Nella mia mente regnava il fumo, fumo e ancora fumo.
Tra quel fumo solo gli occhi verdi che mi facevano così tanto male. Mi allontanai dalle sue labbra, dal suo respiro e dal suo corpo, interrompendo quegli sguardi su di me.
<<No! NO!>> forse era più una conversazione con me stessa e la mia coscienza <<Non posso>>
<<Che significa che non puoi?>> domandò Leo
<<E' complicato da spigare... sicuramente il fatto che nel mio sangue scorra sangue Fallong non aiuta...>>
<<Ma non è un problema mia Iustitia. Non mi interessa, potrebbe anche scorrere sangue viola nelle tue vene eppure io non baderei a tutto ciò. Non riesco ancora a capire perché ti ostini a starmi lontana. Non riesco a capire perché tu sia peso a delle cose così poco significativo.>>
<<Poco significativo?!>> sbottai girandomi verso di lui <<Non ho intenzione di finire sul titolo di prima pagina dei giornali e nemmeno di litigare con i miei. Tu non sai quello che vogliono per me e quando loro ci tengano al mio futuro>>
<<Fammi indovinare, il tuo futuro è andare a capo dell'azienda di famiglia, firmare contratti con persone di potere e stare tutto io giorno dietro una scrivania a rimuginare sul fatto di essere in quella situazione?!>> disse Leonardo
"Il ragazzo ci ha preso"
<<Leonardo... >> avevo la voce spezzata <<... questi non sono affari tuoi>> affermai cercando di trattenere le lacrime e di tenere la calma
<<Pensi che il mio futuro si prospetti tanto diverso?! Mio dispiace deluderti ma non è così, so bene cosa stai vivendo credimi.>>
<<Allora perché continui a venirmi dietro. Anzi, perché sei venuto qua se nella tua magica Canada hai di tutto?>> ero particolarmente alterata
<<Perché io ho trovato il coraggio di fare quello che anche tu sai che dovresti fare>> affermò lui sicuro.
Non lo seguivo più tanto bene, forse perché non ero in grado di ragionare in maniera razionale.
<<Non ti seguo, parla chiaro.>> lo incitai
<<Io ho trovato il coraggio di ribellarmi al volere dei miei genitori; mi sono candidato per lo scambio culturale proposto dalla mia scuola per scappare da tutta quella ansia e per vivere come un adolescente normale. Andare alle feste, divertirmi, stare fuori fino a tardi con i miei amici e non avrei mai immaginato di poter trovare qualcuno...>> si fermò
Mi avvicinai a lui con le braccia incrociati, guardandolo insistentemente negli occhi come per dirgli di continuare ciò che stava dicendo.
<<Non avrei mai pensato di trovare qualcuno come te che mi faccia perdere la testa.>>
E a quelle parole il mio cuore cessò di fare l'ostinato e il duro.
<<Lo ammetto, non ti ho riconosciuta subito ma una cosa è certa, mi eri entrata nel cuore e l'avevi folgorato. Penso che tu debba lasciarti andare Iustitia. Tendi a mettere prima gli altri di te stessa; vuoi essere la studentessa, l'amica e la figlia perfetta... ma ti sei mai chiesta quello che vuoi veramente tu?>>
Questo ragazzo, bagnato fradicio in mezzo a camera mia, mi mandava la testa in fumo.
Aveva ragione?
Si.
Lo avrei mai fatto vincere?
Probabilmente no.
Si era esteso troppo. Non avevo parole con le quali ribattere.
<<Leonardo è tardi, credo che dovresti andartene.>> dissi a denti stretti.
Non volevo mandarlo via. Volevo abbracciarlo, baciarlo, accarezzarlo ma non era possibile. Tra noi non avrebbe mai funzionato, neanche volendo e io non volevo soffrire per un ragazzo, non era un punto della mia lista.
<<Iustitia... andiamo... lasciati andare>>
<<Leonardo, non puoi capire, non posso deludere così i miei genitori. Non gioverebbe a nessuno vederci insieme. Tu sei il classico playboy circondato da un sacco di ragazze che ti sognano di notte, io invece sono la brava ragazza del primo banco.>>
<<E' questo quello che pensi di me?>> mi chiese
Io cercai di evitare un contatto visivo
<<Sai cosa, io sono dell'idea che tu abbia paura di metterti in gioco.>> affermò sicuro lui
<<Paura? Un'affermazione azzardata Leonardo D'Amadeo>> ribattei leggermente infastidita
<<Andiamo, hai paura di ammettere di essere perdutamente cotta di me>> disse avvicinandosi a me, fino a toccarmi la puntata del naso con la sua.
<<E' una provocazione?>> domandai guardandolo dritto negli occhi
<<L'hai presa come una provocazione tu?>>
Incredibile, questo ragazzo era in grado di girarla e rigirarla sempre a suo favore.
<<Io direi che dovresti andartene ora, prima che torni mio padre a casa e ti trovi nella mia stanza>> proposi
<<Hai ragione, non vorremmo pensasse mai che sia successo qualcosa>> e indicò la stanza che lo circondava.
<<La porta la trovi giù dalle scale a destra>> dissi facendomi scappare un sorriso
<<Buonanotte mia dea>> mi salutò chiudendosi la porta alle spalle.
"Questo ragazzo mi farà perdere la testa" dissi tra me e me.
"Te l'ha già perdere" commentò la mia cara amata coscienza.
Quella notte mi addormentai tardi, con le lacrime agli occhi e pensieri che nascevano uno dopo l'altro. Avrei fatto di tutto per quel ragazzo che diceva di amarmi, giuro. Avrei dato fuoco a una banca per lui ma la paura che lui possa giocare con me e farmi girare come alle giostre mi faceva male e mi faceva allontanare da tutto e da tutti.
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𝓘𝓵 𝓶𝓲𝓸 𝓟𝓸𝓻𝓽𝓪𝓯𝓸𝓻𝓽𝓾𝓷𝓪🤍
Любовные романыTutti noi abbiamo un portafortuna. Un oggettino che ci accompagna da tutte le parti e sfioriamo prima di un esame, del colloquio di lavoro, di incontrare quel ragazzo che per tuto il periodo del liceo e tra qualche ora ce lo ritroveremo davanti, al...