Cap. 8 - Tutti i nodi vengono al pettine... e si sgarbugliano

131 5 9
                                    

8- Tutti i nodi vengono al pettine... e si sgarbugliano

Nei giorni di viaggio che li separavano dalla Moby Dick, Kira ebbe modo di abituarsi al lento cullare delle onde e di leggere e rileggere le lettere alla ricerca di qualche dettaglio che potesse esserle utile ma non trovò nulla nuovo: riuscì solamente a capire che suo padre ovviamente sapeva della sua esistenza ma che con il tempo si era allontanato per seguire la carriera lavorativa. Una famiglia sarebbe stata d'intralcio per il suo futuro nella marina e così prese la scusa dei tanti anni di differenza, il lavoro che non poteva trascurare e gradualmente prese le distanze. Kira si sentì il mondo crollarle ancora un pochettino addosso ma peggio di così non poteva andare e cercò di farsene una ragione, alla fine come può mancarti una persona che non hai mai conosciuto e che non ha mai fatto parte della tua vita? Kira si disse che non era possibile.
Io invece vi dico che non è così, non ho mai conosciuto mio padre; eppure, ci sono stati giorni in cui ho sentito la sua mancanza fon dentro le ossa, non so come o perché ma è così.

Il giorno prima che arrivassero alla nave Kira non osò toccare cibo, aveva le budella che si torcevano a causa dell'ansia e se avesse provato ad ingerire qualcosa più sostanzioso di un cracker e un bicchiere d'acqua sarebbe stata la fine.
Salì insieme agli altri stando ben attenta a nascondersi fra di loro per non essere notata, Ace l'aiutò a salire a bordo e poco prima di ritrovarsi sul ponte sotto gli occhi di tutti le strinse la mano e si chinò verso di lei "Vedrai, andrà tutto bene. Sono sicuro che gli piacerai." sussurrò poi sfiorandole l'orecchio con le labbra e la ragazza annuì appena.
Certo, sarebbe andato tutto bene ma in quel momento Kira avrebbe solo voluto essere invisibile; dei pirati che erano sul ponte alcuni erano andati a salutarli e altri non potendo smettere il proprio lavoro avevano solo rivolto loro un cenno del capo a mo' di bentornato, ma tutti, nessuno escluso, avevano osservato per qualche istante la nuova ragazza a bordo.
Kira li osservò un po' a disagio e rivolse un leggero di sorriso nella loro direzione.
Lo sguardo della ragazza si soffermò su un omone gigante seduto su un altrettanto enorme sedia, aveva dei lunghi baffi bianchi a forma di mezzaluna rivolti verso l'alto e una bandana nera a coprire il capo, ma ciò che attirò la sua attenzione fu la quantità immensa di cicatrici che gli ricopriva il petto; teneva nella mano destra un naginata e dopo aver salutato Marco e gli altri fissò i suoi occhi dorati su Kira accennando un leggero sorriso.
"Beh, Ace, non mi presenti la tua amica?"
"Certo, babbo! – il ragazzo di fuoco le strinse la mano e quasi la trascinò di fronte all'uomo – Barbabianca, lei è Kira. Kira, lui è Edward Newgate, mio padre."
Kira deglutì appena osservando il Capitano dal basso, quell'uomo era immenso.
"Piacere di conoscerti, figliola. Benvenuta sulla Moby Dick,"
"Il piacere è mio, la ringrazio infinitamente." Gli sorrise e fece un inchino nella sua direzione. Barbabianca sorrise a sua volta, guardandola e poi passò lo sguardo sui suoi uomini che erano rientrati con Marco "Bentornati, sono felice di vedere che siate ancora tutti interi! – accennò una risata – Kira, se viaggerai con noi credo sia il caso che tu faccia un giro delle nave, ti va?" su queste parole Barbabianca si alzò.
"Se voi mi volete... – annuì – Mi farebbe piacere vedere la nave."
Edward Newgate le sorrise "Deuce ti accompagnerà, noi arriviamo più tardi."
"Certo, grazie." La ragazza spostò lo sguardo sul ragazzo dai capelli azzurri che le indicò Barbabianca, Masked Deuce era stato il primo membro dell'equipaggio dei pirati di Picche di cui Ace era comandante prima di unirsi alla ciurma di Barbabianca.
"Ci vediamo dopo." Pugno di Fuoco sorrise alla ragazza, accarezzandole celatamente un braccio e poi seguì Barbabianca e gli altri comandanti, lasciandola sola con Deuce.
Il pirata le sorrise dopo averla osservata e iniziarono così il tour completo della nave, Deuce nel frattempo le raccontava anche delle avventure per mare che aveva vissuto e di tanto in tanto le presentava i compagni che incontravano; Kira ci avrebbe messo una vita ad imparare ad orientarsi su una nave tanto grande e soprattutto ad imparare i nomi di tutti, sempre ammesso che ci sarebbe riuscita. I pirati si mostrarono tutti gentili e amichevoli, la ragazza si chiese se incontrati in circostanze differenti si sarebbero comportati allo stesso modo.
L'imbarcazione era talmente grande che non riuscirono a visitarla per intero, Deuce si limitò a mostrarle i luoghi più importanti e più utili.
"Sembra difficile orientarsi ma vedrai che tra qualche giorno la girerai anche ad occhi chiusi!" le disse, mettendole una mano sulla spalla e le rivolse un gran sorriso.
"Speriamo, anche se non ne sono così sicura!" accennò un leggero sorriso di rimando e si guardò intorno cercando di memorizzare e trovare dei punti di riferimento.
Fecero ancora qualche giro poi tornarono sul ponte mentre Kira raccontava qualcosa di vago sul suo vecchio villaggio, Deuce si mostrò interessato e fu abile nel mettere a proprio agio la ragazza che inizialmente si sentiva un pesce fuor d'acqua.
"Ah, siete qui. Vi stavo cercando! – la voce di Ace alle loro spalle li fece voltare – Tutto bene?"
"Tutto benissimo, Comandante!" esclamò Deuce dopo essersi scambiato uno sguardo con Kira.
"Confermo, mi ha fatto vedere un sacco di cose. Spero di non perdermi!" gli fece eco la ragazza.
"Bene, sono contento che andiate d'accordo! – sorrise a trentadue denti – Kiretta, ti salvo dalla sua parlantina e ti accompagno a vedere la tua cuccetta!"
"Capitano, non sono logorroico!" l'azzurro incrociò le braccia, fingendosi offeso.
"Io dico di sì invece!" proseguì Pugno di Fuoco scherzando.
"Non ascoltarlo, Deuce, sei stato un ottimo cicerone. Grazie mille!"
Il pirata sorrise soddisfatto a quelle parole e fece una scherzosa linguaccia ad Ace mentre quest'ultimo si dirigeva sottocoperta con la ragazza.
La stanza era situata nel corridoio parallelo a quello in cui si trovava la cabina del comandante, non era molto grande ma per Kira andava più bene, anzi era meglio di quello che si aspettava. Il letto da una piazza e mezza era posizionato al centro e occupava gran parte della stanza, la scrivania posta sotto l'oblò posizionata in modo da poter sfruttare la luce naturale e un armadio di medie dimensioni completavano l'arredamento. Kira la squadrò da cima a fondo e annuì, avrebbe spostato il letto per guadagnare un po' di spazio ma la sua stanzetta le piaceva un sacco. Ace le aveva già portato lì alcuni vestiti nuovi e li aveva posati sulle lenzuola, la mora li studiò sorridendo e non poté fare a meno di chiedersi quando li avesse preparati.
"Grazie mille, sei un angelo!" lo abbracciò, stampandogli un bacio sulla guancia ed Ace le strinse le braccia in vita sollevandola leggermente da terra.
"Ma figurati, questo e altro per te." sfregò il naso contro il suo e la lasciò a malincuore per andare a sbrigare le sue faccende dopo averle riferito di raggiungere Barbabianca nel suo studio.

Memorie Di FuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora