ii/viii ━━ 𝘋𝘰𝘯'𝘵 𝘧𝘭𝘺 𝘵𝘰𝘰 𝘩𝘪𝘨𝘩 𝘰𝘳 𝘦𝘭𝘴𝘦 𝘺𝘰𝘶'𝘭𝘭 𝘧𝘢𝘭𝘭

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SECONDO PROMPT:Don't trust bed time stories & people can only live by forgetting the bad

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SECONDO PROMPT:
Don't trust bed time stories & people can only live by forgetting the bad

Chi e cosa: Levi racconta a Manami una parte del proprio passato...
Dove e quando: al rifugio nei boschi, tra la seconda e la terza stagione.
Avvertenze: sangue, angst, spoiler di No Regrets, e del capitolo 28 di KNI "Dietro iridi d'argento".
Words count: 2400


Uno sbadiglio piuttosto rumoroso troncò il silenzio di quella stanza. Manami smosse i piedi in maniera infantile, accavallò le gambe e le distese meglio lungo il muro, verso l'alto. Levi le rivolse un'occhiataccia, di filata: non riusciva a spiegarsi il motivo di una posizione tanto peculiare. Ella era distesa sul suo letto in disuso, con il corpo che formava un angolo a novanta gradi con la parete dietro la testata. I boccoli scarlatti erano poeticamente sparsi sul semplice lenzuolo niveo, e dipingevano un'interessante cascata di riccioli di cannella. Inoltre, teneva fra le mani uno dei libri di storia accumulati sul comodino di Levi, e man mano che leggeva percepiva la stanchezza - o meglio, la noia - farsi spazio in lei. Era notte inoltrata, a breve sarebbe persino sorto il sole oltre la corona verdeggiante degli alberi. I suoi raggi dorati avrebbero oltrepassato quel varco tra le montagne in lontananza e si sarebbero posati sulle acque del ruscello, facendole riflettere come diamanti. I teneri steli d'erba, invece, avrebbero assunto un contorno giallo se visti in controluce, e sarebbero divenuti quasi traslucidi. I cinguettii allegri degli uccellini già si sentivano provenire dall'esterno, di tanto in tanto sfrecciavano in volo di fronte al vetro della finestra. I battenti erano aperti e i due soldati avevano osservato il cielo tingersi di un profondo blu notte, cospargersi di punti luminosi come stelle, e adesso l'avrebbero visto rischiararsi a partire da est.

Manami sbadigliò ancora, e il corvino, che era accomodato alla sedia della propria scrivania a svolgere del lavoro d'ufficio, la fulminò con lo sguardo per la seconda volta in cinque minuti.
Allora, Levi si alzò e andò a spalancare la finestra. Un'ondata di aria profumata di sottobosco, umida come il muschio verde, fresca come l'acqua di sorgente, si inoltrò con delicatezza nella camera e penetrò a fondo nella pelle candida dei due soldati. La ragazza rabbrividì, e mugugnò «Chiudi, fa freddo.»
«Appunto» ribatté l'altro, avvicinandosi al materasso per scrutarla dall'alto «Se non sei in grado di restare sveglia, mi dici perché ti ostini a non dormire di notte? Poi dopo pranzo crolli miseramente come una poppante. Vuoi che ti porti un po' di latte caldo da succhiare, visto che ci siamo?»
Diede un colpo alla copertina del libro di lei, dall'alto, ed esso le cadde in pieno viso con un tonfo. Manami sbuffò e distolse l'oggetto con un gesto plateale, chiudendolo con una mano sola e ponendolo sul comodino. Cominciò ad alzarsi.
«Mi piace la notte, e tanto di giorno non ho molto di meglio da fare, in queste condizioni. A-ah iaiai.» si lamentò quando il torace venne attanagliato da un lancinante dolore alle costole. Vi portò una mano e si sedette, calando i piedi fino al pavimento.
L'uomo si armò di uno straccio e cominciò a spolverare ogni ripiano gli capitasse davanti: dalla maniglia della porta, alla testata del letto singolo, alle gambe della sedia su cui aveva trascorso l'intera nottata. Strofinava con vigorosità, e per un attimo quella monotonia dei gesti che si replicavano, quell'assenza di voci umane lo fece sentire quasi solo al mondo. I suoi sottoposti e Hanji erano ancora immersi nel sonno, evidentemente.

komeroshi • waitingforaotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora