viii/viii ━━ 𝘉𝘰𝘯𝘥𝘪𝘯𝘨

159 11 35
                                    

OTTAVO PROMPT: "Those who protect against all odds

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

OTTAVO PROMPT:
"Those who protect against all odds."

Chi e cosa: Levi e il risveglio del suo ambiguo legame (Ackerman?) con Manami.
Dove e quando: Karanes, rientro dalla 57ª spedizione fuori dalle mura.
Avvertenze: nessuna.
Words count: 1200


Vi era un preciso momento, nella vita di ogni Ackerman, in cui la forza celata si risvegliava, venendo alla luce. Come una belva che riposa, in attesa del segnale che la faccia balzare all'attacco, sfoderare gli artigli. L'evento scatenante era come una scintilla che faceva divampare l'incendio nelle loro vene, rinvigoriva i battiti del cuore e faceva contrarre i muscoli, il respiro accelerato. Spesso, il risveglio del potere era associato anche alla nascita di un profondo legame dettato dal sangue, la sostanza viscosa e rossastra di cui prima o poi, se non l'avevano già fatto, si sarebbero macchiati le mani al fine di proteggere quella persona speciale. Ogni Ackerman ne aveva una: erano stati creati per questo, per proteggere i Re delle varie generazioni. Tuttavia, siccome era impossibile manipolare la mente degli Ackerman con il potere del gigante fondatore, i sovrani iniziarono a perseguitarli, ed essi si dispersero tra le mura come api che vengono stanate con il fumo dai loro alveari. Alcuni si rifugiarono ai confini dei boschi, vivendo in solitudine; altri trovarono rifugio nel sottosuolo, una città residua dal trasferimento avvenuto cento anni addietro. Ormai, essa era diventata il distretto della malavita, ove i criminali sgattaiolavano, compiendo i loro crimini; commerci illegali di armi, e talvolta anche donne e bambini, erano all'ordine del giorno.

Sua madre lavorava come prostituta nella città sotterranea, e quando era rimasta incinta di un cliente - Levi lo immaginava sempre come il peggiore tipo di uomo - aveva deciso di tenere il bambino. Pensava, magari, che un'innocente creatura meritava di venire al mondo, perché non aveva alcuna colpa. Non aveva mai sperato di non essere mai nato: era grato a sua madre. Lei, finché c'era stata, aveva fatto tutto ciò in suo potere pur di donargli l'amore che forse lei non aveva ricevuto, aveva tentato di rendere la loro vita degna, anche se trascorsa nelle fogne della società. Gli raccontava, mentre lo cullava tra le braccia, di come lui avrebbe dovuto diventare forte e salire in superficie. Ricordava ancora bene il suono della sua voce limpida e gentile, seppur determinata. Gli diceva di non fidarsi troppo delle persone, ma che un giorno avrebbe trovato anche lui qualcuno a cui volere bene, e che gliene avrebbe voluto. Certo non gli aveva mai parlato del suo cognome, Ackerman. Gli aveva detto solo che era meglio tenerlo segreto, perché là fuori c'erano persone cattive che altrimenti l'avrebbero ucciso, e lei non voleva che ciò accadesse. Gli aveva insegnato tutto ciò che poteva, da madre, perché una volta cresciuto potesse farsi strada nella vita e sopravvivere. Levi non aveva mai capito se in lei si fosse risvegliato o meno, quel potere, e neanche se aveva trovato quella persona. Ciò di cui era sicuro, era che sua madre era stata una donna dall'animo tenace, e che lui aveva ereditato quella sua caratteristica. In realtà, se non eri forte, nella città sotterranea non avevi un futuro: eri un topolino rinchiuso in una gabbia di gatti affamati che si leccano i baffi.

Il momento in cui Levi si era sentito trapassato da quel fulmine verdastro, era stato quando aveva visto quel branco di giganti fare in brandelli i corpi di Isabel e Furlan. Non avrebbe mai dimenticato l'ira cieca che aveva preso possesso del suo corpo per quegli istanti - aveva visto tutto bianco, i muscoli si erano mossi da soli. E poi, subito dopo, quando gli pareva di star precipitando nel baratro del dolore, sprofondando sempre più verso l'oscurità, ecco che Erwin gli si era parato davanti, illuminato dalla luce dorata del sole. Tac. Si era sentito legato all'istante a quell'uomo, e tutto l'odio che aveva provato nei suoi confronti si era smaterializzato, lasciando solo una salda corda che legava il suo cuore a quello del biondo. E da quel giorno aveva sentito la necessità fisica, incontrovertibile, di servirlo.

Solo dopo aveva ricordato un racconto di Kenny, che gli narrava un evento simile accaduto nella sua vita. E anni dopo ancora aveva domandato a Mikasa Ackerman se anche lei aveva vissuto un'esperienza del genere: la risposta era stata affermativa. Perciò, si era convinto che fosse una prerogativa degli Ackerman. Hanji aveva fatto delle ricerche al riguardo, ma non aveva trovato nulla. I documenti erano andati distrutti per mano dei Re precedenti.

Una cosa particolare era avvenuta il giorno della cinquantasettesima spedizione fuori dalle mura, quando ormai erano rientrati in città, sotto la luce pescata del tramonto. I membri originari della sua squadra, che ne facevano parte sin dall'inizio, erano stati uccisi senza pietà dal gigante femmina. Davanti a lui giaceva il corpo di una ragazzina appena entrata nell'Armata, e che lui aveva reclutato per la propria unità. L'aveva vista combattere durante la difesa di Trost, e poi aveva udito la sua tesi durante il processo a Eren - il quale si trovava su un'altro carro, insieme a Mikasa - e aveva deciso di volerla come sottoposta. Adesso stava riposando, e lui, sentendo il peso sulle sue spalle farsi man mano più pesante, l'aria più densa, non poteva esimersi dall'osservarla. Era conciata maluccio, ma almeno era sopravvissuta. Era giovane e forte, si sarebbe ripresa. Ne era certo.
Cos'era, quella sensazione? Sentiva una fitta proprio al centro del petto, faticava a deglutire. E gli occhi argentei erano fissi sul volto di lei.
Qualche attimo dopo, il padre di Petra rincorse il carro e gli parlò, sventolando una lettera.
Ecco.
Era la sensazione di qualcuno che stava di nuovo per precipitare. E nonostante sapesse che in cima alla colonna di cavalieri c'era Erwin, il suo pilastro portante, adesso era troppo lontano, e lui non riusciva ad aggrapparcisi ancora, perché vedeva soltanto Manami. Si trovava lì davanti a lui, seduta, adesso. E fissava il cielo con quegli occhi enormi, che troppo spesso erano contratti in un'espressione indifferente. La vide alzare una mano e indicare il bordo delle mura alte cinquanta metri.

«No. Non me ne pentirò mai.» disse lei, rispondendo a una sua precedente domanda "Ti stai pentendo di esser entrata nel Corpo di Ricerca?" «Noi... noi combattiamo per rendere concreto un ideale: la libertà. E se me ne pentissi, non sarei migliore delle persone che insulto. Se me ne pentissi, sarei solo una vigliacca! Oggi, Oruo, Eld, Petra... Gunther... si sono sacrificati per questo. E io non intendo rendere vano il loro sacrificio! Se me ne pentissi ora, se mi arrendessi... sarebbe stato tutto inutile. Io combatterò fino alla fine, anche se sarò da sola e senza speranze, per onorare le loro vite! Noi che siamo in vita portiamo sulle spalle il dovere di dare un senso alle loro morti. È per questo che combatterò fino all'ultimo respiro... è per questo che non mi arrenderò mai.
Noi siamo le ali della libertà.»

Sulla sua schiena comparvero due ali fatte di candide piume, leggerissime che parvero sollevarlo fin sopra quella muraglia, e trasportarlo oltre, verso l'orizzonte infinito. E il peso scomparve, sostituito da qualcosa di ben più profondo. All'improvviso sentì un brivido percorrerlo dalla testa ai piedi, fino ai polpastrelli delle dita, il cuore balzò un battito nel petto. Spalancò gli occhi, guardò Manami.
Sentì il dovere di proteggerla, da lì in poi. Non poté farci nulla, contro quel bisogno ineluttabile del suo corpo, del suo sangue: l'avrebbe salvata da qualunque minaccia, a qualunque costo.


Nota autrice:

Eccoci alla fine dell'attesa! A breve tornerà l'anime di AoT, con l'ultima stagione, e io non sono per niente pronta...
Da qui in poi, in questo libro, penso che pubblicherò qualche altra OS non inerente all'iniziativa #waitingforaot, ma sempre storie aggiuntive alla fanfiction che non hanno trovato spazio nel libro principale. Per avere una raccolta unica di OS extra, ecco.
Spero che chi è arrivato fin qui senza aver letto "Sunlight Puff" si sia almeno un po' incuriosito, e prima o poi passerà a leggere la fanfiction per intero.
Grazie della lettura.

アデル

komeroshi • waitingforaotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora