I really like you

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Non ero mai stata a casa di Stiles, tanto meno in camera sua, ma mi piaceva. Appena mi fece entrare mi misi a gironzolare tra quelle quattro mura, studiando ogni particolare nei minimi dettagli. Quella stanza lo rispecchiava perfettamente, era come se stessi facendo un giro per la sua testa.

Quando arrivai al comodino rimasi sorpresa nel vedere una foto che non pensavo nemmeno esistesse. Era incorniciata in una cornice nera e raffigurava me, Stiles e Scott la sera prima del nostro primo giorno di scuole medie, era una foto rubata dove c'eravamo io e Scott su due altalene e Stiles mi stava spingendo. All'epoca Lydia non era ancora così tanto popolare e nessuno faceva caso a me, era prima che cambiasse tutto. Perché dalla prima media in poi è arrivata la popolarità e la mia vita è stata stravolta. Mi ricordo che all'ora Stiles per me era solo il migliore di Scott, non lo conoscevo molto bene. Scott lo aveva obbligato a venire con lui al parco quella sera, dove ci eravamo dati appuntamento. Era stata una magnifica serata, mi sono sempre sentita protetta e al sicuro con loro due intorno.

Mi distrassi dai miei pensieri quando sentii un paio di braccia cingermi la vita. Stiles poggiò il mento sulla mia spalla. -Non mi ricordavo nemmeno che esistesse questa foto.- ammisi.

-Forse perché non sapevi neanche che era stata scattata.- mi fece notare lui

-Perché la tieni qui e non lì insieme alle altre?- gli chiesi indicando la cassettiera sopra la quale erano posizionate altre cornici.

-Perché è uno dei primi effettivi ricordi che ho con te, il primo ad essere stato immortalato. In più...- disse interrompendosi, mi voltai verso di lui. Spostò le mani dai miei fianchi e si allontanò di poco, abbassando lo sguardo. Io lo riavvicinai a me, rimettendo le sue mani sulla mia vita, gli alzai il mento con due dita, facendo scontrare i nostri sguardi. Sapevo che lui era parecchio insicuro, anche se non ne aveva motivo, quindi cercavo di fare il possibile per farlo sentire a suo agio. Probabilmente pensava che mi desse fastidio quando mi poggiava le mani sulla vita perché ogni volta che aveva visto Oliver farlo io lo avevo allontanato, ma lui non era Oliver, lui era il ragazzo che mi piaceva.

-In più?- gli chiesi in un sussurro

-...mi piace vederti appena mi sveglio e in questa foto sei veramente bella.- ammise, questa volta fu il mio turno di distogliere lo sguardo. Ma tornai a guardarlo subito dopo, allacciai le braccia intorno al suo collo e lo abbracciai.

-Stiles, mi prometti una cosa?- chiesi, la mia voce risultò leggermente ovattata a causa del tessuto della sua camicia dove avevo affondato il viso.

-Qualsiasi cosa.- rispose

-Promettimi che non ti sentirai più insicuro con me.- affermai, sciogliendo il nostro abbraccio per poterlo guardare negli occhi. Era il momento di far svanire ogni suo timore. –Tu mi piaci Stiles.- ammisi, lui sgranò gli occhi leggermente sorpreso e iniziò a cercare una conferma nel mio sguardo. –Mi piaci davvero tanto.- aggiunsi, lui mi spinse più vicino a se –E non voglio andare troppo in fretta ma...- il mio sguardo cadde per un secondo sulle sue labbra e anche il suo si posò parecchie volte sulle mie. Volevo baciarlo ma quello sarebbe stato il mio primo bacio ed ero un po' in ansia. Lui mi mise una mano sulla guancia, accarezzandola dolcemente.

-Posso baciarti?- soffiò piano sulle mie labbra, io acconsentii, annuendo piano con il capo. Le sue labbra morbide si posarono sulle mie in un bacio dolce e delicato, non durò molto, ma per ora andava bene così. –Mi piaci anche tu Lils, dalla seconda elementare.- mi rivelò, poggiando la sua fronte alla mia. Io lo guardai sorpresa.

-Perché non me l'hai mai detto?- chiesi dolcemente

-Non pensavo che ti sarei mai potuto piacere.- ammise, io riposai le mie labbra sulle sue in un veloce bacio a stampo.

-Beh detective Stilinski, si sbagliava di grosso.- dissi sarcastica, lui mi sorrise. Poi, inaspettatamente, mi sollevò da terra, facendomi girare. Io emisi un piccolo urletto sorpreso.

-Io ti piaccio. Io piaccio a Nives Lilian Evans!- esclamò rimettendomi a terra, io risi dolcemente.

-Va bene nobile principe dalla jeep azzurra, che ne dici se ci mettiamo a capire quale specie di fata è la tua principessa?- chiesi ironica, lui si mise le mani sui fianchi, pensieroso.

-E se fossi davvero una fata?-

-Non credo, non mi sembra di avere le ali. In più le fate sono molto piccole, pensa a Trilli.- risposi, lui mi squadrò da capo a piedi e inclinò la testa di lato.

-Beh...tu sei piccola.- mi fece notare, io gli tirai uno schiaffetto sul braccio. –Scusa! Stavo parlando di dati di fatto, comunque.- sussurrò mentre si sedeva alla sedia della scrivania. Notai il segno di artigli sullo schienale, ci passai sopra le dita.

-E' stato Scott?- chiesi, intanto che accendeva il computer. Lui girò con la sedia in modo che ci guardassimo in faccia e annuì, poi mi invitò a sedermi in braccio a lui. Acconsentii e lui mi cinse immediatamente la vita con le braccia, per non farmi cadere.

*****

Quella mattina mi svegliai e sentii qualcosa che mi cingeva la vita. Quando aprii gli occhi capii di non essere nel mio letto a causa delle lenzuola blu, mi alzai su un gomito e mi girai lentamente dall'altra parte, trovandomi davanti Stiles. Sorrisi a quella vista, è dannatamente carino quando dorme. Accorgendosi probabilmente del fatto che mi ero spostata, anche lui aprì gli occhi, ritrovandosi davanti me che lo osservavo con un sorriso ebete in faccia. Ci mise qualche secondo a collegare, poi mi sorrise a sua volta. Mi sistemò una ciocca castana dietro l'orecchio.

-Questo è decisamente il buongiorno migliore della mia esistenza.- disse con la voce ancora impastata dal sonno, io gli lasciai un bacio sul naso.

Alla fine la sera precedente non avevamo scoperto molto, solo che a volte i poteri soprannaturali possono rivelarsi anni dopo, come succede ad esempio con le kitsuni, delle specie di volpi. E che quello che era successo poteva capitare quando si desiderava che la persona non morisse, quindi sostanzialmente quando ero entrata in contatto con Derek il mio corpo ha automaticamente provato a guarirlo. Era una cosa che potevano fare diverse creature soprannaturali, alcune anche appartenenti alla mitologia, quindi non sapevamo ancora cosa fossi. In più non eravamo ancora certi che appartenessi al soprannaturale, ma c'erano due modi per scoprirlo: il primo era usare il frassino, è una sorta di scudo contro il soprannaturale quindi io non dovrei riuscire ad attraversarlo; il secondo modo invece era parlarne con i miei genitori, dato che non ero mai stata morsa l'unica possibilità era che fosse una cosa ereditaria. Comunque sarebbe andata, Stiles mi aveva promesso che sarebbe rimasto al mio fianco, e quando ieri mi ero preoccupata continuando farmi paranoie inutili lui mi aveva rassicurato.

-Ci stai pensando ancora, non è vero?- mi chiese Stiles risvegliandomi dai miei pensieri, io annuii debolmente –Ehi, guardami, non c'è nulla di male.- disse, io mi allontanai da lui, alzandomi dal letto. La sera precedente mi ero addormentata come una stupida tra le sue braccia, ero contenta che mi avesse lasciato dormire con lui, era stato dolce a non svegliarmi.

-E se...se il motivo per cui i miei non mi hanno mai detto niente è perché sono un mostro?- chiesi iniziando a torturarmi le mani. Non riuscivo a togliermi quel pensiero dalla testa. Stiles si mise di fronte a me, prendendomi le mani tra le sue.

-Tu non sei un mostro, non provare a pensarlo una volta di più. Tu sei una ragazza dolce, intelligente e con un grande cuore, okay? Scommetto che i tuoi non ti hanno detto nulla perché stanno aspettando che i tuoi poteri escano fuori. Appena troveremo del frassino faremo una prova e poi ti accompagnerò da loro e ci faremo spiegare tutto.- mi rassicurò. Io lo strinsi forte a me, affondando il viso nella sua maglietta. Poi pensai come si dovesse sentire lui: in poco tempo aveva scoperto che il suo migliore amico e la ragazza che gli piace hanno dei poteri soprannaturali, la stava prendendo bene in fondo, cercava di aiutarci in tutti i modi. Stiles sciolse l'abbraccio, mi posò una mano sulla guancia e mi sorrise dolcemente. –Va bene, adesso ti accompagno a casa a prepararti, poi andiamo a recuperare la tua auto.- disse, ricordandomi del mio veicolo ancora parcheggiato nella strada di ieri. 


Spazio autrice: 

Capitolo pubblicato alle due e cinque, per le persone che come me dormono di giorno e stanno sveglie di notte. Vi amo tantissimo. 

Till the end || Stiles Stilinski (book one)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora