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provare terrore in una vita già spaventosa


Sarebbe stata una lunga giornata, per entrambi. Minho era seduto in silenzio sul letto di Jisung, intento ad osservarlo mentre il ragazzo si preparava per uscire con i suoi due altri amici.

–Dove ho messo..oh!– esclamò Jisung, afferrando la sua mascherina dopo averla trovata sul pavimento. –Ho tutto. Arrivo!– urlò verso l'altra stanza, avvertendo Chan e Changbin che lo stavano aspettando.

–Non farti beccare.– disse Minho, sorridendogli appena.

Jisung ricambiò il sorriso, sedendosi vicino a lui. –Mi prendo una vacanza, dopo questa.– lo informò.

–Non sapevo che i ladri andassero in vacanza.– commentò Minho, ridacchiando.

Jisung annuì. –Nemmeno io. Ma non ho intenzione di derubare nessuno per un po'.– mormorò, abbassando il suo sguardo verso il pavimento ma mantenendo il suo sorriso. –Così posso passare più tempo con te.

Con me?– il tono di Minho dimostrava la sua incredulità.

–Mhm. Con te.– confermò.

–Jisung? Dove sei finito? Non avevi detto che stavi arrivando?– una voce dal suo soggiorno lo fece sospirare. Si alzò dal letto, prendendo il cappello che aveva utilizzando anche la prima volta che aveva incontrato Minho e sorridendo a quest'ultimo.

–Se hai fame cerca qualcosa in cucina.– gli consigliò, facendogli cenno con la mano di star andando.

–Aspetta.– mormorò Minho, alzandosi in piedi e camminando verso di lui, abbracciandolo prima che Jisung potesse essere in grado di comprendere cosa fosse successo. Rimase fermo per un po', respirando a fondo quel profumo a cui stranamente si era già abituato e poi lasciandolo andare.

–Tornerò, non preoccuparti.– lo rassicurò Jisung. –Vado.– sussurrò poi, uscendo finalmente dalla stanza e incontrando le facce scocciate dei suoi due colleghi.


La casa in cui erano diretti non era un solito appartamento a cui Jisung era abituato. La maggior parte delle persone ricche vivevano in case separate di quel genere, piene di telecamere e sistemi di sicurezza, evitate dal trio per la difficoltà a cui li sottoponevano.

–Avete..poco più di una mezz'ora, direi.– li informò Jeongin, in chiamata con loro. –Non appena noteranno il mio attacco cercheranno di riprendere il controllo o di scoprire chi sono. Ora, la domanda è: quanto ci metteranno a notare il mio attacco?

–Non lo so genio, diccelo tu.– disse Changbin, i suoi occhi fissi sulla strada davanti a loro.

–Devo per forza spegnere tutte le telecamere. Non sono del tutto sicuro che nessuno sia a casa al momento, ma non dovreste avere troppi problemi. Solo..state coperti.– li raccomandò Jeongin.

–Giuro che se non ne vale la pena ti distruggo.– borbottò Jisung.

–Fidati di me. Ho fatto un errore solo una volta, e non mi sembra che ti sia andata troppo male, no?– gli chiese Jeongin. –Hai pure qualcuno nel tuo letto ogni volta che torni a casa, ora.

–Stai zitto.– si lamentò Jisung, infastidito dal modo in cui l'altro ragazzo si era riferito a Minho.

–No, devo darvi informazioni. Davvero, ne vale la pena stavolta. Questo tizio è il figlio del fondatore di un'azienda molto ricca, caga soldi in pratica, ma è stupido come la merda. A-ha, vi piace la mia battuta?– chiese, poi schiarendosi la gola. –Comunque. Non dovreste fare troppa fatica a superare il cancello, potrebbe essere un problema se rimarreste bloccati dentro. Detto questo, vi avvertirò come al solito quando inizia il contro-attacco, o se arriva qualcuno nel dunque. Muovetevi in fretta e prendete le prime cose che trovate. Buona fortuna.

grafite e diamanti | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora