Capitolo 1

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Ugh, fottuto mal di testa. Mi alzo, tenendomi in equilibrio sui gomiti. Sono nuda, coperta solo da un lenzuolo fino al petto. Mi guardo in torno, ma non vedo la mia stanza da letto, bensì delle pareti blu con varie fotografie. Molte sono di quattro ragazzi, ma in ogni fotografia è presente un ragazzo dai capelli castani, i suoi occhi sono neri, sembra avere dei tratti asiatici, ma non ne sono sicura e ha la pelle ambrata. Beh, almeno è un bel ragazzo. Ci sono anche delle mensole con libri e vari oggetti, un armadio che sembra molto spazioso e una finestra molto grande che rende la stanza luminosa. Mi giro alla mia destra per trovare gli stessi capelli castani delle foto. Il viso è sepolto nel cuscino, e sento un leggero russare. Cerco di alzarmi dal letto senza fare rumore, ma proprio mente faccio leva con le mani, il materasso cigola fastidiosamente. Sento il ragazzo sbuffare e muoversi, ma per fortuna continua a dormire.

Mi alzo definitivamente e cerco i miei vestiti trovandoli a terra vicino al letto. Mentre mi rivesto, mi volto a guardare il ragazzo nel letto. Come avevo visto dalle foto, è molto bello. Ora è girato su un fianco, e il lenzuolo lo ricopre fino alla vita. Ha un bel fisico e un po' mi dispiace non ricordare come sia stato ieri sera. 'Fanculo l'alcool, e 'fanculo Beth e alle sue uscite del sabato. Mi infilo anche le scarpe, recupero il cellulare, anch'esso a terra e silenziosamente esco dalla stanza, trovandomi in un corridoio. Continuo a camminare fino ad un soggiorno molto ampio individuando la porta. La apro senza fare rumore ed esco in fretta. Scendo al piano terra con l'ascensore, che si apre in una specie di atrio, dove si trova un bancone con dietro un ragazzo. Mi sorride, io gli faccio un saluto veloce mentre mi precipito fuori dalle porte di vetro del palazzo, e sono accolta dal caldo del mattino di Los Angeles.

Per mia fortuna un taxi si sta giusto fermando davanti al palazzo, e corro ad aprire la portira. Metto la mano sulla maniglia e spalanco la portiera, ma il taxi non è vuoto. Un ragazzo biondo, e con gli occhi azzurri più incredibili che abbia mai visto, mi guarda sorpreso. "Potevi aspettare che scendessi." Le parole escono da quelle labbra piene, ornate da un anellino nero che le rende solo ancora più appetibili, ma hanno un tono seccato, e questo mi fa irritare. "Non avevo visto che c'era qualcuno nel taxi. Si vede che sei invisibile."

"Non mi sembra di essere tanto piccolo da non essere visto." Dice, mentre scende dal taxi, e maledizione, ha ragione. Si alza, e con il suo metro e novanta, credo, sovrasta il mio metro e sessantacinque. Devo piegare all'indietro la testa per poterlo guardare mentre fa un sorrisetto strafottente. "Quindi, vuoi una foto, oppure un autografo? Scegli, non ho molto tempo." Alzo un sopracciglio stranita, non capendo le sue parole "Come, prego?" ora anche le sue sopracciglia formano un cipiglio mentre mi guarda dall'alto in basso "Non sai chi sono?"

"Perché, dovrei?". Vedo passare sul suo viso diverse emozioni, per fermarsi poi al divertito. "Beh, questa è nuova." Bussa al finestrino del conducente, che spazientito abbassa il finestrino, mentre il biondo gli chiede "Mi scusi, ha per caso una penna?" l'autista, dopo averla trovata, gliela passa. Mr. Sono-alto-solo-io mi afferra la mano e comincia a scarabocchiare dei numeri sul dorso, e una volta finito sorride soddisfatto. Quel sorrisino mi infastidisce e non riesco a trattenermi dal parlare "A parte il fatto che ho un cellulare su cui salvo i numeri.." dico sventolando la mano che stringe il telefono "Ho solo un paio di domande. Chi ti dice che io voglia il tuo numero e soprattutto, chi ti dice che ti richiamerò? Sei uno sconosciuto, per di più sei anche scontroso."

"Beh, sono Luke. Visto, non sono uno sconosciuto. E sono fermamente convinto che mi chiamerai perché sono tremendamente bello, e scoprirai che sono anche simpatico. Dio mi ha graziato." Scoppio in una sonora risata "Contaci, amico." Faccio per salire sul taxi, ma lui mi afferra il braccio, facendomi voltare nuovamente verso di lui e avvicinando pericolosamente il viso al mio "Ci conto davvero."

"Mi chiedo come ci siate stati in quel taxi, tu e il tuo ego enorme."

"In effetti eravamo un po' stretti." Dice con un'alzata di spalle. Poi si muove velocemente, afferra il mio cellulare e lo sblocca. Protesto, cercando di afferrarlo, ma Luke alza le braccia, ed io non ho alcuna speranza di arrivarci. Vicino a lui mi sento tremendamente bassa, più del solito. Sento lo squillo di un cellulare, e Luke tira fuori il suo dalla tasca posteriore degli skinny neri, che gli fasciano perfettamente le gambe lunghe, e chiude la chiamata "Ora ho il tuo numero, quindi, se non mi chiamerai entro domani sera, lo farò io." Detto questo mi restituisce il cellulare. Gli lancio un'occhiataccia e borbotto un "Squilibrato." prima di salire sul taxi e sbattere la portiera. Dico la via al tassista e cerco di rilassarmi contro il sedile mentre rielaboro quello che è appena successo.

Spazio autrice:
Ciao a tutti! Questa è la prima storia che scrivo, e non so, ahah sono abbastanza nervosa. Spero davvero che vi piaccia. Fatemi saperee, un bacione.
Je :)

Corretto✅

Just Sex ||Luke Hemmings||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora