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Se il giorno prima aveva cercato di mostrare solo un lato del volto a Jimin, il giorno seguente era praticamente impossibile da nascondere.
Così, quella mattina alla seconda ora, Jimin gli chiese che avesse combinato sta volta mentre entravano in palestra con la classe.
Le altre classi erano già lì e Taehyung si sentiva addosso gli occhi di una persona in particolare, fino a che non entrò nello spogliatoio maschile.

"Allora me lo dici?" Jimin chiuse la porta e iniziò a cambiarsi per mettersi la tuta.

Era stufo di mentirgli, ma allo stesso tempo Jimin non gli avrebbe permesso di rimettere più piede in quella casa e lui aveva il bisogno di proteggere sua sorella e sentirsi utile per qualcuno.
Non voleva generare preoccupazioni e dolore per gli altri, ma la sua vita gli lasciava il serbo tutto ciò che lui non voleva per gli altri.

"Ho litigato con un ragazzo ieri sera durante il mio turno." Rispose, posando il suo zaino a terra senza piegarsi.

"Quando ti deciderai a raccontarmi la verità, mi chiami. Sono stufo di sentirmi dire stronzate su stronzate! Di cosa hai paura Tae? Cosa ti impedisce di fidarti di me e di raccontarmi cosa ti sta succedendo da un anno e mezzo a questa parte?" Jimin esplose e Taehyung stette in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto.

Vide uscire Jimin e rimase per qualche minuto in silenzio, perso nei meandri della sua mente.

"Merda!" Imprecò e inizio a togliersi la maglia.

Appena si tolse la maglia si avvicinò a passo lento verso lo specchio, con occhi spenti.
Era pieno di lividi...
Non si accorse di aver incominciato a piangere, a sfogarsi finalmente dopo quello che era un anno e mezzo e non seppe neppure il perché, ma pensò di star per annegare nel dolore.

Era lui che era sbagliato, giusto?
Era lui che non faceva il massimo?
O era il padre a dover darsi una calmata?

Si passò le dita sui lividi, facendo delle smorfie di dolore, strizzando sia gli occhi che il naso.
Le lacrime stavano continuando a scendere e nella sua mente, si stava insultando da solo, perciò non sentì la porta aprirsi per poi chiudersi.

Alzò lo sguardo per guardarsi il il viso, anch'esso con la presenza di lividi.
Si accorse solo dopo essersi passato le mani sul volto, di una persona dietro di lui che lo fissava a bocca aperta.

Jungkook.

"Che cazzo, Taehyung." Parlò piano e si avvicinò lentamente e Taehyung d'istinto fece un passo indietro, per stabilire quanta più distanza possibile tra i loro corpi.

"Vai via, Jeon." Borbottò, abbassando lo sguardo sulle mani del minore: erano chiuse rispettivamente in due pugni.

"Chi te li ha fatti?" Domandò, senza eseguire l'ordine del maggiore.

Jungkook non sapeva perché volesse rimanere per saperne di più, d'altronde non si conoscevano neanche!
Ma qualcosa gli diceva dentro di sé, che non doveva lasciar perdere, che doveva insistere.
Provava un senso di rabbia per com'era mal ridotto Taehyung e voleva fare a chiunque l'avesse picchiato, ciò che quella persona avesse fatto a lui.

Voleva difenderlo, ma come faceva se non sapeva da cosa dovesse difenderlo?

Dopo attimi di silenzio, Taehyung decise di rispondergli ma non sinceramente.

"Ieri al locale, ho litigato con un ragazzo ed è nata una rissa alla quale ovviamente ho fatto parte." Non lo guardò negli occhi, non voleva che nessuno capisse cosa stesse succedendo nella sua vita e con un solo gesto si asciugò le lacrime in viso, che si stavano seccando.

"Chi è questo ragazzo?" Chiese subito dopo.

Jungkook aveva già capito che non fosse la verità, ma voleva vedere fino a che punto arrivasse Taehyung.

𝑆𝐴𝑉𝐸 𝑌𝑂𝑈𝑅 𝑇𝐸𝐴𝑅𝑆 𝐹𝑂𝑅 𝐴𝑁𝑂𝑇𝐻𝐸𝑅 𝐷𝐴𝑌  || 𝑇𝐴𝐸𝐾𝑂𝑂𝐾 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora