5. Sei gay?

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Volevo solamente dirvi che il seguente capitolo non avrà la fine dell'altro ma ripartirà da sé. La fine del capitolo 4 ci sarà in un sogno/flashback di Louis alla fine di un prossimo capitolo. Buona lettura.

Arrivai a casa mia e mi buttai sul letto. Era ancora tutto sigillato e quindi decisi che era ora, nonostante fosse notte, di aprire tutto. Scostai le tende e aprii le finestre; cambiai il letto e sistemai un po tutto per poi stendermi nuovamente sul letto; cacciai un urlo di disperazione e mi misi un braccio davanti agli occhi per poi ricominciare a piangere. Mi rannicchiai nel letto senza coperte e con tutto aperto; volevo avere freddo. Volevo congelare per non avere freddo solo al cuore. Non bastava.

Mi alzai e mi diressi verso la mia EASTPAK e ne tirai fuori l'astuccio da cui estrassi un temperino che tenni stretto in mano e portai con me in cucina dove presi fuori un cacciavite e con il quale svitai la vitina che teneva ferma la lametta; l'avvicinai al polso scoperto per poi tracciare una linea retta profonda e che tagliò la vena così che iniziò ad uscire il sangue, ne tracciai almeno un altra decina; mi stavo pentendo di quel che avevo fatto, la lametta mi cadde di mano e tutto il sangue che stava uscendo cadeva a terra; con la mano destra toccai i tagli, la mano era diventata rosso sangue, la mano sinistra si poggiò sulla destra e quando le riguardai, entrambe erano di un rosso carminio che se fosse stato giorno sarebbe risaltato ancor di più. Chiusi gli occhi per poi cadere a terra e stare lì nel vuoto per un tempo che mi sembrò un eternità.

Avevo dei brividi che mi percorrevano tutta la schiena, aprii un secondo gli occhi poi li richiusi. Non avevo forza per tenerli aperti, ne tanto meno per muovere anche solo un muscolo quindi rimasi fermo mentre tutto si oscurava i rumori della strada diventavano lontani e il vuoto avvolgeva me e i miei pensieri. Nella mia mente un pensiero rimbombava con un altro al suo fianco:

"non ho fatto nulla di male.. sono uguali a questi i segni che Harry ha sul polso?"

"l'ho fatto per lui?"

HARRY:

La mattina Louis non era venuto a scuola e non sapevo come mai mi sapeva di strano:

Era per colpa mia? Sicuro..

Che avevo fatto? Non lo sapevo..

Dov'era? A casa sua sicuro..

Dovevo cercarlo? Ovviamente...

Ero davanti a casa di Louis, non c'erano rumori di nessun tipo, nessuno rispondeva. Scavalcai il cancello che avrebbe portato al cortile interno e mi guardai intono una volta lì. Mi affacciai alla finestra della cucina; cacciai un urlo d'imprecazione quando vidi Louis steso a terra in una pozza di sangue; preso dalla paura presi la prima cosa che mi capitò a tiro e spaccai il vetro per poi entrare dalla finestra e catapultarmi a terra vicino a Louis; avvicinai il suo petto al mio orecchio. Era vivo ma era pur sempre svenuto chissà da quanto, chiamai un'ambulanza erano lì dopo due minuti che caricavano il mio Lou su una barella e di conseguenza sull'ambulanza; volli salire pur io sul mezzo, così da star vicino al ragazzo.

Durante il viaggio osservavo il paramedico che mi puliva le mani dal sangue appartenente al liscio, svenuto affianco a me.

Ero scioccato, non dicevo nulla, non riuscivo a pensare ad altro se non al momento in cui avevo trovato Louis immerso in una pozza si sangue; per un momento mi mancò l'aria sentendo il paramedico dire: "chiamate i genitori. È molto grave" e poi "anche quelli di quello che l'ha trovato. È sotto shock".

Misero Louis nella 269, per mia scelta volli stare nella sua stessa stanza.

I polsi fasciati, il respiro regolare, sembrava stare meglio in quel momento di quanto non fosse stato prima.

Qualche ora dopo arrivarono i miei genitori e quelli di Louis; sua madre vedendo le condizioni del figlio scoppiò a piangere affidandosi a suo marito come fosse un ancora di salvezza. Mia madre corse ad abbracciarmi; nascosi il viso nell'incavo della sua spalla e incominciai a piangere mentre lei mi stringeva a sé.

"era in una pozza di sangue.. io l'ho visto... h-ho il suo sangue su tutti i vestiti.." balbettavo sotto shock, piano, a mia madre.

La madre di Louis e il suo compagno mi fissavano in modo strano. Fissavo i miei vestiti impregnati del sangue perso dal figlio.

Mia mamma mi portò a casa e una volta lì mi andai a fare una doccia e cambiai i vestiti.

Lei mi chiamò giù in salotto verso le 19.20, quanto avrei voluto evitare quel richiamo.

Scesi le scale e mi sedetti sul divano di fianco a mia mamma che mi fissava persa nel vuoto.

"Harry.. dobbiamo parlare, ho notato che Louis e te siete molto amici.. io penso.." si fermò

"dai mamma dimmi.:" le chiesi curioso e preoccupato.

"sei gay?" mi chiese in fine.


spazio mio: weeeeeeee raga, come va? hahaha volevo salutarvi. Ciaoooo alla prossima

Io e te, sarà per sempre vero?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora