18. Peccato che non avverrà mai

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Hermione ha cuore e cervello chiuso, come se non fossero stati ancora raggiunti dalla consapevolezza di quello che ha visto.

Respira piano, sta tenendo a bada il dolore che, lo sa, tra poco invaderà ogni fibra del suo essere. Dolore, umiliazione, delusione, sconforto, schifo, disperazione, perdita.

Perdita. Non è il momento di pensare al futuro. Avrà problemi a superare la notte.

Arrivata a casa, si cambia e prende un plaid leggero, porta sul tavolo basso una scatola di kleenex, si sdraia sul divano e accende il televisore. Non importa cosa trasmette. Sigilla tutto, spegne il telefono, si sdraia e aspetta.

Si ripete che non c'è niente di nuovo, che l'ha sempre saputo, che era quello che aspettava, da un giorno all'altro, che va bene così, se deve dimenticarlo non c'è niente di meglio di una delusione.

Non c'è niente da fare. Quando arriva le chiude la gola, le schianta il cuore e le fa desiderare la morte, o almeno l'oblio.

Buona notte Hermione.

***

Valentine Cusak mette la testa nell'anticamera dell'ufficio di Hermione, dove Rashid l'aspetta, chiacchierando con Olivia, la segretaria.

«Herm non è venuta, vero?»

«No, tu come lo sai? Ti ha detto qualcosa?»

«No, me lo immaginavo.» si tira indietro e chiude la porta.

«Vale! – Rashid la rincorre nel corridoio – Che hai combinato?»

«Perché devo essere sempre io ... – l'occhiata del suo amico è eloquente – Ok, d'accordo, va bene! Che ci posso fare, io non sapevo come stavano le cose!»

«Vale! Dimmi che non l'hai fatto di nuovo!»

Lei abbassa la testa, lui fa un gesto sconfortato. Si volta e si dirige a passo di marcia verso il proprio ufficio. Ora è Valentine a rincorrere lui.

«Rashid, ascoltami ...»

«No!»

«Lascia che ti spieghi ...» si infila dietro di lui nella porta dell'ufficio, rischiando una portata in faccia.

«Che c'è da spiegare? Mi spiegherai che ti ha fatto di male Hermione per essere sempre trattata in questo modo da te?»

«Sono stata ingannata! La colpa è di quel viscido del suo fidanzato.»

«Naturale, è sempre di qualcun altro la colpa!»

«Che vuoi dire? Che è sempre mia? Tu non c'eri quella volta?»

Rashid abbassa la testa.

«C'ero, certo che c'ero. Non ho scusanti ma nemmeno tu ne hai.»

«Eravamo ubriachi!»

«E ALLORA?»

«ALLORA SE DAVVERO L'AVESSI AMATA NON SARESTI VENUTO CON ME!»

«E tu gran bel cazzo di amica sei!»

«Io sono quello che sono, ma quel suo fidanzato meglio perderlo che trovarlo!»

«Che te ne frega, si può sapere? È lei che deve starci, non tu. Tu ti sei messa in mezzo come al solito. Spero almeno che ti sarai divertita!»

«Non abbiamo fatto niente.»

«Oh, dovrei credere a una crisi di coscienza?»

«No, credi che lui ha fatto cilecca!»

«Beh ti sta bene ... come hai detto?»

«Non c'è riuscito.»

«Ma da parte tua l'intenzione c'era.»

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