Il patronus di Narcissa raggiunge Draco in camera sua.
«Vieni subito in camera di tuo padre, sta male.»
Il patronus è già scomparso.
Si alza dal letto velocemente e si infila il primo paio di pantaloni che trova in giro.
Quando Draco arriva, entrambe le porte sono spalancate, quella della stanza di Lucius e di Narcissa, Lucius è sdraiato in terra, pallido, come Draco non l'ha mai visto, e privo di sensi. Narcissa è china su di lui.
«Che succede?»
«Non lo so, è diventato pallido ed è svenuto.»
«Così, all'improvviso? Che ci facevi nella sua stanza?» domanda Draco mentre fa scorrere la bacchetta sul corpo di suo padre. Il respiro accelerato, l'adrenalina che lo sostiene e gli consente di fare quello che va fatto, anche se non sa bene cosa sia.
«Primo, chi ti dice che fossi nella sua stanza? Secondo, mio padre è morto da un pezzo, non mi risulta di dover dare conto dei miei spostamenti a mio figlio.»
Narcissa è furibonda, nemmeno lei sa spiegarsi perché. È tremendamente arrabbiata con suo figlio, che si rovina la vita con le sue mani, con suo marito, che osa morire! E, peggio ancora, farla sentire in colpa.
«A San Mungo. Non credo ci sia altro da fare. È quasi morto, non so che ha ma è grave. Prendimi il braccio.»
Si materializzano nell'ingresso dell'ospedale dei maghi, dove in pochi secondi Lucius viene trasportato nel reparto di rianimazione.
Narcissa e Draco non possono che attendere, ognuno perso nei propri pensieri. Inutile negarlo, quello potrebbe essere stato l'ultimo giorno della vita di Lucius Malfoy.
Ognuno di loro ha qualcosa da rimproverarsi, ognuno ha un rimorso nei suoi confronti, reale o immaginario che sia. Ognuno incomincia a domandarsi se potrà ancora dirgli quello che non ha detto, fare con lui o per lui qualcosa che potrebbe restare solo un rimpianto.
Narcissa si chiede se davvero non sia colpa sua. Di fatto è svenuto quando lei gli ha gettato addosso quelle parole di condanna. Possibile che il suo amore fosse ancora così vivo? Può essere che la distruzione della speranza, operata dalla sua risposta gli abbia fatto così male da ucciderlo?
Come può il cuore di un Mangiamorte essere ancora capace di amare? E se così fosse, che deve fare lei? Davvero è tanto importante mantenere la sua parola? Davvero non vuole più avere a che fare con lui?
Deve ammettere che si sente offesa dall'idea che si è fatto suo marito di lei. Ha creduto che uno stupido tradimento avrebbe potuto indurla a rompere per tutti quegli anni ogni rapporto con lui.
Si sente sottovalutata: lui era il suo uomo, quello a cui si era affidata anima e corpo, oltre la propria stessa vita, visto che l'ha scelto come padre di suo figlio. Lui, senza metterla a parte dei suoi progetti, né delle sue motivazioni, era diventato un assassino. Non che esistano motivazioni adatte a giustificare lo spegnimento di una vita innocente, sia chiaro.
Chi metterebbe mai la propria vita e il proprio unico figlio nelle mani di un assassino?
E a lui questo pare perdonabile. L'ha dimenticato. Possibile?
Lei potrebbe dimenticarlo? Non lo crede possibile. Eppure ...
Può battere per amore il cuore di un assassino? Perché il resto del mondo lo ha perdonato e lei non riesce a farlo?
Si rende conto che per distruggere una felicità famigliare non bastano le azioni di uno, bisogna essere almeno in due: uno che sbaglia e l'altro che non perdona. Ma perdonare non è sempre facile. A volte si può riparare, a volte è impossibile.
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La giusta soluzione
Fiksi PenggemarQuesta storia è di proprietà di nefastia, autrice originale della storia presente sul sito di efpfanfic.net qui troverete il link della storia originale https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1675146&i=1 «Non ricominciare con l'idea di farmi sposar...