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qualche volta i sogni diventano incubi


Quando si svegliarono, il sole era alto nel cielo e filtrava perfettamente attraverso la finestra di Jisung, illuminando tutta la stanza in un modo tale da impedire a chiunque di dormire.

Ma allo stesso tempo, non era quello il motivo per cui si erano svegliati. Delle voci lontane avevano cominciato a farsi più forti nel suo soggiorno, cullandoli entrambi fuori dal mondo dei sogni e verso quello della realtà.

Jisung sbuffò, spostandosi impercettibilmente nel letto e stringendo un po' più forte Minho a sé. Quest'ultimo sembrava essersi svegliato, siccome si mosse leggermente e lasciò ricadere il suo peso contro il corpo di Jisung.

–Jisung.– una voce giunse dal corridoio che portava nella sua stanza. –Changbin mi ha detto che..oh.

Jisung aprì un occhio, scocciato, fissando il viso illuminato di Chan e quasi perdendo la vista a causa di tutta la luce nella stanza. La palpebra del suo altro occhio era rossa fuoco, ma non aveva intenzione di aprirlo. I suoi occhi erano troppo stanchi.

–Cosa vuoi?– chiese, rotolandosi dall'altra parte, portandosi dietro Minho e dandogli un bacio sulla fronte. –Sapevo che non sarei dovuto tornare qua.

–L'hai fatto comunque.– notò Chan, ridacchiando. –Jeongin mi ha inviato dei posti interessanti. Ti lascio le copie qua.– disse, posando un paio di fogli da stampante usati su uno dei mobili nella sua camera.

–Okay, ora vattene.– disse Jisung, scocciato di non poter dormire.

–Se vuoi chiudo la tenda. Dubito che riuscirete a dormire così.– suggerì Chan.

Jisung sospirò. –Siamo entrambi svegli. Ora andatevene. Voglio un po' di privacy con il mio ragazzo. Posso?

–Il tuo..

–Chan, muoviti!– la voce di Changbin lo raggiunse dal soggiorno.

–Oh..uhm..parliamo più tardi, okay?– gli disse Chan.

Jisung aprì di scatto di suoi occhi, girando la testa, il suo sguardo oltre la sua spalla, fisso su Chan. –Giuro che se non esci in tre secondi ti distruggo la moto.

–Hey, hey, calma!– disse Chan, ridacchiando mentre lasciava la camera di Jisung. Le sue minacce avevano funzionato, comunque. Non era che Jisung fosse così brutale normalmente con i suoi amici, e non era neppure giustificato, ma era comunque di cattivo umore perché aveva dormito qualcosa tipo 3 ore e l'unica cosa che era disposto a fare a quel punto era baciare Minho e farsi le coccole a vicenda.

–Sei sveglio?– sussurrò quindi, rivolto al ragazzo tra le sue braccia.

–Mhm.– annuì Minho.

–Scusa.– disse Jisung, ridacchiando. –Cambierò il pin della porta.

–Non importa.– disse Minho, aprendo piano i suoi occhi. –Mi piace quando è tutto così..movimentato? C'è sempre qualcosa di nuovo.

–Non sei stanco?– gli chiese Jisung, accarezzando i suoi capelli.

Minho rimase in silenzio per un po'. –Sai quella cosa di cui non ti ho mai parlato?

Jisung annuì, comprendendo istantaneamente a cosa si stesse riferendo l'altro ragazzo.

–Posso..potrei parlartene ora. Se vuoi.– mormorò.

Jisung gli rivolse un caldo sorriso. –Come vuoi tu. Sono qui per ascoltarti.

Minho prese un respiro profondo, aggrappando le sue braccia intorno a Jisung e stringendolo forte. –Ne ho parlato solo un po' di tempo fa, quindi..non dovrebbe essere troppo problematico farlo, però..potrei reagire un po' male.– lo avvisò, ricordando un appuntamento dalla psicologa che non era andato male ma che era stato piuttosto stancante.

grafite e diamanti | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora