1. Le lettere

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Undici febbraio 2017

Hay River Market

Ore 7:45

«Tuo fratello esce domani dal carcere, non è così?» chiese Lily mentre indossava la casacca.

Melissa si bloccò e si voltò verso la collega, mantenendo ferma la divisa ancora all'altezza delle spalle.

Lentamente riprese a muoversi, abbassò dal ventre la casacca e picchiettò il cartellino che riportava il suo nome e la dicitura: "Hay River market", per stenderlo e togliere la piccola piega che si era creata al centro.

«Sei la mia migliore amica, Lily, ma se parli di nuovo di lui, giuro che non ti rivolgo più la parola!» disse sottovoce per non farsi sentire dalle altre colleghe.

Lily abbassò lo sguardo, indossò il cappellino dell'azienda, mentre la osservava imbarazzata, e sussurrò: «Scusami...»

L'orfana aspettò che tutte le altre lavoratrici uscissero dallo spogliatoio e che le due restassero sole. Fermò il suo sguardo sull'amica, che era in evidente stato di cupezza. Non era mai accaduto prima che la sua confidente si rivolgesse a lei con quel tono. I verdi occhi di Lily erano arrossati, come se da un momento all'altro avesse voluto scoppiare in lacrime, le sue folte sopracciglia nere erano aggrottate, si mordicchiava nervosamente le carnose labbra e la sua scura pelle si raggrinziva al centro della guancia, creando quella bellissima fossetta, a ogni sua nervosa smorfia. Melissa la conosceva bene quella piccola striatura sulla guancia. Veniva fuori ogni volta che la sua amica stava per piangere o quando rideva. Conosceva il suo carattere tanto sensibile e debole: Lily era la classica ragazza a cui bastava un piccolo rimprovero da parte del capo per finire a singhiozzare come una bambina.

Tutte erano già uscite dallo spogliatoio e avevano preso postazione al market. Lily stava per uscire, ma Melissa la fermò aggrappandosi al suo braccio.
«Perdonami, ma questa storia mi sta dando sui nervi, uscirà domani... Sì».

Lily arrotondò le labbra e chinò la testa. «Oh, tesoro, stai tranquilla, dovrà passare sul mio corpo prima di poterti solo sfiorare!» esclamò Lily, alzando le spalle e stendendo lo sterno. Portò le braccia all'altezza del viso e cominciò a muovere i pugni come fosse un pugile.

Melissa scoppiò in una fragorosa risata e abbracciò l'amica mentre lei ancora aveva i pugni in aria.
Risero entrambe e Lily riprese quel colore naturale negli occhi che tanto piaceva a Melissa.
«Eccole le mie fossette preferite» urlò l'orfana picchiettando col dito il viso dell'altra, «adoro quando affossano le tue guance mentre ridi!»

Si abbracciarono ancora.

«Non avete intenzione di lavorare, signorine?» chiese Jhon sporgendo la testa dalla porta già aperta.

Melissa si incupì di nuovo e arrossì. Il capo le aveva un attimo riprese e a lei era di nuovo mancata la terra da sotto i piedi.

«Arriviamo, Jhon!» gridò Melissa, utilizzando lo stesso tono sarcastico del capo.

Appena le due arrivarono quasi alla cassa, Melissa, che stava per raggiungere la postazione accanto a quella di Lily, sibilò all'orecchio dell'amica: «A breve saranno sei anni che state assieme e, tu e Jhon, tenete ancora nascosta la vostra storia?»

«Shhhh» rispose Lily, portando il dito sulle labbra, preoccupata che potessero sentirla.

«Sì, come se non lo sapessero già tutti in paese!» continuò, ridendo e scuotendo la testa.

La saracinesca abbassata, ancora a metà, fu alzata del tutto appena la lancetta dell'orologio sulla parete, che sovrastava l'entrata, toccò le otto.

La fila degli abitanti si creava già alle sette e cinquanta, perché le donne, soprattutto le più anziane, approfittavano dell'attesa per potersi aggiornare sui vari pettegolezzi del paese.

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