Ricatti e spie sotto copertura

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-Nives, tesoro, è ora di alzarsi!- mi urlò mia madre dal piano di sotto. Io rotolai giù dal letto, trascinandomi dietro tutte le coperte. Il primo pensiero che mi sfiorò la mente fu: di nuovo lunedì, di nuovo a scuola. Aprii l'acqua della doccia buttandomi sotto il getto freddo. Ero probabilmente l'unica persona sulla faccia della terra a fare la doccia fredda, ma in quanto capitana della squadra di nuoto, per me la sensazione dell'acqua fredda sulla pelle era d'abitudine. Una volta uscita dalla doccia decisi cosa mettermi, optai per una gonna a quadri bianca e blu che ricadeva morbida sui fianchi e una felpa crop bianca. Come scarpe ovviamente dei tronchetti, in questo caso, bianchi. Mi truccai con correttore, cipria, mascara e burrocacao al lampone. Poi scesi di sotto, trovando già pronti i miei pancakes.

-Oggi mattinata libera?- chiesi a mia madre mentre mangiavo. Lei annuì, porgendomi il thermos con il mio caffè ghiacciato. Sì amo il ghiaccio e il freddo, del resto, il mio primo nome è Nives.

*****

Appena arrivai a scuola mi diressi da Scott. Era seduto su una panchina all'entrata, con il suo borsone per gli allenamenti in spalla. -Ehi Scott. Come stai?- gli chiesi

-Lily, ciao. Tutto bene, ho avuto solo qualche giramento di testa.- rispose, riferendosi alla festa di venerdì. Mi sembrava un po' nervoso, però. Vidi Allison avvicinarsi a noi, decisi di lasciarli soli, dovevano ancora chiarire dalla festa.

-Va bene vado. Ho i miei allenamenti da fare. Ciao Alli.- dissi salutando la mora.

*****

Mentre mi preparavo per gli allenamenti di nuoto, trovai una busta bianca nell'armadietto dello spogliatoio. La presi e lessi "per Lilian". La aprii incuriosita e quello che trovai all'interno non fu molto piacevole. Decisi che non ne avrei parlato con nessuno, mi sarei inventata qualcosa.

Dopo l'allenamento stavo uscendo dalle piscine, quando una furia rossa, nota come Lydia Camille Grace Martin, mi venne in contro. Mi prese il polso e mi trascinò in infermeria. Confusa la seguii. -Lydia si può sapere che è successo?- chiesi

-Quel deficiente del tuo migliore amico, ha slogato la spalla a Jackson sul campo.- mi rispose irritata, aprendo la porta dell'infermeria dove il suo ragazzo era seduto sul lettino, lamentandosi come una gallina mentre viene spennata. Dopo aver finito la nostra visita al povero piccolo Jackson, ci dirigemmo finalmente a francese, la mia lezione preferita.

-Stavo pensando...- iniziò Allison, seduta accanto a me -...che ne dici se sabato, dopo la partita, uscissimo tutti insieme?-

-Tutti chi?- chiesi

-Io, tu, Lydia, Jackson, Scott e...perché non inviti Stiles?- mi propose, io sbarrai gli occhi

-Perché dovrei invitarlo?-

-Perché si vede lontano un miglio che ti piace.- rispose ovvia, io mi passai una mano tra i capelli. Era così evidente?

-Potrei pensarci.- dissi infine, ricevendo in risposta dalla mora un sorriso raggiante.

*****

Quando mi sedetti al tavolo della mensa, Danny si sedette al mio fianco e così fece Allison, mentre Lydia e Jackson si sedettero di fronte a noi. Fortunatamente oggi gli altri amici di Jackson non sarebbero stati dei nostri, e nemmeno le "amiche" di Lydia. Mi piaceva passare del tempo solo noi cinque, anche se facevo fatica a sopportare il biondino.

-Avete saputo?- chiese Danny

-Cosa?- domandò Allison curiosa

-E' stato imposto il coprifuoco per tutti quelli sotto i diciotto anni dalle ventuno e trenta, ogni sera.- ci informò. Io sapevo già tutto, era stato indetto a causa della recente e spaventosa crescita degli attacchi di animale.

Till the end || Stiles Stilinski (book one)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora