RIFUGIO

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Hermione si rifugiò nell'unico posto in cui si sentiva sempre al sicuro: la biblioteca. Era arrabbiata, triste, stanca. Era soprattutto stanca. Esausta. Chiuse gli occhi per un solo istante, poi li riaprì. Non era la tipa che si faceva prendere dallo sconforto. Non la era mai stata e non la sarebbe diventata ora.

La biblioteca era vuota. Mancava solo mezz'ora all'inizio delle lezioni e la maggior parte degli studenti stava finendo di fare colazione. Meglio così. Si diresse a uno dei tavoli, si sedette e aprì la tracolla. La sua prima idea era stata quella di ripassare, ma non appena l'occhio le cadde sulla pergamena cambiò idea. La estrasse, quasi sperando di trovarci sopra un messaggio, ma non c'era nulla. Indugiò. Forse avrebbe dovuto attendere. Sicuramente il ragazzo con cui comunicava stava facendo colazione. Lo immaginò nella Sala Grande, insieme ai suoi amici. E poi la scritta comparve come dal nulla, mentre stava per mettere via la pergamena.

"Ci sei?"

Hermione sorrise, non ne poté proprio fare a meno. Tirò fuori dalla tracolla piuma e inchiostro, quindi cominciò a scrivere.

"Presente, anche se a breve devo andare a lezione"

"Sei una precisina quindi"

Hermione sorrise.

"Tu no?"

Attese, il cuore in gola.

"Anch'io, la verità è che spesso ho paura di sbagliare. Per questo seguo ciò che hanno tracciato gli altri... è una cosa che non ho mai confessato a nessuno"

Hermione si passò le dita tra i capelli che quel giorno erano più crespi del solito. Le sembrava impossibile che ci fosse in quella scuola una persona capace di capirla così tanto e che lei non l'avesse mai notata. Certe cose dovrebbero essere evidenti, no? Tra sé e sé pensò alle storie delle anime gemelle che si riconoscono subito. Stupidaggini, eppure... sospirò. Rapidamente scrisse la risposta.

"L'anonimato aiuta"

"Molto, si rivela molto più di sé a uno sconosciuto che a una persona che si conosce a fondo"

La ragazza si trovò d'accordo con quelle parole.

"Gli amici spesso non capiscono" scrisse, attenta a curare la sua calligrafia.

"Neppure i genitori capiscono... no, questo non avrei dovuto scriverlo"

"Sei libero di scrivere ciò che vuoi" restò alcuni istanti con la piuma sospesa, cercando di pensare a qualcosa d'aggiungere senza entrare troppo nella vita personale del suo nuovo amico "è capitato anche a me di avere problemi con i miei" ammise.

"E che dire poi degli altri parenti?" rispose lui, chiunque fosse "Vogliono che tu segua ciò che fanno loro"

"I miei non sono proprio così, però spesso ho l'impressione che non capiscano"

Restò un attimo immobile. Erano cose che non aveva mai detto a nessuno. Poteva davvero fidarsi di questo ragazzo?

"I genitori non capiscono mai... è ora di andare a lezione!"

Hermione sobbalzò leggendo quelle parole! Si stava dimenticando della cosa più importante.

"Menomale che lo hai scritto"

"Devo proprio incantarti per averti fatto dimenticare la lezione"

Hermione arrossì e fu lieta di essere sola.

"Hai grande considerazione di te stesso"

"Se mi conoscessi mi daresti ragione, ah, ah, ah"

Era una battuta? Non ebbe tempo di chiederselo, perché il suo misterioso interlocutore continuò a scrivere.

La principessa dei grifoni e il principe delle serpi (DRAMIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora