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cambiamenti necessari


Minho si trattenne fuori casa più a lungo di quanto avrebbe avuto bisogno, in teoria. Non aveva alcun motivo per cui continuare a passeggiare per le strade di Gangnam, e non gli piaceva particolarmente tutta quella confusione che c'era a quell'ora del giorno, ma pensava di avere bisogno di aria fresca, per quanto fresca potesse essere.

Le ultime giornate erano state piuttosto positive. C'era ancora una parte di lui, per quanto ormai restasse pressoché nascosta, che gli ricordava quanto sarebbe stato più semplice se fosse solo morto. C'erano voci che ancora gli parlavano di quanto difficile fosse essere in una relazione e di tutto il trauma del suo passato e dei casi in cui tutto sarebbe crollato davanti ai suoi occhi.

Era un po' come camminare su vetro, ma per ora stava reggendo. Sperava di poterlo trasformare in acciaio, di poter tornare a reggersi in piedi senza alcun bisogno di aiuto.

Ne sarebbe valsa la pena. Ne valeva la pena. C'erano così tante piccole cose che lo facevano sorridere, e Jisung era solo una di esse. Non credeva che il ragazzo lo avrebbe deluso in alcun modo, però sapeva che anche se qualcosa fosse andato male tra di loro, sarebbe riuscito ad andare avanti.

In ogni modo, non riusciva a considerare l'opzione di odiare Jisung. Era sempre stato gentile con lui e l'aveva sempre fatto sentire a casa, quindi si fidava di lui. O almeno, tentava di zittire quelle stupide voci e farlo lo stesso.

Un paio di ore più tardi era diretto finalmente verso l'appartamento di Jisung, una borsa appesa al suo braccio e l'altra mano nella tasca della giacca. Diede un'occhiata veloce al cellulare, giusto per essere sicuro che tutto fosse a posto, trovando una notifica da Jisung, un "ti amo anch'io baby" inviato pochi minuti prima.

Minho inizialmente pensò fosse soltanto perché aveva qualcosa da fare. Forse era uscito anche lui, era andato in moto, era normale che non avesse visto il suo messaggio prima e non avesse risposto subito. Minho non aveva di certo intenzione di essere un fidanzato appiccicoso.

Però presto la sua attenzione fu attirata da un'altra notifica nella finestra scorrevole in alto, un messaggio da Chan. Si erano scambiati i loro numeri in passato, Chan gli aveva assicurato che sarebbe stato lì per lui se ne avesse mai avuto bisogno. Era definitivamente un buon amico, ma quel messaggio non parlava di Minho.

"hey, so che sei fuori casa ora, ma volevo solo avvertirti in anticipo che jisung non stava molto bene quando sono passato a trovarlo. ha fumato una sigaretta e si è sentito di merda per averlo fatto. so che non dovrei impicciarmi, ma ci tengo a sung e non voglio che stia male"

Minho ripose il suo cellulare nella sua tasca. Fortunatamente quel giorno era di buon umore quindi non era per nulla un peso aiutare qualcun altro. A volte la sua depressione lo spingeva così in basso da essere impossibile per lui anche solo pensare ad altre persone. Non era qualcosa di consapevole, se lo fosse stato, avrebbe fatto il possibile per evitarlo.

Quando entrò nell'appartamento lanciò un'occhiata nel soggiorno, ma non c'era l'ombra di Jisung. Forse era uscito. Avrebbe senso. Andare in moto lo aiutava sempre.

Si tolse le scarpe, poi lasciò la giacca sull'appendiabiti. No, la giacca di Jisung era lì. Non era uscito. Lasciò la borsa con ciò che aveva comprato in cucina, i suoi passi silenziosi sul pavimento indirizzati verso la camera di Jisung.

Sporse la testa oltre la parete, tirando un'occhiata alla stanza. Jisung era seduto sul letto, un fazzoletto in mano e delle lacrime che ancora scorrevano sul suo viso. Aveva un paio di auricolari nelle orecchie, forse era per quello che non aveva sentito la porta aprirsi e chiudersi.

grafite e diamanti | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora