Jungkook ha sempre cercato di nascondere dietro un neutrale comportamento, le proprie emozioni.
Aveva paura del giudizio degli altri, siccome soffriva di disistima.
Disprezzava sè stesso, forse fin troppo e non si dava pace.
Era convinto che se si fosse allenato duramente per scolpire il proprio corpo con le proprie forze, avrebbe incominciato a piacersi e dopo aver raggiunto il suo obiettivo corporeo, constatò che si sbagliava pienamente.
La sua autostima gli piacque un pelo in più, ma nulla rispetto ai risultati sperati.Tutto nacque quand'era ancora un ragazzino: frequentava la terza media e tutti i suoi amici, pochi ma buoni pensava all'epoca, iniziarono ad entrare nella famosa fase dello sviluppo, tutti tranne lui e questo fu uno dei tanti motivi per cui venne bullizzato proprio dai suoi amati amici.
Lo prendevano in giro per il suo fisico, per i brufoli che gli uscivano di tanto in tanto sul viso, per la sua pelle grassa che non curava ancora, per i suoi capelli che erano sempre in disordine ma non troppo, per il suo essere poco alto, per il suo balbettio e tante altre piccole cose che gli fecero cadere l'autostima sotto terra e dall'ora, il piccolo Jungkook iniziò a soffrire di piccoli attacchi di ansia, dovuti alla paura di incontrarli ogni giorni in classe.
Perché?
Loro non si limitavano ad insultarlo, no.
Credevano che le parole non bastassero con lui e quindi decisero bene di incominciare a picchiarlo fuori scuola ogni mattina.
A volte ci andavano leggeri, pensava Jungkook di tanto in tanto ed era convinto di ciò, perché delle volte invece di picchiarlo gli facevano degli sgambetti e lo facevano cadere a faccia per terra, spesso su immondizia o cibo buttato lì appositamente.
Ogni santa volta Jungkook si tratteneva le lacrime e anche quando tornava a casa, era solito trattenerle, fatto eccezione per le volte in cui aveva gli attacchi di panico.
Continuò così, fin quando suo padre una sera, tornato da lavoro prima di cena, decise di passare un po' di tempo con il figlio, dato che in quel periodo lui e sua moglie, avevano notato un cambiamento radicale.
Jungkook era di poche parole, era come se si fosse spento.
Non era più quel bambino sempre curioso di tutto, che faceva domande su domande, che aveva il sorriso da coniglietto a trentadue denti sempre stampato in viso e non era affatto forzato.
Non era più quel bambino che cercava costantemente affetto da chiunque gli stesse avanti.
Quel ragazzino non aveva più lo stesso tono di voce felice e dolce bensì, era come spento, senza alcuna emozione, proprio come i suoi occhi e la sua espressione facciale.Il padre bussò alla porta del piccolo Jungkook, ma non ricevette risposta, quindi l'uomo decise di entrare.
Aprì la porta e trovò il figlio seduto sul letto, si portava le ginocchia al petto, la testa era nascosta tra esse e le sue braccia circondavano le sue gambe mentre il suo corpo veniva scosso da singhiozzi e da dei lamenti.
Jungkook non si accorse minimamente che qualcuno avesse bussato alla porta e che quel qualcuno stesse assistendo ad un suo giornaliero attacco di panico, dato che era impegnato a riempirsi di brutte parole da solo, immerso totalmente nelle sue insicurezze.
Quel giorno i suoi amici ci erano andati giù pesante e gli avevano causato dei lividi, ma avevano prestato attenzione a non colpire il viso, poiché non volevano essere scoperti e ogni giorno minacciavano il piccolo e indifeso Jungkook, di non dire assolutamente nulla e che se lo avrebbe fatto, gli avrebbero tolto la vita.Si poteva essere così malvagi, cattivi, senza alcuna pietà per il prossimo, a soli 13 anni?
Jungkook stentava a crederci, eppure era la verità.
Dalla prima volta che gli misero le mani addosso e dalla prima volta che lo insultarono in quel modo così rude e meschino, iniziò ad odiarsi.
Odiò sè stesso, per il suo aspetto, per il suo sorriso da coniglietto, per il suo tono di voce delicato, per la sua infinita curiosità, per i suoi occhioni vogliosi di vedere il mondo intero, per il suo naso a patata, per il suo corpo non allenato, per il suo carattere troppo apprensivo, per il suo essere sempre pronto per aiutare gli altri, per i suoi capelli, per la sua pelle, per tutto sè stesso.
E non dava la colpa a quei ragazzini, perché lui era convinto che gli stessero aprendo gli occhi, che gli stessero mostrando ciò che tutti vedevano quando posavano lo sguardo su di lui.
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𝑆𝐴𝑉𝐸 𝑌𝑂𝑈𝑅 𝑇𝐸𝐴𝑅𝑆 𝐹𝑂𝑅 𝐴𝑁𝑂𝑇𝐻𝐸𝑅 𝐷𝐴𝑌 || 𝑇𝐴𝐸𝐾𝑂𝑂𝐾 ||
FanfictionDove Taehyung fa difficoltà a nascondere un segreto. Dove Jungkook prova a farsi strada nel cuore di Taehyung in un modo alquanto strano. Taehyung riuscirà a mantenere il suo segreto? Jungkook riuscirà nel suo intento o verrà respinto? Taehyung...