Capitolo 29

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(Pov. Jungkook)

Mi alzo dal letto cercando di fare il più piano possibile, ignorando la morsa che mi stringe il petto, guardo il mio piccolo angelo sdraiato sul letto con la faccia sepolta nel cuscino e la bocca semiaperta.
Sorrido alla vista e mi dirigo in bagno per lavarmi la faccia e darmi una rinfrescata preparandomi mentalmente a quello che dovrò affrontare tra poco.

Vado poi in cucina prendo un bicchiere d'acqua e ragiono su quello che dovrò scrivere nella lettera che lascerò a Jimin prima di andarmene.
Prendo la penna e la carta e iniziò a buttare giù quello che penso, senza vergognarmi e senza aver paura di quello che sto scrivendo.
Se questo dovesse essere l'ultimo ricordo che Jimin avrà di me voglio che sia bello.

"Caro Jimin,
So che quando leggerai questa lettera probabilmente starai piangendo e sarai triste, ti prego di non esserlo.
Non so se quando leggerai io sarò ancora vivo oppure no, non so se esiste effettivamente una vita dopo la morte, ma so, che ovunque sarà la mia anima non vorrà vederti triste.
Non voglio che mi dimentichi subito, che ti dimentichi di noi, voglio solo che tu sia felice.
Piangi
Se questo dovesse aiutarti a stare meglio, fa bene sfogare il dolore, invece di tenere tutto dentro.
Sei una persona forte piccolo mio, la persona più forte che conosca e sono sicuro che riuscirai a superare tutti gli ostacoli che questa vita ti metterà davanti e sono sicuro che ognuno di essi ti renderà più forte.
Ti prometto però, che se tornerò a casa, starò per sempre con te, dalla mattina alla sera, diventerò così fastidioso e appiccicoso che non mi vorrai più. Ma mi dispiace.
Ormai hai deciso di rubare il mio cuore quindi dovrai sopportarmi per molto tempo ancora.
Ora devi farmi tu una promessa.
Promettimi che sarai felice
Qualunque cosa accada, non rimanere ancorato al passato, continua a vivere la tua vita, continua a sorridere con quel tuo sorriso bellissimo, continua a sognare a piangere ma non smettere mai di credere in te stesso o nella tua felicità.
Sappi che ti amerò per sempre.
Tuo Jungkook"

Ripiego la lettera mettendola dentro la busta che avevo appositamente comprato e, cercando di trattenere le lacrime che minacciavano di uscire da quando ho iniziato a scrivere, mi dirigo in camera.
Entrò senza emettere alcun suono, troppo spaventato che Jimin si svegli e tenti di fermarmi, e credetemi, per quanto io voglia stare qui con lui, non posso. Questa storia deve finire. E devo essere io a farlo.
Appoggio la lettera sul comodino di fianco a Jimin e gli lascio un ultimo bacio sulla fronte.

Un bacio che sa di tristezza, di parole non dette, di nostalgia.

Lo guardo mentre dorme tranquillo e poi esco dalla stanza dirigendomi a passo spedito verso la porta.

Questa storia deve finire oggi, non posso più aspettare, ho già fatto soffrire abbastanza Jimin adesso voglio stare con lui.

Esco di casa e vado verso la mia moto, metto il casco e sfreccio per la città poco affollata, dato l'orario, andando verso casa di mio padre.

Quella che una volta era anche casa mia.

Appena arrivo scendo dalla moto e scavalco il cancello, subito scatta l'allarme è due guardie accorrono all'entrata.
Mi nascondo dietro ad un cespuglio mentre aspetto il momento giusto per attaccare, appena le due guardie sono abbastanza distanti esco dal nascondiglio e mi dirigo silenziosamente verso una guardia che mi da le spalle.
Con una leggera pressione alla gola lo faccio svenire per poi prendere la sua postola, in caso mi servisse.

Trovo strano che mio padre abbia messo solo due guardie, dato che sapeva sarei venuto a mettere fine a questa storia.

Colgo l'altra guardia intenta a guardare dietro ad una siepe, con la canna della pistola gli tirò un colpo secco dietro la testa e anche lui sviene ai miei piedi.

Ridacchio leggermente pensando che se questo sono vere guardie addestraste io potrei assomigliare alla Mona Lisa.
Riprendo il mio percorso verso l'entrata principale della casa, rimango vigile aguzzando la vista è l'udito ma niente e nessuno ostacola la mia avanzata verso la porta.
Appena arrivo davanti la trovo stranamente aperta, la cosa mi puzza.
È tutto troppo semplice.

Appena entro noto una figura slanciata vestita di nero ai piedi delle scale, non ci metto molto a riconoscere mio padre in quella figura.

"Padre..." il mio è quasi un sussurro ma è abbastanza alto da permettere a mio padre di sentirlo e farlo girare verso di me.
"Jungkook, ero sicuro saresti venuto" la sua voce è debole, fa fatica a parlare e sembra provare fatica anche solo a respirare, ora che lo guardo meglio sembra un malato terminale.
I capelli bianchi sono spenti, la pelle è quasi del medesimo colore dei capelli è dimagrito e sembra sul punto di morire da un momento all'altro.
"Mi dispiace averti fatto aspettare così tanto per dirti questa cosa, so che non ti interessa più niente di me, ma sei il mio unico erede ed è quindi giusto che i miei soldi vengano dati a te ed è anche giusto che tu sappia perché ti verranno dati"
Prende un profondo respiro, parlare gli costa molta fatica, la mia pistola è ancora puntata contro di lui, ma non ho veramente intenzione di ucciderlo, non voglio sporcarmi le mani di sangue.
"Qualche tempo fa ho iniziato a sentirmi poco bene, avevo mal di testa frequenti, ma pensavo fosse dovuto allo stress.

Ho aspettato ma non sono migliorati e ho quindi deciso di andare da un medico, dopo vari controlli generali abbiamo fatto una tac al cervello ed è venuto fuori che ho il cancro. Non è più curabile, mi rimane poco da vivere per questo volevo che tu lo sapessi. Mi dispiace averti creato problemi in tutti questi anni. Non sono stato capace di amarti per quello che eri, non sono stato capace di crescerti, mi rincuora il fatto che somigli molto a tua madre.

Lei era molto meglio di me, spero che tu diventerai come lei.

Mi dispiace non esserci stato in questi anni, di aver fatto del male a te e alla persona che ami, so che le mie scuse non valgono nulla adesso ma voglio affievolire la mia colpa per quanto mi è possibile.
Ti lascerò in pace, dopotutto sono già morto praticamente.
Spero solo che dopo tutto questo tu possa essere felice Jungkook, spero che i tuoi sogni si realizzino, sai mi sarebbe piaciuto vederti diventare fotografo, ma la fame di potere mi aveva mangiato vivo.

Ti voglio bene Jungkook, anche se non ci credi"

Detto questo si accasciò a terra, privo di forze e di vita, morì così, dopo essersi scusato con la persona che più di tutte meritava scuse da parte sua.

Era morto felice.

Abbassai la pistola, ormai non serviva più, andai verso mio padre e gli presi la mano.

"Ti perdono" sussurrai.

Angolino autrice
Come va stelline?
Spero tutto bene.
Questo capitolo è un po' lunghino e anche se non mi piace molto la parte dove Jungkook picchia le guardie mi ritengo abbastanza soddisfatta.
Spero che anche a voi sia piaciuto e come sempre noi ci vediamo alla prossima.

Promise •jikook•  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora