Capitolo 11

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(pov. Jimin)

Scelti i vestiti volai giù dalle scale, quasi nel vero senso della parola perché tanto per cambiare ero scivolato un'altra volta ed ero corso verso la fermata del bus, appena l'autobus era arrivato mi sono fiondato dentro sperando di trovare posto perché il viaggio per il centro commerciale sarebbe stato un pochino lungo. Pagai il biglietto e mi andai a sedere i fondo per non essere disturbato, sfortunatamente un anziano si venne a sedere proprio di fianco a me iniziando a fare domande strane come

"e la fidanzatina? Un bel ragazzo come te deve averla per forza".

Stava continuando a fare domande e mi stavo seriamente trattenendo dal dirgli che i miei gusti erano ben distinti da quelli che lui si immaginava, certo non gli avrei urlato in faccia che le donne non mi attraevano per niente, ma l'idea mi aveva sfiorato per un attimo, semplicemente sorridevo cercando di non sembrare troppo scocciato mentre gli dicevo che non avevo una fidanzata e che in questo momento stavo cercando di concentrarmi di più sugli studi. Fortunatamente il viaggio durò meno di quello che mi ricordavo e con un sorriso di circostanza salutai l'uomo e scesi dal bus.

"hey Jiminie"

Un urlo supersonico capace di infrangere i vetri mi fece sobbalzare, quella voce l'avrei riconosciuta tra mille. Mentre mi giravo un sorriso genuino mi apparve sulle labbra fino a far diventare i miei occhi due piccole fessure e senza pensarci due volte corsi incontro al proprietario di quella voce. "Tae Tae" urlai appena gli fui vicino. Non ci vedevamo da appena una settimana ma mi era mancato un sacco. "Come va Chimmie" " io sto bene, tu piuttosto, la gamba ti fa tanto male?" gli chiesi sinceramente preoccupato della sua salute. Lo vedo alzare gli occhi al cielo come rimprovero e darsi uno schiaffo sul gesso per poi gridare

"io sono indistruttibile, niente può distruggermi".

Scoppiai a ridere per la faccia buffa che aveva fatto. "sembri All Might" dissi felice di vederlo in perfetta forma.

"NON VI PREOCCUPATE, ADESSO CI SONO IO"

Urlò di nuovo cercando di imitare alla perfezione la vera voce di All Might e io scoppiai a ridere. Girando lo sguardo noto molte persone guardare dalla nostra parte, chi con una faccia confusa, chi con un leggero sorriso e altri che semplicemente pensavano che fossimo dei pazzi. Per la prima volta nella mia vita non mi importa cosa pensano le persone, se pensano che sono pazzo o altro, mi sto divertendo, sono felice di aver incontrato il mio migliore amico e sono felice che lui stia bene. Le altre persone potevano pensare quello che volevano, sorrido ai miei stessi pensieri e poi rivolgo di nuovo la mia attenzione a Tae. "andiamo dentro Tae?" Gli chiedo dopo qualche secondo, " si andiamo". Vedo Tae iniziare a spingere le ruote della sedia a rotelle per entrare e sentendomi un po' inutile mi offro di aiutarlo ma come previsto, rifiuta la mia proposta constatando che sarebbe dovuto stare su quel "trabiccolo" per molto tempo ancora e voleva abituarsi a utilizzarlo al meglio per non essere d'intra,ciò a nessuno. Dopo il suo monologo di cinque minuti sul perché vuole togliersi il gesso e che la sedia a rotelle è ingombrante come un elefante conclude dicendo di essersi rotto il cazzo di stare sudato e che per di più gli faceva pure male il culo. "in verità ti sei rotto la gamba non il cazzo Tae ma va bene così"  dico cercando di non scoppiare a ridergli in faccia e con il tono più serio. Mi guadagno un'occhiataccia da parte sua e successivamente però non riesce a trattenere le risate e scoppia a ridere seguito da me. Entriamo dentro continuando a ridacchiare Tae inizia subito a piagnucolare perché vuole andare da Gucci, quel ragazzo ha una specie di ossessione per il brand di Gucci. Entriamo dentro e Tae subito inizia ad andare a destra e manca a prendere capi da farmi provare perché secondo lui con quelli addosso io sarei stato una bomba sexy.  Sorrido al suo complimento e per farlo felice vado a provare i capi che mi ha preso. Mi stanno tutti bene secondo Tae ma, dopo svariate occhiatacce da parte sua decido di rimettere a posto i vestiti e di non comprare niente quindi lui  offeso per ripicca mi ha trascinato dentro il negozio di Chanel costringendomi a provare dei capi e minacciandomi dicendo che se non ne avessi comprato almeno uno mi avrebbe tolto l'amicizia su Facebook. Risi alla sua affermazione ma decisi di  andare a provare la roba. Uno in particolare catturò la mia attenzione.

 Uno in particolare catturò la mia attenzione

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     Decido di prenderlo così da fare felice Tae e poi usciamo dal negozio

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Decido di prenderlo così da fare felice Tae e poi usciamo dal negozio. Improvvisamente il suo telefono squilla. "Jiminie mi dispiace un sacco, mi hanno appena telefonato dall'ospedale, devo andare a fare una visita urgente" dice alla fine della chiamata un po' dispiaciuto. "non ti preoccupare Tae vai pure, ci sentiamo dopo, fammi sapere cosa ti dicono" sorridendo gli accarezzo la testa. " sei il migliore Chim, a dopo". Decido di andare un pochino fuori e di sedermi sul bordo della fontana che si trovava davanti al centro commerciale, ovviamente la giornata non poteva finire bene infatti il gruppetto di bulli che mi avevano quasi picchiato in bagno si avvicina a me con fare minaccioso."bene bene, cosa ti porta qui Park?" Dice uno di loro. " non credo sia affar vostro cosa sto facendo qui" la mia risposta sorprese più me che loro.

In meno di un minuto mi ritrovai catapultato dentro la fontana, mi tiro su tutto bagnato e infreddolito dato che comunque siamo a novembre. I suoi amici, intanto se la ridono e dopo qualche secondo mi lasciano solo dentro la fontana.

Inizio a sbattere i denti rumorosamente, un po' per il freddo e un po' per l'attacco di panico imminente sta per arrivare ma fortunatamente, o sfortunatamente, una giacca nera si appoggia sulle mie spalle e io so benissimo di chi è.

Il suo odore è inconfondibile.
E riconoscerei la sua giacca fra mille altre.

Mi giro trovando gli occhi di Jungkook scrutarmi anche l'anima e io senza volerlo arrossisco di brutto. Deve essersi accorto del mio rossore perché probabilmente sembravo un peperone o un pomodoro e accosta una mano alla mia fronte per vedere se ho la febbre. "Jimin ora tu non farai storie e verrai a casa con me così ti asciughi e ti cambi poi se vuoi ti riaccompagno a casa ma prima devo capire se stai bene". Non ho né il tempo nè il coraggio di rifiutare e qualche minuto dopo mi ritrovo, senza sapere effettivamente come dentro la sua macchina mentre lui guida verso casa sua. Entro e mi asciugo, mi metto poi dei vestiti puliti che sicuramente Jungkook aveva preparato per me. Niente di elaborato, una semplice felpa nera e dei pantaloni di tuta del medesimo colore, mi stava tutto enorme visto che Jungkook portava 3 taglie in più a me ma non era un problema. Scendo le scale pronto ad affrontare il mio incubo.



Angolino autrice
1887 lunghissime parole spero vi piaccia. Come promesso aggiornamento doppio oggi quindi aspettatevi un altro capitolo.

Promise •jikook•  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora