come un boa

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Nei giorni seguenti, Nova si svegliò prima dell'alba, uscendo a correre e ad allenarsi negli esercizi che Simon le aveva consigliato; comprò delle polsiere e delle cavigliere da un chilo ed iniziò a sferrare pugni e calci indossandole; nei primi giorni si sentì pesantissima ma con il tempo iniziò ad abituarcisi e a non sentirne può il fastidio.

Ogni sera, dopo la fine dei vari corsi, leggeva una parte di ognuno dei manuali sulle arti marziali; trascorsi pochi giorni, tuttavia, comprese che le sarebbe stato impossibile impararle tutte nel giro di due settimane; si pose davanti a lei una scelta cruciale per il suo allenamento: quale di quelle discipline avrebbe dovuto scegliere? Nova rifletté per tre interi giorni mentre continuava ad allenarsi ed alla fine giunse ad una decisione; convinta che fosse la scelta giusta, nella settimana successiva accantonò tutti i libri tranne uno, concentrandosi al massimo per apprendere ogni insegnamento fornitogli da quel manuale; riuscì ad apprendere cinque tecniche di quell'arte marziale, allenandosi fino al strenuo delle sue forze per riuscire ad eseguirle alla perfezione. Quando ormai mancavano solo due giorni al loro duello, però, Nova si rese conto che probabilmente quelle cinque mosse non sarebbero bastate:

" Se potessi davvero scoprire, leggendo un manuale, come battere un avversario con molta più esperienza di me, sarebbe bellissimo ma so per certo che non è così; se voglio vincere, devo riuscire a stupire Katlyn, coglierla di sorpresa con una mossa che non si aspetta.".

Dopo aver riflettuto per diverse ore su cosa fare, Nova ebbe un'idea: riprese tutti i manuali che aveva messo da parte e, leggendoli con foga e desiderio di imparare, ricominciò ad allenarsi. Tanto assorta nei suoi allenamenti, la ragazza non si accorse nemmeno che da lontano Jack la osservava, curioso di sapere a quale arte marziale si fosse dedicata in quelle due settimane:

" Chi lo sa... potrebbe anche farcela."

" Ti stai interessando davvero a lei, Jack."

" Sono curioso di sapere quanto lontano potrà arrivare, Leo."

" Quella promessa, è solo quella che tiene nel tuo corpo un barlume di umanità; dimmi allora, caro amico mio, cosa farai quando non sarà più necessario che tu la mantenga?"

" Lo hai detto tu, no? Se quella è l'unica cosa che mi rende ancora umano, allora, quando arriverà il giorno in cui perderà ogni senso, tornerò nel baratro da cui sono uscito e dal gelido buio della morte osserverò quella stella volare alto in cielo.".

Finalmente giunse il giorno della sfida; quel mattino Nova uscì di casa in perfetto orario, arrivando puntuale a scuola; durante le varie ore di lezione, tuttavia, cercò di risparmiare più energia possibili; era consapevole che, solo combattendo al massimo delle sue forze, avrebbe avuto un'occasione di vittoria. Rose, vedendo l'amica piuttosto agitata, cercò di rassicurarla:

" Preoccuparti ora ti farà soltanto male; calmati, distogli l'attenzione dalla lotta per almeno un minuto; ti sei allenata fino alle strenuo, non avresti potuto fare di meglio.".

Ascoltando il consiglio di Rose, Nova fece qualche respiro profondo, sgombrando completamente la mente da ogni preoccupazione:

" Grazie, ora sono calma."

" Non c'è di che; le amiche si sostengono a vicenda.".

Le due ragazze sorrisero, pensando a quanto grande fosse diventata la loro amicizia in così poco tempo. Non appena suonò l'ultima campanella, Nova e Rose si diressero verso il campo di battaglia, seguiti a breve distanza da Edgar, Thomas e Jade, preoccupati per l'amica e ansiosi di vedere cosa sarebbe successo. Katlyn ed il professor Abigor erano già nel luogo stabilito mentre Shrade, Simon, Derek e Trevor, anche loro curiosi di vedere quello scontro, arrivarono appena in tempo per l'inizio; non solo i suoi amici e i suoi compagni di corso erano interessati a quello scontro: dall'alto del tetto della scuola, infatti, Jack e il suo gruppo osservavano la situazione, analizzando e commentando ogni minima mossa. Trovatasi davanti a Nova, visibilmente più in forma rispetto al loro precedente scontro, Katlyn alzò subito la guardia: piegò la gamba destra, posizionandola davanti a sé e tenendo il ginocchio in linea con il tallone, mentre tenne l'altra arretrata e con il piede girato di in orizzontale rispetto al resto del corpo; le braccia erano piegate all'altezza del petto e le mani, strette in solidi pugni, erano rivolte verso la sua avversaria:

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