Capitolo 25.

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*In questo capitolo sono presenti scene di sesso esplicite.

Mattia.

Stringo tra le braccia la mia piccola donna pensando a quanto sono stato stupido a dubitare di lei poco fa.
Siamo distesi sul pavimento, dove abbiamo fatto l'amore per l'ennesima volta in questa serata.

Ogni volta con Ludovica è diverso. Questa volta è stato.. Totalizzante.

Credo di aver avuto bisogno di chiederle scusa per aver urlato con lei, attraverso la dolcezza che ho impiegato durante il nostro rapporto sessuale.
E credo che lei ci abbia messo tutto l'amore che nutre per me, per dirmi di non dubitare di lei.
Mai più.

Il risultato è stato un piacere mai vissuto prima che mi ha travolto, corpo ed anima.

Sento il cuore battere così forte mentre le accarezzo i capelli, che ho quasi paura per l'intensità delle mie emozioni.

"Credo che prima io non abbia avuto paura di te" sussurra, improvvisamente Ludovica.

Non le rispondo, sperando continui a parlare. Ho bisogno di sapere qualcosa di più sulla paura che ha delle discussioni con il suo uomo.

"Credo di non essere abituata a discutere con un uomo senza sfociare poi in una violenza fisica".

La sua voce è triste, quasi rassegnata.

Stringo il suo corpo ancora di più al mio, e continuo ad accarezzarle i capelli.

"Sono cresciuta per diversi anni in una famiglia in cui, mio padre aveva sempre ragione, e per dimostrarlo utilizzava tutti i mezzi a sua disposizione.
Mani, cinture, bottiglie.
Ho visto picchiare la mia mamma in ogni modo esistente sulla terra. E spesso é toccato anche a me".

Inspiro pesantemente, immagazzinando quelle informazioni.

"Quando ho conosciuto il mio ex poi.."

La voce di Ludovica si spezza ed io le afferro il mento per farmi guardare negli occhi.

"Se non te la senti, non devi andare avanti" le dico, sincero.

Scuote la testa, tira su con il naso e riprende.

"Con lui all'inizio sembrava tutta una favola, fino a quando ha perso il lavoro.
Da quel momento è diventato un mostro.
Ha iniziato a bere, ogni giorno un po' di più.
Inizialmente, ogni volta che era ubriaco crollava in un sonno profondo e la cosa, anche se mi faceva soffrire, non mi faceva così paura.
Un giorno, però, solo per cercare di fermarlo mentre beveva il settimo bicchiere di fila, ha iniziato ad insultarmi".

Un singhiozzo le esce dalla bocca, ed io sento montare in me una rabbia mai provata prima.

"Mi diceva le cose peggiori che una donna possa sentirsi dire.
Io mi scusavo, credendo realmente di essere la colpevole di tutto quello che stava accadendo.
Ma a lui le scuse non bastavano, ed allora cominció a colpirmi.
Sempre più forte... Sento ancora il dolore per quelle botte".

La voce di Ludovica si spezza mentre i singhiozzi si impossessano del suo corpo.

La trascino su di me e la cullo tra le braccia, come si fa con i bambini quando piangono.
La accarezzo, le bacio la fronte, la dondolo per cercare di calmare il suo corpo scosso dal tremore e dai singhiozzi.

"Non ti accadrà mai più nulla di simile. Te lo giuro" le sussurro.

"Lo so. Ora lo so" mi risponde, mentre posa la sua bocca sul mio collo, ed inspira il mio profumo.

Restiamo così, stesi a terra, nella mia cucina per tutto ciò che resta di quella movimentata notte.

Qualche settimana dopo..

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