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Andò a prendere Eun-jung da Jin e facendo attenzione a non svegliarla, la riportò a casa.

"Com'è andata a lavoro, Taehyung?" Sputò una voce ben conosciuta dal giovane e quasi gli venne da vomitare appena sentì il suo nome pronunciato con tanto odio.
Ma non si aspettava altro da lui, che era suo padre e nel tempo libero lo picchiava.

Aveva fatto fatica a guidare avendo quella percentuale fin troppo alta di alcol nel suo corpo, ma ce l'aveva fatta e l'importante per Taehyung era che la sua sorellina stava bene.

"Che succede? Tae?" La bambina si svegliò e non capì perché si era addormentata con Jin che gli cantava una ninna nanna e improvvisamente si svegliò in braccio al suo adorato fratellone ascoltando la voce odiosa del padre.

"Ti ho riportato a casa, piccola. Vai al piano di sopra e torna a dormire, per favore." Rispose guardando negli occhi il signor Kim che si avvicinava sempre di più.

La bambina annuì molto lentamente, siccome era ancora assonnata, ma non riuscì a raggiungere le scale perché suo padre decise di tirarle un pugno in pieno viso.

"Non ascoltare tuo fratello! Devi ascoltare me che sono tuo padre, hai capito brutta mocciosa?!" Ringhiò e sorrise quando vide il rossore sulla guancia di sua figlia.

"Piangi pure? Chi piange è debole!" Borbottò, tirandole un altro pugno ma con più forza e questa volta all'angolo delle labbra, spaccando leggermente quello inferiore, causandogli appena un'uscita di sangue.

"Cosa diamine fai?! Basta!" Taehyung urlò e si mise a mo' di scudo umano, per proteggere la sorella.

"Ti senti meglio dopo aver alzato le mani su una bambina? O ti senti meglio dopo esserti scolato tutto l'alcol che compri? Non ti sei stancato di tutta sta merda?" Da dove stava cacciando Taehyung tutto questo coraggio?

"Non ti ho mai visto ubriaco!" Ridacchiò in una risata amara.

Il padre riuscì a sentire la puzza di alcol, riuscì a vedere i suoi occhi inniettati di sangue e si accorse che faceva persino a fatica a scandire le parole.

"Sei proprio come me!" Esclamò e il cuore di Taehyung si fermò.

Taehyung era davvero come lui?
Era davvero un mostro capace di far del male alle persone?

"No... no! Io non sono come te." Rispose guardando il vuoto e si era ripetuto quella frase circa una quindicina di volte per autoconvincersi eppure, gli uscì come se gli avesse posto una domanda.

"Oh si, sei come me!" Gli occhi del signor Kim erano come spenti e il suo sorriso non era un buon segno.

"No!" Taehyung lo allontanò con una spinta e il padre, avendo molta più forza, si allontanò di qualche millimetro.

Quella era una delle sue più grandi paure: essere come suo padre.
Stava andando in tilt, non riusciva più a ragionare e l'ultima cosa che riuscì a dire quella sera fu: "Eun-jung, vai a dormire piccola."
Vide la bambina salire di corsa le scale mentre piangeva.
Lei sapeva cosa facesse Tae ogni giorno per proteggerla e lo apprezzava tanto, ma era consapevole anche del fatto che lei era così maledettamente impotente, non sapeva cosa fare e si sentiva inutile.
Andò in camera di Taehyung, fece qualche coccola a Yeontan che scondinzolava e abbaiava contro la porta, perché anche lui come Eun-jung, stava aspettando impazientemente il ritorno di Taehyung.

"Quella mocciosa sta a sentire più te che me! Devo insegnarle le buone maniere, evidentemente ciò che ho fatto fino ad ora non è stato abbastanza. Ma credo che incomincerò da te." Sostenne, prendendo in mano il collo del figlio, alzandolo completamente da terra di qualche centimetro.

𝑆𝐴𝑉𝐸 𝑌𝑂𝑈𝑅 𝑇𝐸𝐴𝑅𝑆 𝐹𝑂𝑅 𝐴𝑁𝑂𝑇𝐻𝐸𝑅 𝐷𝐴𝑌  || 𝑇𝐴𝐸𝐾𝑂𝑂𝐾 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora