andare al loro tavolo. Quando li vedo sedersi, sospiro sconsolata, e poi, dopo averlo individuato, mi siedo al mio tavolo. Tiro fuori subito il mio telefono, per controllare se Micheal mi abbia lasciato qualche messaggio, ma ancora niente. Stupido idiota, penso.

Poi una sedia accanto a me viene bruscamente spostata, e non ho nemmeno bisogno di alzare lo sguardo per capire chi ci si è appena seduto. Il suo odore, che sembra riempire ogni centimetro di spazio attorno a me, già basta e avanza. Cazzo.