Capitolo 40.

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Mattia.

La paura di aver perso per sempre Ludovica si fa strada in me, prepotente.

Lascio cadere a peso morto il braccio lungo il mio corpo e chiudo gli occhi, per assorbire il dolore per quel rifiuto.

"Non posso permettermi altro dolore".

La sua voce rappresenta l'emblema della sofferenza e ne risento l'eco anche mentre non parla più.

"Tu non puoi capire come sono stata in questi giorni".

Quando inizia a parlare, trattengo il fiato per paura di ciò che possa dire, ma non posso tirarmi indietro e la ascolto attentamente.

Le sono debitore almeno di... Coraggio.

"Tu mi hai esclusa dalla tua vita, dai tuoi problemi, con due semplici parole.
Io volevo semplicemente aiutarti, Mattia.
Volevo farlo con il mio amore, con la mia comprensione, con un po' di dolcezza e tu cosa hai fatto?"

Gli occhi di Ludovica sono chiusi in una fessura ed il celeste che tanto amo è quasi scomparso sotto a delle pesanti venature di rosso e ai lacrimoni trattenuti.

" Tu mi hai messa alla porta. Hai messo alla porta me e tuo figlio" urla, asciugando con l'indice una lacrima che non vuole saperne di restare al proprio posto.

"Sapere, oggi, che su tuo figlio hai cambiato idea mi rende felice e non posso negarlo, come non posso negare l'amore che provo per te, ancora forte, ancora..." mi guarda negli occhi ed io smetto completamente di respirare.

"Ancora totalizzante" sussurra.

La consapevolezza che i nostri sentimenti sono ancora gli stessi, con la stessa intensità, mi fa sentire più audace.

Faccio un passo in avanti, e le afferro un polso, tirando quel corpo, ancora più magro a causa mia, verso di me.

Con il braccio libero tocco la sua schiena e faccio scontrare i nostri bacini in un movimento brusco e veloce.

Ludovica cerca di allontanarsi, ma la tengo stretta così forte che il suo sforzo resta inutile.

"Ti prego, lasciami. Ti amo così tanto che se resto un secondo di più qui con te, l'ultimo pezzetto di cuore mi si rompe in frammenti così piccoli da non riuscire mai più ad incollarli".

Le lacrime che era riuscita a trattenere fino a quel punto, scendono ora libere e prepotenti sul suo viso, e la sua voce è un debole lamento che mi arriva dritto al cuore.

Dovrei lasciarla andare.
Vorrei non sentire la necessità di baciare ogni singola lacrima che sta cadendo dai suoi meravigliosi occhi, ma non ci riesco.

I nostri corpi così vicini che mi rendono impossibile il solo pensiero di lasciarla andare via.

Ogni parte di me, vuole tutto di lei.
Anche adesso.
Qui ed ora.

"Non posso lasciarti andare, lo capisci? Ti amo con tutto il mio cuore Ludo, e se il tuo cuore è rotto in mille pezzetti, ti giuro che troverò il modo per rimetterli insieme.
Pezzo per pezzo.
Anche se ci volessero anni per farlo. Mi dai la possibilità di aggiustarlo, questo cuore?"

Dico tutto di getto, lasciando spazio solo a quello che sento per lei, chiudendo in una cassaforte ogni paura che mi attanaglia il cuore.

Quelle mie parole sembrano un calmante naturale.
Fanno sì che i suoi tentativi di liberarsi dal mio abbraccio cessino per un minuto.

-È il momento giusto - mi incito, mentalmente.

Approfitto di quell'istante di tranquillità per fare un altro piccolo passo verso di lei.

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