«Non ci sono scuse! Siamo in perdita per il terzo anno consecutivo!»
«Non penserai che sia colpa mia!»
«Io non ho detto questo. Dico solo che la crisi e tutte le altre stronzate non giustificano un calo simile! O siamo circondati da incapaci, o il mondo magico ha perso fiducia in noi. E temo che il vero motivo sia questo. Un tempo Malfoy significava potere, raffinatezza, ingegno, adesso significa solo “Mangiamorte”.»
«Non ricominciamo con questa storia! C’è costata già un patrimonio di analista per i tuoi sensi di colpa e di inadeguatezza. Sono passati anni, facciamola finita!»
«Draco, io credo fermamente che la pessima fama, procurata alla famiglia dalle mie azioni, si stia traducendo in una perdita economica che non possiamo permetterci, non se vogliamo continuare ad essere l’elite del mondo magico.»
«Che proponi?»
«Ci vorrebbe un gesto …»
«Non ricominciare con l’idea di farmi sposare la Granger. Io non la voglio, lei non mi vuole, punto!»
«Tu puoi anche non crederci, ma io SO che quella sarebbe la soluzione giusta a tutti i nostri problemi!»
«Padre – Draco ricomincia con pazienza a spiegare l’acqua calda a suo padre – per me non sarebbe un gran dramma sposarmi con lei o con qualunque altra strega. Io sono abituato all’idea del matrimonio come contratto politico-commerciale, senza troppo coinvolgimento, ma lei la pensa in tutt’altro modo, è una Grifondoro nell’anima!
Ci scommetto il reddito di un anno, lei ritiene di dover sposare uno di cui è innamorata, che c’entro io con questo? Che possibilità avrei di convincerla a contrarre un matrimonio d’interesse? Sicuramente finirà con un quattrocchi, suo collega dell’università. Mi pare di vederla, felice tra le sue lavagne piene di calcoli, che gode china su un testo raro e si fa venire un orgasmo se riesce a dimostrare quanto sia infinitamente più geniale dei suoi colleghi!
Ormai l’hai capito anche tu che, anche se ognuno ha un prezzo, alcuni ne hanno uno che non siamo in grado di pagare.»
«Ma che ti costa farle la corte e farla innamorare di te?»
«No! Non lo farò. Non è una sciacquetta qualsiasi. Se io le facessi la corte, se lei mai si innamorasse di me e mi sposasse, si aspetterebbe da me il comportamento di un innamorato, fedeltà e tutto il resto!
Non ho alcuna intenzione di cacciarmi in un simile guaio! Che cosa non ti è chiaro? Posso sposare lei, o qualunque altra, solo a patto che la mia vita non ne risulti del tutto rovinata. Se questo non è possibile non se ne fa niente!»
«Vorrà dire che andremo in bancarotta per consentirti di sollazzarti tra le cosce di qualche sgualdrina!»
«Smettila di fare la tragedia! Solo le imprese Malfoy sono in perdita, tutto il resto del patrimonio investito cresce regolarmente. Non stiamo diventando più poveri!»
«Ma il nostro nome e la nostra influenza sul mondo magico …»
Draco non ne può più. Si alza ed esce sbattendo la porta.
Lucius rimane immobile per un minuto, poi si alza, si versa un dito di cognac e solleva il bicchiere.
«Al matrimonio. Al mio e a quello di Draco. E alla Granger, mia futura nuora. Qualunque cosa ne pensi mio figlio, la sposerà. E saremo tutti felici. Finalmente andrà tutto a posto.»
***
Hermione Granger sta facendo i conti per la quinta volta. E non tornano.
Se paga le bollette non basteranno i soldi per l’affitto.
E meno male che è un’economista!
La prima regola dell’economia è che non può uscire più di quanto entra o si prevede possa entrare, se non si vuole andare incontro a una bancarotta.
E a lei non entrerà niente.
Quando il progetto accademico non è stato rifinanziato, lei si è trovata a spasso, quasi da un giorno all’altro. Non c’è stato preavviso. Il giorno prima il rettore si dichiarava assolutamente convinto e il preside di facoltà sosteneva a spada tratta che quello sarebbe stato il miglior risultato raggiunto dall’ateneo nell’ultimo secolo, il giorno dopo i “tagli imprevisti al nostro budget” hanno cancellato il lavoro di due anni.
All’inizio ha cercato di dare ripetizioni a studenti duri di comprendonio, sperando di poter portare avanti in qualche modo il lavoro da sola e portare a termine almeno la pubblicazione.
Non guadagnava niente e il suo tempo era così frammentato da non lasciarle alcuna possibilità di proseguire le sue ricerche.
Ha iniziato a inviare i suoi curricula a imprese private, sperando di essere chiamata da qualcuno.
Sono passati tre mesi. I suoi risparmi sono finiti, nessuno l’ha richiamata, lei non sa più che fare.
È disperata.
Nel mezzo delle sue più cupe proiezioni sul proprio futuro di “senza fissa dimora”, suona il cellulare.
«Parlo con Hermione Granger?»
«Sì, lei chi è?»
«Sono Lucius Malfoy, ci conosciamo.»
«Oh.» non sa che altro dire.
«Mi risulta che lei abbia inviato il suo curriculum alle imprese Malfoy. È disponibile, dunque? La sapevo impiegata presso l’università.»
«In realtà il mio rapporto con l’università era su progetto, e non è … si è concluso.»
«Bene! Oh, mi scusi, non sono contento per la fine del suo lavoro, solo perché lei è libera. Mi piacerebbe davvero scambiare con lei alcune opinioni. Ha impegni per domattina?»
«Nessun impegno, mi dica a che ora e dove.»
«Se per lei è lo stesso, al Manor. Verso le dieci?»
«Perfetto. A domani.»
«Non vedo l’ora.»
Non vedo l’ora? Che è, un appuntamento?
Certo che è un appuntamento, ma di lavoro! Non ha sentito mai nessuno dire “non vedo l’ora” per un appuntamento di lavoro.
Sa che la famiglia Malfoy possiede varie imprese, ma non è escluso che la sua proposta sia di tipo diverso.
Non si meraviglierebbe di sentirsi proporre di curare le pubbliche relazioni, data la sua notorietà, o addirittura di fare da istitutrice per qualche spocchioso marmocchio.
Si è sposato, poi Draco? Sicuramente. Si sarà sposato appena uscito da scuola, secondo la tradizione, con qualche bellissima purosangue, che a malapena riesce a scrivere un biglietto di invito senza errori di ortografia, ma si rifiuta di mandare a scuola l’erede perché non ne ritiene nessuna all’altezza del proprio rampollo.
Lo saprebbe se avesse mai letto una rivista di gossip. Di certo un evento simile sarà stato pubblicizzato adeguatamente. La famiglia Malfoy non è mai caduta nel dimenticatoio.
Che vorranno da lei?
La speranza di avere un lavoro, un vero, onesto, dignitoso lavoro spunta, timida e splendente come un’alba dopo la tempesta
Che sciocca! Si sta facendo un milione di stupide domande senza risposta. Domani. Domani saprà tutto. Questo è il suo primo colloquio da quando si è rassegnata a “mettersi sul mercato”.
Sarebbe splendido se fosse un lavoro che possa tirarla fuori dalla disastrosa situazione economica in cui versa.
Deve crederci. Almeno sperarlo.
***
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La giusta soluzione
FanfictionQuesta storia è di proprietà di nefastia, autrice originale della storia presente sul sito di efpfanfic.net qui troverete il link della storia originale https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1675146&i=1 «Non ricominciare con l'idea di farmi sposar...