Cap. 7 - La scatoletta

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7- La Scatoletta

"Ahi! – esclamò – Mi stai facendo male, Izou..."
"Scusa, va fatto, altrimenti è un casino." Affermò l'uomo medicando con cura i graffi che Kira aveva sulle braccia "Ecco fatto!" sorrise soddisfatto del suo lavoro.
"Grazie mille! – accennò un sorriso, osservando l'uomo di fronte a lei – Per caso sai dov'è Ace?" lui le lanciò uno sguardo malizioso e lei si strinse nelle spalle leggermente imbarazzata.
"Tranquilla, scherzavo, non volevo metterti a disagio. – si spostò una ciocca dietro l'orecchio – Lui ti piace?"
Kira si sentì arrossire come un pomodoro e cominciò a tormentarsi le mani.
"Sì! Cioè no... Io..." la interruppe con un cenno della mano.
"Se vuoi puoi non rispondermi – e lo dici ora!? – ma a giudicare dal tuo comportamento direi di sì, comunque credo che a quest'ora sia in cucina a mangiare."
Le mise una mano sulla spalla e poi se ne andò.
Avrebbe dovuto immaginarlo, da quando conosceva Ace l'unico pensiero fisso del ragazzo era il cibo.
Raggiunse la cucina, il pirata era seduto al tavolo che si stava abbuffando e Marco, come ogni volta, intento a rimproverarlo dopo un po' si arrese.
"Non riuscirò mai a farti cambiare modo di mangiare. – poi vide Kira e si alzò – Io no, ma forse qualcun altro sì! Ciao a dopo."
Ace si girò con la bocca ancora piena e piegò le labbra in quello che doveva essere un sorriso.
"Vfoi qualfcofa?" chiese indicando il tavolo pieno di roba da mangiare.
"No grazie. Ho già dato di stomaco, vorrei evitare di farlo nuovamente."
Deglutì. "Mal di mare?"
"Ora non molto, ma sta' mattina appena alzata..." lasciò la frase in sospeso e si sedette di fronte a lui. I primi giorni erano stati davvero pesanti oltre al doversi abituare al movimento del mare aveva sulle spalle un consistente carico emotivo, aveva perso la madre, la migliore amica e la casa tutto in una volta sola. I sensi di colpa per non essere riuscita a salvare la madre e i conti in sospeso con lei le attorcigliavano lo stomaco, sperava che almeno Chiyuki fosse riuscita a mettersi in salvo, aveva sentito dalla cuoca che l'aveva vista scappare, magari stava bene. Il giorno non era un problema trovava cose da fare, le stavano insegnando a fare i nodi e spiegando cose base della navigazione, la parte difficile era la notte quando nel silenzio della sua cabina riusciva a sentire i sussurri dei fantasmi e delle sue paure. Fu una di quelle notti che seppe con certezza di aver trovato la persona giusta con cui trascorrere la sua vita; il comandante con la scusa di sapere come stava era andato a trovarla e l'aveva trovata in lacrime. Era riuscito a farla sorridere e aveva passato con lei la notte.
Vedo già i vostri sorrisetti maliziosi, ma non è successo ciò che state immaginando.
Quella notte avevano solamente dormito, non una carezza o una mano fuori posto, solo due persone abbracciate che dormivano ed è stato in quel momento che Kira aveva trovato risposta alla domanda che tutti si fanno all'inizio di una relazione 'è davvero lui la persona giusta per me?' e la risposta fu sì: era lui. Avrebbe potuto approfittarne o tentare un qualsiasi approccio, ma lui non fece nulla di tutto ciò, si limitò a tenerla stretta a sé e a farla dormire sul suo petto.
"Poi ti passerà. Le braccia?" Ace accennò un sorriso riportando l'attenzione su di sé.
"Mi bruciano un pochino, Izou mi ha appena cambiato le bende. Scusa se ti disturbo mentre mangi, posso chiederti dove hai messo il mio zaino, per favore? Così vado a prenderlo. Credo sia arrivata l'ora di guardare cosa ci sia dentro."
"Non ti preoccupare, ho finito. – deglutì l'ultimo boccone – È nella mia cabina, vado a prenderlo." Si alzò e sparì nel corridoio lasciando una Kira sola e agita all'idea di scoprire cosa tenesse sua madre dentro la scatoletta che lo zaino conteneva. Era talmente agitata che non sapeva star ferma così, mentre lo aspettava, aveva sparecchiato tutto ciò che il moro aveva tirato fuori.
Quando arriva? Ci vuole così tanto per andare a prenderlo e tornare?! Sono nervosa... Come faccio ad aprirla, la chiave ce l'ho io. Ma io non ho nessuna chiave! Dannazione! Calmati Kira, calmati... Fai un bel respiro e rilassati... Eccolo!

Ace appoggiò lo zaino sul tavolo "Ecco, tieni. Non ho toccato nulla."
"Grazie! – stava per andarsene ma Kira lo fermò – Aspetta dove vai? Non resti qui?"
Si grattò la nuca sorpreso da quella richiesta. "Pensavo volessi rimanere sola..."
"Se ti fa piacere puoi restare. Io vorrei restassi." Il ragazzo sorrise appena e si sedette accanto a lei che nel frattempo aveva tirato fuori una scatola in legno decorata con incisioni fini. Kira la studiò rigirandosela tra le mani, non l'aveva mai vista aperta.
"Non la apri?" le chiese curioso.
"Sì, ma non so come."
"Se la brucio?"
"No! Rischi di bruciare anche quello che c'è dentro!"
I dieci minuti seguenti li passarono a fissare il misterioso contenitore.
"Tua madre ti aveva detto qualcosa su come aprirla?"
"Sì, aveva detto che adesso ho la chiave per tutte le risposte che cerco, ma io non ho nessuna chiave..."
Sospirò appoggiando i gomiti sul tavolo e il mento alle mani sconsolata, la catenina che portava al collo penzolò nel vuoto, quella stessa catenina che Emiko aveva dato ad Ace e lui aveva allacciato al collo della ragazza solo pochi giorni prima.
"Ma certo! – esclamò il pirata facendola sobbalzare – Kira, la tua collana."
Kira si guardò il collo con gli occhi spalancati "Hai ragione, sei un genio!"
Prima di toglierla gli prese il volto tra le mani e gli stampò un bacio sulle labbra.
"Beh, si. Modestamente sono un vero genio." si vantò lui sorridendo.

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