PROLOGO

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Anno 1980

Il vento muoveva le foglie. Piccoli mulinelli. Era una bellissima giornata. Una di quelle giornate che ti dava l'illusione che nulla di male sarebbe potuto succedere. Una giornata perfetta per tutti tranne che per Regulus Black. Il ragazzo guardava l'orizzonte, il cielo che iniziava a tingersi di arancione. Le prime tracce del tramonto. Per lui non era la fine di una giornata qualsiasi. Era la fine della sua ultima giornata. Si passò una mano tra i capelli scuri. La decisione era stata presa giorni prima. Ci aveva riflettuto così tanto e aveva cambiato idee talmente tante volte che si sentiva confuso. Pensava ai suoi genitori, così orgogliosi di lui, il figlio prediletto. Pensava a suo fratello Sirius, il ribelle. Pensava a Kreacher, il suo elfo domestico, il suo unico amico. Perché Regulus, se ne rendeva conto ora più che mai, non aveva mai avuto dei veri amici. Certo, c'erano state le cugine e  i compagni Serpeverde. Loro però lo apprezzavano solo per le sue origini. In quei giorni più che mai avrebbe voluto essere più simile a Sirius. Avrebbe voluto aver ascoltato il Cappello Parlante quando gli aveva suggerito come casa Grifondoro. In quel momento, che gli sembrava essere avvenuto centinaia di anni prima, Regulus  si era sentito angosciato. L'unica cosa certa in tutta la sua vita era il fatto che lui fosse un Serpeverde. Fin da bambino lo aveva saputo. In fondo tutti i Black, quelli veramente degni di portare quel cognome, erano stati dei Serpeverde. E poi suo fratello aveva rotto quella tradizione. Un Grifondoro. Ricordava le urla di suo padre e le lacrime di sua madre, quando lo avevano saputo attraverso una lettera. Un disonore per la famiglia. Regulus, sempre così legato al fratello maggiore, si era sentito tradito. Aveva capito, già allora, anche se era solo un bambino, che quella sarebbe stato l'inizio della fine. Il rapporto con Sirius era cambiato. Poteva dire che la rottura finale, quando Sirius se n'era andato veramente, era stata solo la conclusione di un processo iniziato anni prima più precisamente quando Sirius era entrato a Grifondoro.

Regulus chiuse stancamente gli occhi. Ormai non si poteva più tornare indietro. Quello che era fatto, era fatto. L'aria gli accarezzava il viso, quasi lo baciava. Aveva sempre fatto delle scelte sbagliate, seppur con le più nobili intenzioni, ora però c'era la possibilità di rimediare. Restò fermo alcuni istanti, concedendosi di lasciar vagare la mente. Ripensò alle partite di Quidditch, quando sfrecciava in mezzo al cielo e si sentiva il padrone del mondo, al suo primo bacio, impacciato, sotto il vischio, all'ansia per gli esami. Quante sciocchezze. Si alzò. Doveva andare, aveva deciso cosa fare. Se avesse portato a termine la propria missione, nella quale sarebbe certamente morto, avrebbe posto rimedio a tutto il male che aveva fatto. Si diresse verso casa. Aveva ancora alcuni preparativi da fare.

Il punto di non ritorno era stato quando il suo adorato Kreacher era tornato a casa ferito, dopo che lui stesso lo aveva chiamato. Regulus si era sentito morire. Era stato lui ad affidarlo al Signore Oscuro, lui aveva creduto di fare così il bene. Invece aveva fatto il male. Kreacher ci aveva messo ore a dirgli quello che era successo. Non appena arrivato era troppo debole per parlare. Regulus lo aveva ascoltato con un'angoscia crescente. Non era possibile, urlava il suo cervello, ma una vocina, sul fondo della sua mente, gli sussurrava che era vero. Non erano forse mesi che Regulus aveva dei dubbi? Era stato quello a spingerlo ad agire. Regulus non aveva mai agito in vita sua, aveva sempre preferito stare a guardare, seguire sentieri già tracciati, sebbene mille volte nella sua testa avesse sentito quella vocina che gli diceva che lui poteva essere diverso. Essere diverso però gli faceva paura, non voleva perdere la sua famiglia. Lui non era diverso. Appoggiò una mano all'altezza del cuore. Nascosta in una tasca interna c'era la pergamena con cui comunicava con la sua misteriosa amica di penna. Sospirò. Non si era permesso di pensare troppo a lei. Il pensiero di non poterla mai conoscere era doloroso, troppo doloroso. Forse quella ragazza, che tracciava delicate lettere sulla carta, era l'unica che poteva capirlo veramente. Ora però era pronto.

Si è mai pronti veramente per andare a morire? No, probabilmente no. Lui però sarebbe andato incontro al proprio destino senza indugiare. Per una volta non si sarebbe comportato da Serpeverde, ma da Grifondoro. Uno stupido e coraggioso Grifondoro.

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!

Questa è la mia prima fanfiction sul mondo di Harry Potter, per cui chiedo scusa per eventuali errori. L'idea originale era scrivere una Dramione, ma mentre facevo qualche ricerca online ho incontrato nuovamente il personaggio di Regulus Black e ho deciso che non sarebbe male dargli una seconda possibilità. Fatemi sapere cosa ne pensate, aspetto i vostri consigli ❤

La principessa dei grifoni e il principe delle serpi (DRAMIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora