ombre del passato (terza parte)

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Dopo qualche settimana il Terzo decise infine di rivelarci la sua storia: ci spiegò di come lui ed il suo gruppo fossero entrati in possesso di dati piuttosto scomodi relativi ad un certo politico."

" Era lui quello che parlava al telefono con l'altro uomo?"

" Sì, esatto; consegnarono all'ispettore di cui ci aveva raccontato le informazioni ma, quando lui stava per consegnarli alla polizia, venne messo a tacere; questo cosa distrusse il Terzo... da allora tutti loro furono braccati per metterli a tacere; un uomo al di sopra della legge li voleva morti e nulla poteva fermarlo. Ci disse di come lui, ultimo sopravvissuto, non potesse contattare i soccorsi; aveva la certezza di morire se lo avesse fatto; si era confidato solo con un suo vecchio amico.

Fu allora che gli chiedemmo una domanda, la cui risposta ricorderemo per sempre:" Perché ci hai raccontato tutto questo?".

Lui sorrise e, con tono rassegnato ma allo stesso tempo felice, rispose:" Volevo che, anche dopo la mia morte, qualcuno si ricordasse di me." E, detto ciò, estrasse dalla tasca un cellulare:" Ho già avvertito i soccorsi; saranno qui tra poco.".

Entrammo nel panico: " Perché lo hai fatto?" " Ti uccideranno" " Devi scappare

" L'ombra del passato non deve offuscare le stelle del futuro." così rispose, per poi consegnarmi le sue pistole: " Hai un'ottima mira, Jack; sono certo che Daisuke vorrebbe l'avessi tu." Diede ad Eve il libro, a Leo la scatoletta con dentro l'anello e ad Hide le manette, dopodiché si rivolse a Claude: " Parliamo un po', ragazzino; il vecchio Terzo ha qualcosa da dire prima della fine dell'opera.".

Ci chiese di lasciarli soli ed acconsentimmo. Ancora oggi Claude si rifiuta di rivelarci cosa si siano detti.

Il momento in cui arrivarono i soccorsi sarà sempre stampato a fuoco nella mia mente: un elicottero sorvolò la zona, identificandoci; lo sportello si aprì ed un uomo in divisa scese da noi utilizzando una corda ed una particolare imbracatura; ci disse che l'area non era adatta a far atterrare l'elicottero; prese in spalla Eve e Leo e li portò a bordo, dopodiché tornò a prendere Eve e Claude; quando fu il mio turno, mi aggrappai all'uomo, mentre il Terzo afferrò direttamente la corda. Iniziarono a tirarci su ma, quando ormai ci eravamo alzati di un paio di metri, il Terzo lasciò andare la corda: " Ma che fai!?" gli chiesi, agitato; poi avvenne... udimmo uno sparo, vidi il Terzo cadere al suolo ed un rivolo di sangue iniziare a colare dalla sua tempia. Cercai di andare da lui ma l'uomo mi strinse a lui e venimmo trainati a bordo; allarmato dallo sparo, il pilota si affrettò ad andare via; lo abbiamo lasciato lì... il Terzo ci ha salvati... ed ha pagato con la vita.".

Fu allora che Nova vide uno spettacolo mai visto: Jack si sciolse in lacrime; evidentemente ciò che era successo lo aveva segnato molto. Cercando di essere forte, il giovane asciugò le lacrime con la manica della sua giacca, continuando il suo racconto:

" Da allora fummo soli; nessuno credette alle nostre parole e, dopo poco, fummo noi a non aver più nulla da dire; ci riportarono all'istituto ma ormai non era possibile tornare indietro. Trascorremmo due anni in quella condizione, chiusi in noi stessi.

Un giorno, però, venne a trovarmi all'orfanotrofio qualcuno che ci cambiò profondamente; tuo padre, Nova. Era venuto per incontrare un suo commilitone che ora lavorava lì; mi si avvicinò e chiese e mi chiese perché non stessi giocando assieme agli altri; alzai lo sguardo da terra e lo squadrai: il suo volto era così rassicurante... sembrava come se tutte le mie paure scomparissero mentre lo fissavo:

" Ho perso un amico." risposi soltanto; lui sorrise, accarezzandomi la testa e, con fare paterno, disse: " Perdere qualcuno è sempre doloroso ma ricorda questo: quella persona ti ha dato qualcosa; il vostro incontro ti ha reso la persona che sei oggi; il modo migliore che hai per rendergli onore è renderlo fiero di ciò che diventerai...".

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