Caro diario,
Mi piace pensare che il mio primo vero amore sarà come quella nata tra Bella ed Edward. Un amore pieno di lacune, dolore e tutto ricompensato poi dall'unione eterna dei due innamorati. Due persone totalmente differenti, sole e luna, caldo e freddo. Bella non poteva trovare persona più diversa da donare eternamente il suo cuore. Ed è questo che ci insegna che in realtà non siamo noi a decidere chi amare e come, ma è il nostro cuore. Se il nostro cuore, per quanto freddo e implacabile, decide di reggersi a un cuore tenere, caldo, e fragile...allora noi non possiamo far altro che assecondarlo.
Iustitia, ore 11.20 del 28 agosto
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...E quando mi girai, allora il contatto visivo si fece più intenso che mai, più forte e iniziai a provare una stretta allo stomaco, il battito cardiaco accelerato e una certa agitazione mi soffiò sulle spalle.
Leonardo. Lo stesso Leonardo che mi era venuto addosso. Leonardo, colui che avevo sperato fino all'ultimo di non vederlo più. Distolsi i miei occhi dai suoi, interrompendo così il contatto visivo. Non avevo mai provato la sensazione che mi stava colmando ogni centimetro del mio corpo, era una cosa nuova e, come tutte le cose nuove, mi spaventava.
Non capivo il perché di quella agitazione, "in fondo è solo un ragazzo, Iustitia", mi dicevo, "non può avere questo effetto su di te". E invece lo aveva eccome. Quando sono agitata, spesso mi metto la mano attorno alla mia collanina portafortuna e anche stavolta l'intenzione era la stessa ma, quando la cercai attorno al mio collo, niente. La catenina non c'era. Guardai per terra, sotto la sedia, sotto e sopra il tavolo della mensa, ignorando le domande curiose dei miei amici.
<<L'ho persa!>> dissi in tono allarmato
<<Cosa? Cosa hai perso?>> mi chiese Tommy mettendomi una mano sull'avambraccio sinistro
<<La collanina!>> ero sulla soglia della disperazione, cosa non più strana da anni ormai
<<Ma l'avevi al collo?>> domandò Kate
<<Si, sono sicura, ce l'avevo...>> non ero molto convinta <<Cioè...ormai non controllo più se ce l'ho al collo o no perché tanto so che...Madonna! Non ci posso credere!>> sentii gli occhi riempirsi piano piano di lacrime, un liquido che non mi piaceva affatto perché scopriva le mie debolezze.
La sensazione che poco fa conquistava ogni parte del mio corpo, ora aveva lasciato spazio all'angoscia più totale. D'un tratto iniziai a percepire gli occhi di tutti sul nostro tavolo. Non volevo che la gente mi vedesse piangere, era una delle poche cose che non sopportavo, perciò mi asciugai la parte sotto gli occhi leggermente umida, tirai su col naso, strinsi i denti e mi alzai dal tavolo in cerca del mio oggettino senza il quale non sarebbe più stato lo stesso. Avevo all'incirca venti minuti prima della lezione di chimica per perlustrare i posti dove più sono stata.
Passai dall'aula di inglese, per poi finire in quella di biologia, dall'altra parte del corridoio, ma niente. Le mie ricerche si conclusero non positivamente con la ripresa delle lezioni pomeridiane.
Per la prima volta in tre anni la mia attenzione era da tutt'altra parte che lì, dal professore, dalla scrivania e l'arrivo di un nuovo studente non mi aiutò affatto.
Fece il suo ingresso nell'aula di chimica un ragazzo alto, riccioluto e con degli occhiali color corvino che gli incorniciavano le iridi smeraldine.
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𝓘𝓵 𝓶𝓲𝓸 𝓟𝓸𝓻𝓽𝓪𝓯𝓸𝓻𝓽𝓾𝓷𝓪🤍
عاطفيةTutti noi abbiamo un portafortuna. Un oggettino che ci accompagna da tutte le parti e sfioriamo prima di un esame, del colloquio di lavoro, di incontrare quel ragazzo che per tuto il periodo del liceo e tra qualche ora ce lo ritroveremo davanti, al...