6. Ciao Styles. Ti renderò la vita impossibile.

8 1 0
                                    


-Louis

Mi svegliai in una camera bianca. Era bianca come li latte; una finestra con le tende bianche; tutto bianco. Mi guardai i polsi e ricordai il rosso che li ricopriva la sera prima mi diede un senso di sporco; notare le fasciature anche quelle impregnate di sangue mi faceva sentire male.

Mi guardai attorno e mi alzai dalla posizione di sdraiato per passare a quella seduto e poi a quella con le ginocchia al petto strette dalle braccia e la testa su di esse. Fissai le mie mani e pensai alla sera prima:

' Harry mi chiese se io ed El stavamo insieme, il suo sguardo mi penetrava e leggeva dentro. El stava per rispondere si ma io sbottai un "no" secco e mollai la sua mano per andare verso Harry, tirarlo verso me e poggiare la fronte sulla sua; misi le mani sui suoi fianchi e gli soffiai in faccia: "E a te che te ne frega eh?! Stai con Erika.. sei scappato da me.. eh Harry.. non sono un gioco.." l'avevo mollato e me n'ero andato'

Mi alzai intenzionato ad andarmene ma un dottore entrò in camera nello stesso momento e mi afferrò.

"torni a letto, faccio entrare i suoi genitori" aveva detto facendomi tornare a letto.

Li vidi entrare. Mia mamma mi fissava più preoccupata che arrabbiata e mio padre il contrario.

"ciao.." dissi in modo quasi impercettibile.

"quando pensavi di dircelo?" sbottò subito incazzato mio padre.

"io.." mi interruppe

"checca! Che schifo! Fai schifo! Non sei degno di essere un Tomlison.." sbottò di nuovo quasi urlando e prendendomi per la maglia mi diede uno schiaffo così forte che mi lasciò le cinque dita stampate; mia madre gli urlò di mollarmi e lui lo fece. Girai il viso verso la finestra che si affacciava verso Londra e intanto qualche lacrima mi rigava il viso.

'FANCULO! Basta piangere Tomlison! Sii forte..' pensai; asciugai le lacrime, girai lo sguardo e fissa mio padre.

"sono omosessuale, una checca, un succhia cazzi chiamami come vuoi però sono così. E ora potete pure andarvene! Non siete mai stati presenti e una volta che ho bisogno arrivate e mi trattate così?! Andate a fanculo! Uscite di qua.. ora" il mio sguardo nei loro confronti era senza sentimento. Se ne andarono senza battere ciglio.

Qualche ora dopo...

Mi permisero l'uscita dall'ospedale e fui grato di quello.

Il resto della giornata per quanto ne rimanesse le passai a pulire la cucina da tutto il casino che si era creato a causa del mio tentato suicidio se così si può definire. Mi abbassai sotto al mobile e ne tirai fuori un oggetto che sembrava dimenticato lì da abbastanza tempo.

La collana di Harry.

La pulii accuratamente e la misi al collo e rincominciai a pulire.

Coprii la fasciatura che aveva sotto i tagli con numerosi bracciali. Proprio come Harry.

Mi misi dei vestiti puliti e buttai tutto quello che si era sporcato. Buttai il temperino ed andai a comprarne un altro. Era tutto chiuso essendo giovedì così dovetti andare nell'unico posto aperto: la cartoleria dove lavorava Harry.

Sperai con tutto me, quando scorsi la cartoleria da lontano, che lui non ci fosse.

Entrai e presi un temperino. Mi misi in fila per pagare; quando fu il mio turno rimasi come deluso dal vedere che davanti a me c'era un signore anziano che non era il mio riccio.

"due sterline" disse il signore. Pagai.

"scusi, c'è Harry?"

"si. Lo vuole vedere?" rispose.

"nono.." risposi alzando lo sguardo precedentemente abbassato per scorgere due occhi smeraldo che mi fissavano quasi supplicanti. "no aspetti.. si.. dove lo posso trovare?" chiesi. Vidi un sorriso da parte della figura davanti a me; quella entrò in una stanza, probabilmente mi aspettava.

"venga." mi fece andare dietro al bancone e mi fece entrare in quella stanza.

Vidi il riccio appoggiato ad una porta mi aspettava quasi impaziente.

Una volta che fui vicino a lui mi tirò dentro uno stanzino con lui e chiuse la porta a chiave.

"Louis.." sussurrò avvicinandosi a me e stringendomi contro al suo petto.

"Harry.." dissi ricambiando l'abbraccio.

"mi dispiace.." disse "è che io non sono mai stato attratto da un ragazzo.. è vero ti ho baciato mesi fa.. ma volevo verificare se ne ero attratto.. scusami ti prego.." continuò

"quindi mi hai usato come esperimento.. bene." sbottai apatico.

"lasciami finire. È vero.. non ne sono attratto quanto lo sono di una donna, però un po lo sono.. anche se a me piaci come amico. Non di più.." finì.

"bene." dissi tranquillo. "tieni" mi tolsi la collana che da poco avevo rimesso al collo e glie la mollai in mano. "fammi uscire Styles." quasi urlai. Intimorito aprì la porta e io me ne andai senza nemmeno guardarlo in faccia.

**

ero dal tatuatore pronto per farmi forare la pelle e farci un disegno permanente. Avevo scelto di tatuarmi una bussola. La bussola faceva tenere l'orientamento ai marinai nell'antichità e io avevo bisogno di orientarmi.

Finito di fare il tatuaggio lo guardai soddisfatto. Pagai e tornai a casa. Sarebbe stato solo il primo di una lunga serie di cambiamenti da parte mia.

Arrivai a casa e iniziai a studiare per l'esame che ci sarebbe stato a breve.

Era il 30 novembre. Data importantissima.

"ciao Styles. Ti renderò la vita impossibile" stava annunciando dicembre.

Io e te, sarà per sempre vero?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora