Cap. 4 - Revisionato

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4- L'arrivo dei Pirati di Barbabianca

Il mattino seguente la prima cosa che Kira fece dopo aver aperto gli occhi fu guardarsi intorno e rendersi conto che quella non era la sua stanza. Alla scrivania c'era seduto Marco.
Marco?!
Sentì un peso sulle gambe, era il braccio di Ace.
"Do-dove sono?" Marco si girò e mi sorride, Ace si svegliò e fece altrettanto "Ben svegliata, sei nella nostra camera. Come ti senti?" si tirò seduta e si portò una mano alla testa abbassando gli occhi: era in reggiseno.
Oh, vacca!! Miss Finezza colpisce ancora. 😉
Afferrò il lenzuolo e si coprì alla velocità della luce.
Panico, panico, panico. Okay, ora calmati Kira. Respira. COSA CI FACCIO NEL LETTO DI ACE IN REGGISENO?!
Il suo viso assunse cinquanta sfumature di bordeaux, Marco trattenne una risata guardando prima la faccia di Ace poi quella di Kira, decise comunque di salvare la situazione.
Ringraziamo tutti in coro Marco, questo sarà il primo di una lunga serie di ringraziamenti.
"Ti ricordi qualcosa di quello che è successo ieri sera?" le chiese con quanta più dolcezza possibile.
Kira ci pensò un attimo, così su due piedi non ricordava niente ma poco dopo le venne un flash: le ombre, quegli uomini, mani viscide che la toccavano e infine l'arrivo di Ace, le sue braccia, il suo profumo e poi il buio. Annuì.
"Si, ricordo tutto e vi ringrazio. – rabbrividì al solo pensiero di quello che era accaduto – Se non foste arrivati voi..." la voce le morì in gola che in un attimo diventò terribilmente secca e stretta, l'aria faticava a passare e il cuore iniziò ad accelerare i battiti.
Calma. Devo stare calma. Adesso non può succedermi nulla, sono al sicuro.
Con uno sforzo che le sembrò sovraumano riuscì a tornare a respirare alla normalità e i battiti decelerarono.
Così, Kira. Va tutto bene, è tutto sotto controllo. La sua mente continuò a ripetersi quelle parole come se fossero un mantra e parve funzionare. Spostò lo sguardo su Ace vicino al letto che le rivolse un sorriso rassicurante e si sentì più tranquilla.
"Beh, non ti devi più preoccupare di questo, siamo arrivati in tempo e non si è spinto oltre." Ace le appoggiò una mano sulla coscia, involontariamente la ragazza s'irrigidì e lui ebbe la prontezza di spostarla subito. "Scusa, non volevo..." sussurrò mortificato, Kira sapeva che il suo gesto non aveva nessun doppio fine se non quello di tranquillizzarla, un gesto che da parte sua non voleva trasmettere nient'altro che conforto e affetto.
"No, scusami tu. Non l'ho fatto apposta... è che mi sento ancora le sue mani addosso, è una sensazione orribile che non riesco a definire. Mi sento, come se fossi... sporca; mi ha taccato, mi ha messo le mani addosso! Nessuno mi aveva mai toccato così! Cioè nessuno che io non volessi, ma neanche con Law eravamo arrivati a tanto. Non so se mi spiego?! Mi fa schifo, mi faccio schifo... È tutta colpa mia. Se... se non avessi risposto alle sue provocazioni, se fossi stata zitta..." sentì gli occhi riempirsi di lacrime e a quelle parole sia Ace che Marco provarono un'infinita rabbia e impotenza. È vero, loro avevano impedito che quell'uomo le facesse male fisicamente ma ci sono volte in cui le ferite interiori sono peggiori.
"Hey, calmati. È tutto finito. – Ace la guadò negli occhi – Non è assolutamente colpa tua. Per nessuna ragione al mondo è colpa tua. – la sua voce era sicura e non ammetteva repliche – Senti, ora ti preparo la vasca così ti lavi. Intanto Marco va a dire a tua madre che ti sei svegliata e ti porta dei vestiti puliti. Okay?"
"Okay, grazie." Annuì appena, le parole del ragazzo riuscirono, almeno in parte, a calmarla. Ace si alzò e si diresse verso il bagno, ad un tratto si girò con le mani tese e gli occhi spalancati "Fermi tutti! Chi è Law?!"
Marco si lasciò sfuggire una risata e strappò un sorriso anche a Kira "Sei geloso, Ace?!" lo incalzò il biondo.
"IO?! – si indicò il petto con il pollice – No, assolutamente no..." disse con finta indifferenza.
"Trafalgar Law. È un ragazzo che ho conosciuto in uno dei paesini in cui sono stata."
"E?" chiese Ace incapace di nascondere la sua curiosità.
"E niente, ci siamo frequentati per un po' poi ognuno ha preso la sua strada: io sono partita con mia madre e lui ha preso il mare con due suoi amici, sta formando la sua ciurma."
Ace soddisfatto della risposta annuì, sparendo in bagno. Marco si avvicinò a Kira sedendosi sul letto "È geloso – sussurrò porgendole qualcosa da mangiare – Mangia qualcosa, ti farà bene. Stanotte hai vomitato, eri anche parecchio agitata. Credo, comunque, che sia normale."
Annuì "Grazie, posso chiederti una cosa?" capendo il disagio dell'amica le passò una maglietta.
"Tieni, metti questa. – si voltò per permetterle di vestirsi – È di Ace, ma come puoi notare lui non la usa. Chiedimi tutto quello che vuoi."
"Intanto grazie per la maglietta anche se è di Ace. Perché sono qui? – vide la sua faccia perplessa – con qui intendo la vostra stanza." Accennò un lieve sorriso in direzione di Marco.
"Ah, okay. Ha insistito Ace, ha detto che così riposavano anche tua madre e Jinny e che si sarebbe occupato lui di te, così ha fatto." Ricambiò il sorriso, intenerito anche dal gesto dell'amico.
Kira mangiò uno dei biscotti "Ne vuoi un paio?" Non aveva molta voglia di mangiare, sentiva lo stomaco chiuso ma si sforzò ugualmente di mangiare almeno un pochino.
"No no, grazie. Ho già fatto colazione. Vado a prenderti i vestiti e ad avvertire tua madre." Su queste parole prese le chiavi della stanza per non rimanere chiuso fuori una volta uscito.
"No, non dirle niente. Altrimenti piomba qui e comincia con le sue paranoie e i suoi discorsi su quanto io sia stata incosciente e su quanta fortuna abbiamo avuto quando siete arrivati voi e altre cose del genere. Vado dopo io." La mora gli rivolse uno sguardo riconoscente vedendolo annuire.
"Come preferisci. Arrivo subito."

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