scherzo
Non era facile. Non poteva essere facile. Ma forse ne sarebbe valsa la pena, alla fine.
Ne sarebbe valsa la pena di sforzarsi ad uscire dal letto da solo, senza l'aiuto di Jisung, di lavarsi i denti e di rifugiarsi nella cucina del ragazzo per osservarlo in silenzio mentre scorreva il suo pollice sullo schermo del cellulare, cercando qualcosa da ordinare per la loro colazione.
Quello era qualcosa su cui avevano bisogno di lavorare con un po' di buona volontà e pazienza. Nessuno dei due aveva voglia di cucinare, quindi per ora si limitavano ad ordinare a casa da qualche caffè o ristorante o qualsiasi altro posto che avesse il potere di riempire i loro stomaci.
–Ti sei svegliato?– gli chiese Jisung, tirandogli un'occhiata mentre andava a prendere un bicchiere d'acqua.
–Se sono qui, tu che dici?– domandò sarcasticamente Minho.
Erano passate varie lunghe giornate. I due ragazzi avevano cominciato a conoscersi per davvero, avevano speso così tanto tempo rinchiusi in quell'appartamento insieme, ma anche fuori durante sere fredde o pomeriggi più caldi.
Jisung non poteva affermare con certezza che Minho fosse migliorato durante quel tempo, ma la sua personalità sarcastica e le sue battutine dirette erano certamente fuoriuscite da quello spesso velo di dolore e angoscia. Non era più solo un ragazzo che lottava per la sua stessa vita, era un ragazzo che prendeva in giro giocosamente Jisung e i suoi amici, soprattutto i suoi amici, che condivideva strani pezzi di informazioni che mettevano in imbarazzo la conoscenza superficiale di Jisung e che ogni sera tornava nel suo guscio e si infilava nel letto di Jisung per esigere coccole. Esigere, non chiedere.
Ma a Jisung non dispiaceva affatto. Anzi, probabilmente quella parte di Minho lo attraeva a lui più di quanto gli sarebbe piaciuto ammettere.
–Cosa vuoi mangiare?– gli chiese, sorridendogli.
–Te.– rispose Minho, camminando verso di lui e sedendoglisi accanto, sul divano.
–Oh uh.– mormorò Jisung, mentre Minho afferrava il suo braccio e faceva finta di azzannarlo. –Hai così tanta fame oggi? Dovrei preoccuparmi? Non vorrei svegliarmi senza un braccio, domani.
–Oh, se avessi davvero intenzione di mangiarti, non sceglierei un braccio, credimi.– disse Minho, ridendo quando notò il volto sconvolto di Jisung.
–Elabora?– chiese il più giovane, iniziando ad ordinare un caffè per sé, mostrando lo schermo a Minho per chiedergli se gli andasse bene lo stesso.
–No.– rispose Minho, annuendo però al caffè. –Pensala come preferisci.– disse poi, relativamente alla sua battuta.
–Certe volte vorrei entrare nella tua testa per capire cosa intendi in situazioni come queste.– disse Jisung, lasciando il cellulare in parte e poggiando la schiena contro il divano, un braccio intorno a Minho mentre quest'ultimo posava la testa sulla sua spalla.
–Non capiresti nulla comunque. Non lo so neanch'io cosa intendo. Non è meglio così? Ci sono troppe possibilità per soffermarsi su una soltanto.– disse Minho, giocando con un laccio della felpa di Jisung.
Jisung annuì. –Io voglio solo una possibilità con te, però.– mormorò, chiedendosi se le sue parole avessero un effettivo significato.
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grafite e diamanti | minsung
Fanfiction"Non so chi sei, o perché io sia con te ora." mormorò, la sua testa premuta contro il petto di Jisung. "Ma grazie di non star facendo tutto questo solo per distrarmi." un ladro incontra un ragazzo con poca voglia di vivere [minsung (principale, *b...