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Carlos, Ginevra.

La scena di Dafne che vola da non so quanti metri di altezza continua a scorrere a rallentatore nella mia mente. Si è schiantata al suolo con un tonfo finendo con la testa su uno degli ostacoli. In quel momento intorno a me si è fermato tutto. Io e Achille siamo corsi in campo e quando Dafne continuava a rimanere priva di sensi ho sentito il mio cuore fermarsi. Non ricordo niente, né Achille che correva a recuperare Thunder, né la folla di persone intorno a noi e nemmeno l'ambulanza. Mi sono ritrovato qui su questa sedia di plastica blu in questo ospedale di Ginevra senza nemmeno ricordare come ci sono arrivato. È come se stessi in una bolla dove sento e vedo tutto ovattato e il tempo sembra essersi fermato.

Dovrei essere abituato agli incidenti, nel mio sport ne ho visti tanti, li ho anche vissuti sulla mia pelle eppure adesso mi sento morire dentro e mi sembra di non aver mai vissuto niente di peggio di questo momento.

Io, Achille e Nicole rimaniamo in un silenzio carico di tensione. Ci limitiamo ad alzare la testa solamente quando vediamo passare un'infermiera o un medico, nella speranza che ci dicano qualcosa.

Le ore passano lente, interminabili. Continuo ad avere il fiato corto e mi guardo nervosamente le mani intrecciate.

Quando un medico viene verso di noi ci alziamo tutti e tre di scatto.

Si avvicina con andatura lenta, ha uno sguardo serio che mi mette in allerta e si passa una mano tra i capelli brizzolati «Buonasera... Dafne è sveglia. Abbiamo fatto una tac e ha un leggero trauma cranico. Contro ogni nostra aspettativa non ha niente di rotto.»

«Siete sicuri che sta bene? Avete controllato bene tutto?» Achille fa un balzo in avanti e il medico lo guarda in maniera rassicurante

«La terremo sotto osservazione per ventiquattro ore. Ma sta bene per fortuna.»

«La possiamo vedere?» Aggiungo io

Il medico guarda l'orologio, poi guarda di nuovo verso di me.

«Faremo un'eccezione signor Sainz. L'orario di visita è finito un'ora fa»

«Io posso restare con lei?» Aggiunge Nicole

«Si certo, lei può restare con la paziente.» Vedo Nicole fare una carezza ad Achille per cercare di calmarlo e fa un cenno di ringraziamento al medico.

Il medico ci conduce verso un lungo corridoio, cammina talmente con calma che sento l'irrefrenabile voglia di superarlo e correre da Dafne.

Quando Dafne vede arrivarci, cerca di mettersi seduta, ma tutti noi la ammoniamo di non muoversi troppo. Mi avvicino piano a lei facendo attenzione alla flebo. Mi sembra così piccola e indifesa in questo letto, la vorrei stringere a me tutta la notte.

«Hey...» mi dice accarezzandomi la guancia

«Ci hai fatto prendere un bello spavento.» Ho la voce rotta, faccio del mio meglio per reprimere le lacrime che mi pizzicano gli occhi

«Sto bene adesso.» Vedo le sue labbra schiudersi e le do un leggero bacio. Lascio spazio ad Achille e la osservo dall'angolo della stanza. Mi sento svuotato. Sono così felice che sta bene.

Dopo pochi minuti ci invitano a lasciare la stanza. Achille si organizza con Nicole per portarle ciò che le serve per la notte e ci avviamo insieme verso l'uscita dell'ospedale. Il ritorno verso l'albergo è silenzioso, è stata una giornata pesante per tutti. All'improvviso Achille rompe il silenzio ed esclama

«Qualcuno ha fatto qualcosa a Thunder»

Sento la rabbia al solo pensiero che qualcuno abbia fatto accadere tutto questo di proposito e stringo forte i pugni

I need you to stay || Carlos SainzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora