1- La Nuova Cameriera
Quella che vi voglio raccontare è la storia di un grande amore, di come è iniziato, di come è cresciuto e di come è finito. Di come dalle ceneri può nascere qualcosa di meraviglioso ma di come in questo mondo ingiusto fatichi a sopravvivere. Volevo solamente raccontarvi la mia storia ma per farlo devo cominciare col raccontarvi la loro.
Una ragazzina poco più che adolescente era in viaggio con la madre, stavano cercando un alloggio: era mattina presto. Entrarono in una pensione o qualcosa di simile che gli era stata indicata da un uomo giù al mercato del paesino, trattarono con la proprietaria; se avessero voluto fermarsi a dormire per quella notte e le successive la donna più grande avrebbe dovuto servire i tavoli mentre la ragazzina, Kira, gli ospiti che alloggiavano nelle stanze.
Una ragazza di circa la sua stessa età le porse un grembiule, uno di quelli grandi, ricopriva quasi tutta la sua bella gonna blu, nel frattempo la cuoca posò due vassoi sul tavolo e le chiamò. L'altra ragazza, che Kira scoprì chiamarsi Yuki, le mostrò il modo più comodo per portare il vassoio sulle scale tenendo la gonna leggermente alzata per evitare di inciampare. Kira la ascoltò attentamente, osservando ogni sua mossa con quei suoi occhioni color del mare.
Sul vassoio era posizionato un cartellino con un numero "È il numero della stanza in cui devi portare la colazione!" disse Yuki sorridente, la mora ricambiò il sorriso e si avviarono verso le scale, dopo una rampa di gradini ci fu la prima camera da servire, la porta era bianca con il numero 207 scritto in oro. Bussò con delicatezza.
"Avanti." rispose la voce di una giovane donna; Kira entrò timidamente, due donne anziane erano a letto e vicino a loro c'era un'infermiera, era lei la proprietaria della voce.
"Buongiorno!" disse la cameriera con un sorriso che le tre donne ricambiarono, appoggiò la loro colazione sui tavolini scorrevoli dei letti.
"Grazie! Tu sei nuova qui!" Ringraziò la prima donna mentre scrutava la ragazza con gli occhi socchiusi.
"È vero, non ti ho mai vista! - fece eco la seconda - Come ti chiami?"
"Kira. Sì, oggi è il mio primo giorno qui. - rispose mantenendo il sorriso per poi proseguire con gentilezza - voi, invece?"
"Io sono Giselle e lei è Sakura." Si affrettò a rispondere una delle due.
"Dai! Ma perché devi sempre rispondere al mio posto?! - sembrò piuttosto seccata - Lei invece si chiama Aika! Ed è la nostra infermiera! E sono stata io a dirlo!" Riprese quest'ultima facendo una linguaccia alla compagna di stanza, ma l'altra sembrò non averla sentita.
"Quanti anni hai... Come hai detto che ti chiami?" chiese infatti Giselle, ignorando completamente Sakura.
"Kira, si chiama! Sei sempre la solita smemorata Giselle!" sospirò l'altra.
Le sembrarono due vecchiette simpatiche.
"Ho sedici anni." Sorrise di nuovo.
Lasciate che ve lo dica, non ho mai visto una ragazza più solare di lei in vita mia.
"E ascolta, per caso..." Sakura venne interrotta da Aika.
Che guastafeste, se l'avesse lasciata parlare avreste conosciuto Kira in pochi attimi ma forse è meglio che vada avanti e sia io a presentarvela come si deve.
"Credo che ora debba tornare a servire gli ospiti delle altre stanze..."
"Si, lo credo anch'io. Ci vediamo dopo."
La salutarono. Kira tornò al banco, secondo vassoio camera 314.
314. Questo numero, gentili amici, cambiò per sempre la sua vita e anche la mia.Le si presentò una porta aperta più esterna e altre due chiuse all'interno, i numeri erano scritti fuori e visto che si trattava del 314 e del 403 pensò che la prima fosse la 314; ripeté le stesse azioni, altre due donne, trenta quarant'anni e un'infermiera.
Quella che sembrava la più attempata la guardò in cagnesco, non fece in tempo a posare il vassoio che la donna le chiese "È per gli inquilini della 314?!"
"Sì, non siete voi?" rispose chiedendo titubante, la donna non sembrò per nulla felice; fu la più giovane a prendere la parola.
"No, noi siamo la 403. - aveva la voce dolce - La 314 non è nessuna delle due porte qui fuori, devi fare tutto il giro, ti mostro una scorciatoia." Si alzò dal letto e si spostò vicino ad una finestra.
Era completamente diversa dall'altra, anche se fisicamente si assomigliavano abbastanza da poter essere sorelle.
"Perché la stai aiutando?! Non ci ha neanche portato del cibo e come al solito disturbano perché sbagliano stanza!" assunse un'aria un po' alterata e Kira si sentì subito un po' in colpa.
"Oh, smettila! Sei sempre la solita antipatica! Non vedi che è nuova?!" protestò la sorella, prendendo le difese della ragazza.
"Nuova si, nuova no a noi il rancio lo portano sempre per ultime; prima loro, prima loro solo perché loro sono due pi... - venne interrotta da un colpo di tosse dell'infermiera, poi riprese la donna dai capelli rossi - Si, si, scusa. Tanto poi quando gli porta la colazione vedrà che sono due..."
"Allora! Sai che non possiamo dire niente!" la rimproverò l'altra. Kira non capiva quale misterioso segreto celasse la camera 314.
"Mi state confondendo, comunque ora porto la colazione alla 314 e poi vi prometto che la porto a voi."
"Non fare promesse che poi non mantieni, sei come le altre." rispose la scorbutica.
Scusate ma il ricordo di quella donna mi dà davvero sui nervi.
"Lasciala perdere. Guarda se passi di qua - le disse aprendo la porta-finestra che dava sul terrazzo - fai prima. La porta è quella, se bussi uno dei due dovrebbe aprirti."
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Memorie Di Fuoco
FanfictionNon so mai cosa scrivere nelle descrizioni/trame potrei partire col dirvi che la soria parla di Ace, di Ace e della sua vita, delle sue gioie e delle sue paure e di come una ragazza gli abbia cambiato la vita o di come lui l'abbia cambiata a lei, qu...