Parte 9 🏹

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Era estremamente insopportabile. Non tollerava il suo atteggiamento infantile, eppure da quando le aveva salvato la vita, non aveva sentito nemmeno un mormorio da parte sua. Pensò che la causa del suo silenzio fosse il trauma della dura battaglia o la permanenza ad Impel Down. Per quanto non volesse ammetterlo, se si fosse trovato al posto suo, forse avrebbe anche potuto mollare tutto ad un certo punto.

Ma lei no! Era testarda e credeva di poter riuscire a fare tutto ciò che volesse, nelle sue possibilità e capacità. Tuttavia, dal momento in cui la raccolse dal campo di battaglia, alla guarigione completa, era diventata stranamente taciturna e quasi assente.

Le ferite di Luffy vennero curate immediatamente, ma per T/N,  il chirurgo della morte , dovette metterci tutto l'impegno per non farla morire. Sfiorò la morte più volte durante la battaglia, accusò una forte stanchezza dovuta alle torture della prigione, la sua energia si era esaurita per lo sfruttamento eccessivo del suo potere.

Questo comportò non solo ferite lievi o profonde, ma anche un' infezione dovuta alla lama della spada con cui era stata colpita. Per tre giorni di seguito rimase a letto, con la febbre alta. Non aveva la percezione di ciò che le succedeva intorno, ma regolarmente sentiva un po' di sollievo alla testa che era ancora troppo calda.

Il capitano non dava la possibilità a nessuno di andarla a visitare, nemmeno a Luffy. Anche se non c'era pericolo che si avvicinasse, in quanto era ancora in coma. Troppo rischioso, non solo per Kyoko, ma anche per la cabina in cui era stata messa. Infatti si trattava della cabina del capitano stesso, di cui era molto geloso.

Quando si trattava delle sue cose, il capitano odiava che qualcuno le prendesse senza il suo permesso.
Passò un altro lungo giorno, superarono il mare in burrasca, che sembrava voler spazzare via qualunque cosa...fino a quando....
Arrivò finalmente il sereno.

Bepo:Oggi...sembra che non ci sarà nessuna tempesta, finalmente

Le candide lenzuola, riscaldate dalla luce fioca che entrava nella cabina, iniziarono a muoversi lentamente. Prima una gamba, poi l'altra e infine tutto il corpo di Kyoko si alzò. Perse l'equilibrio, da quanti giorni non camminava? Abbastanza da sentirsi le gambe intorpidite.

Ci volle un po' per mettere a fuoco la vista e quando si appoggiò al muro, si rese conto del luogo in cui si trovava. Era una cabina abbastanza spaziosa, conteneva persino una libreria a muro.
Attiró subito la sua attenzione e ci passò le dita che seguirono le rilegature in cuoio e pelle dei grandi libri. Dai titoli incisi, si capiva che, il proprietario di quella cabina, era qualcuno fissato con il corpo umano e la medicina.

Aveva una piccola idea di chi fosse quella cabina così ,spinta dalla curiosità, continuò a gironzolare. Forse per scoprire qualcosa di interessante.

Una scatolina appoggiata su un mobile, attirò la sua attenzione. Era piccola, rivestita in velluto nero e aveva una leggera rigonfiatura.
Intrigata dal suo sesto senso femminile, rimase senza parole quando vide il contenuto. Si trattava di una catena molto semplice: ferro intrecciato che terminava con un piccolo rubino incastonato.

E per quanto fosse tutto il contrario di femminilità, non riuscì a resistere alla tentazione di provarla. Così la indossò e si sentì felice per qualcosa che non era neanche sua. Richiuse la scatolina. Se la sarebbe tenuta per un po' quella collana, tanto nessuno se ne sarebbe accorto, vero?

Guardò fuori dal finestrino della cabina, erano sott'acqua. Aveva sentito parlare del Polar Tang, il sottomarino dei pirati Heart.

Kyoko: Perciò era davvero lui

Per tutto il tempo di guarigione, aveva avuto la sensazione che ci fosse stato anche Law con lei. Lo sentiva dal suo odore. Odore che avvertì anche addosso e solo in quel momento si rese conto che indossava vestiti non suoi.

La ragazza con l'arco 🏹 𖧷Law X readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora