vi/viii ━━ 𝘠𝘰𝘶 𝘬𝘯𝘰𝘸 𝘐'𝘮 𝘯𝘰 𝘨𝘰𝘰𝘥

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SESTO PROMPT: The day (night) the demon cried

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SESTO PROMPT:
The day (night) the demon cried

Chi e cosa: Levi fa uno dei suoi ricorrenti incubi notturni, per poi venir assistito da un angelo.
Dove e quando: ex quartier generale del Corpo di Ricerca, una settimana dopo la 57ª spedizione.
Avvertenze: sangue e violenza.
Words count: 2200


I colpi di vento prendevano a frustrate le chiome verdeggianti degli alberi. Le foglie sbattevano tra loro e fragoreggiavano, smuovendo masse di polvere di cui l'aria era intrinseca. Il mantello mimetizzato del Capitano svolazzava alle sue spalle, mentre egli si destreggiava, come una scheggia, fra i tronchi degli alberi giganti. Le spade tratte - la destra impugnata al contrario. Inalava ed espirava, sentendo i polmoni colmarsi di fumo quasi fino a scoppiare. C'era quel classico odore di carne putrida, bruciata, che si innalzava ogni qualvolta un gigante moriva. Solo che adesso, il bastardo all'interno della sua nuca s'era fatto divorare dai propri simili, pur di non venir catturato. La missione era fallita, dovevano ritirarsi e rientrare a Karanes prima del tramonto. Tuttavia, Erwin gli aveva ordinato di fare rifornimento di gas e lame. Non ne comprese il motivo, ma eseguì il comando comunque. Se il Comandante gli dava un ordine del genere, c'era di sicuro una valida motivazione. Non era tenuto a dargli alcuna spiegazione. A Levi stava bene così.

Ma, proprio mentre riempiva le bombole in acciaio inossidabile del dispositivo di manovra tridimensionale, non uno - bensì due - fulmini verdastri caddero dal cielo. Dal primo al secondo erano passati alcuni minuti, ma entrambi avevano fatto fremere l'intera foresta, gli avevano smosso i ciuffi corvini dalla fronte. L'ultimo lampo era stato seguito da un urlo nero, intrinseco di rabbia. Sembrava un terremoto.
Levi ragionò: se uno era l'infiltrato sospettato da Erwin, l'altro doveva essere...
Eren.

E se Eren era entrato in azione - proprio lui che doveva essere l'ultima risorsa a muoversi - significava che la sua intera squadra era stata annientata da quel gigante femmina. Mentre lui non c'era, mentre stava facendo rifornimento. Ecco cos'aveva previsto Erwin. Il nemico aveva sfruttato il fumo per fuggire nella foresta senza farsi notare. E aveva trovato Eren.

Il Capitano non ebbe nemmeno tempo di imprecare, che fulmineo arpionò i rampini ai tronchi mastodontici e si mosse tra di essi, diretto verso il luogo di provenienza dei tuoni. Fendeva l'aria, il corpo minuto, eppure tanto possente; la visuale attorno a lui cominciò a roteare. Si fece tutto sfocato: i raggi dorati del sole, i riflessi bronzei che dipingevano sul fogliame, il terreno sotto di lui. Sgranò gli occhi, sbatté le palpebre varie volte, ma tutto continuava a roteare in senso orario, strinse i denti, però non riuscì a mantenere il controllo dei propri movimenti. Anche lui ebbe la sensazione di aver cominciato a girare insieme alla foresta; come un proiettile che attraversa l'aria, e la smuove dal proprio cammino, creando appena dietro di sé uno spazio vuoto, in cui il tempo di fermava - così procedeva spedito Levi. All'improvviso si bloccò. L'aria si paralizzò, divenne un densissimo strato di materia traslucida che gli si avvolse attorno i polsi e alle caviglie, rallentando la sua corsa di falco che precipita verso la propria preda.
Così, davanti a lui si materializzò il corpo di Gunther.

komeroshi • waitingforaotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora