Capitolo 2.

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M.
Qualche ora prima..

Conosco Riccardo da diversi anni ormai, e con lui organizziamo eventi di diverso genere in giro per la città.
Stamattina mentre disponevamo le fotografie lungo tutto il perimetro della sala, mi aveva avvertito che avesse invitato due amiche all'evento.

"In realtà" aveva iniziato, mentre trascinava la foto del girasole "una di loro spero diventi, presto, qualcosa di più di una semplice amica".

L'avevo visto arrossire e mi aveva fatto terribilmente tenerezza constatare che anche lui avesse un lato dolce.

"Lo spero per te amico, si vede che ci tieni" avevo concluso semplicemente, prendendo con me l'ultima foto, ben coperta.

"Mi spieghi perchè quella foto non possiamo vederla, come tutte le altre?"

Riccardo mi aveva seguito fino all'altro capo della stanza ed aveva cercato in tutti i modi di estorcermi qualche informazione in più sul fotografo misterioso e soprattutto sull'unica foto coperta da un intero strato di carta beige.
Non avevo detto a nessuno che oltre ad essere uno degli organizzatori della mostra, in realtà ne ero anche l'autore.
Nemmeno al mio più caro amico, quindi mi ero limitato a fare spallucce per rispondere alle sue curiosità. O meglio, a non rispondere affatto.

Poche ore dopo, tutto era perfetto.
Le persone erano tante, e l'entusiasmo mi sembrava alto.
Non sarei potuto essere più felice di così. O almeno pensavo...

"Ho appena visto la foto segreta".

Riccardo mi si era piazzato alle spalle, facendomi sobbalzare,e con voce bassa mi aveva detto quella semplice frase come se fosse un segreto di stato.

"E quindi..?" avevo cercato di restare vago.

"Guarda un po' di fronte a te" mi aveva indicato con un movimento del capo.

"La musa ispiratrice del nostro misterioso artista, io la conosco bene ed è proprio qui" aveva concluso, lasciandomi lì a fissare la ragazza più bella che avessi mai visto sulla faccia della terra.
Peccato che quella non fosse la prima volta che la vedevo.

-La mia musa- avevo pensato, perdendomi in quei lineamenti perfetti.


Dopo non so quanto tempo, mi trovo  qui, immobile nell'angolino più nascosto della stanza.
La osservo mentre resta impietrita di fronte alla gigantografia del suo viso.
Respira affannosamente e mi soffermo ad osservare il colore delle sue guance che prima diventano rosse come due ciliegie in pieno Agosto, e subito dopo sembrano cera per quanto diventano bianche.

Sono come ipnotizzato dalla sua bellezza.

Scommetto che lei è la tipica ragazza che non si sente per nulla attraente, inconsapevole di quanto la sua naturalezza, in realtà, la renda magnetica. Almeno ai miei occhi.

Quando l'ho vista arrivare insieme a quella che deve essere la sua migliore amica, per poco non mi è venuto un colpo.
Ma adesso osservarla mentre guarda imbambolata se stessa sul muro mi sembra l'unica cosa naturale da fare.

"Chi stai fissando così imbambolato?"

Il mio amico, come se mi leggesse nel pensiero, segue la linea del mio sguardo e punta dritto di fronte a me, comprendendo a chi sono rivolte le mie attenzioni.
Passa lo sguardo da lei a me e mi spintona scherzosamente .

"E' davvero bella, vero? Di solito le foto non le rendono giustizia, ma in questo caso devo dire che l'autore dello scatto è stato bravissimo" sussurra,quasi più a se stesso che a me.

Lo guardo ed annuisco, senza lasciare trasparire sul mio viso alcuna emozione.

"Dai vieni te la presento, e ti presento anche la mia futura fidanzata" dice, prendendomi per un braccio, sorridendo come un bambino che si avvicina all'albero di Natale il giorno della Vigilia.

Oppongo resistenza e mi divincolo dalla sua presa.
Non voglio conoscerla.
Non oggi.
Non qui.
Mi sembrerebbe di prenderla in giro, ed io non voglio farlo.
Quella ragazza, dal primo giorno in cui l'ho vista in metropolitana, ha catturato la mia attenzione.
E non è cosa semplice, soprattutto dopo la grande sofferenza passata per la mia ultima relazione finita dopo dieci anni.

"No amico, vai tu. Io ho da prendere i nominativi per le foto acquistate" dico, voltandomi di scatto e fuggendo via.

La fotografia del volto della ragazza che sognante legge un libro ha destato molto successo.
Ci sono ben quattro papabili acquirenti e seppur dovrei fare i salti di gioia per tutti questi apprezzamenti, la cosa, in realtà, mi reca un gran fastidio.

"Mi dispiace, quella foto è già stata venduta" continuo a rispondere all'indirizzo di tutti coloro che mi chiedono di acquistarla.
E lo faccio, sorridendo ogni volta un po' di più.

Non sono pronto a liberarmi di quello scatto.
Non ancora, almeno.
Quindi, lo incarto per bene e lo metto nel baule della mia auto.
-Questo starà bene a casa mia-, penso mentre sorrido felice della mia decisione.
Prima,però, decido di fare un'ultima cosa.
E' un rischio, che però mi va di correre.
Prendo un biglietto, ci spruzzo un po' del mio profumo, che porto sempre con me in auto, e scrivo poche righe.
Mi firmo semplicemente con M.
Ripiego il foglietto e raggiungo Riccardo che sta richiudendo le ultime sedie disposte ai lati della stanza.

"Amico, non ci crederai ma tutte le foto sono state vendute, batti il cinque!" urlo mostrandomi felice e ringraziando il mio compagno di avventure per il lavoro di squadra svolto.

"Anche la foto di Ludovica?" mi chiede, guardandomi dritto negli occhi.

"Si, anche quella" mi affretto a dire, mentre distolgo lo sguardo dal suo e mi fisso i piedi in imbarazzo.

-Ludovica - mi ripeto silenziosamente in mente.
- Il nome giusto per una ragazza così bella- penso ancora, trovando improvvisamente le mie scarpe davvero interessanti.

"E chi l'ha acquistata? Ludovica vorrà saperlo. E' abbastanza spaventata da questa storia.." mi dice Riccardo, pensieroso, scuotendomi dalle mie fantasie.

"In realtà l'acquirente, non ha lasciato nominativo, ma ha lasciato questo per lei, però" e così dicendo gli porgo il foglietto ripiegato e profumato.

Riccardo lo afferra al volo e si volta per raggiungere Vanessa.
Li vedo chiacchierare animatamente e poi li perdo di vista quando due braccia mi cingono la vita, e due labbra mi sfiorano il collo.
So benissimo di chi si tratta.
Ed anche se dovrei provare piacere per quel gesto così intimo ed inaspettato, in realtà provo solo un moto di fastidio misto a rabbia.
Ma so che per oggi, ancora una volta, il vero Mattia dovrà restare nascosto per lasciare il posto a Mat, ed alla sua falsa vita di merda.

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