24. Addio, Shona!

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Ventisette febbraio 2017

Cimitero di Hay River.

Ore 10:30

Melissa osservava con dispiacere quella bara ancora adagiata sulle staffe di legno, che la sorreggevano da una buca profonda almeno tre metri.

Quel profumo di pini lo conosceva, lo aveva respirato ogni volta che andava a trovare i suoi genitori naturali, Ada e Charlie.

Non avrebbe mai pensato che lo avrebbe assaporato per dedicare due parole a Bert, suo fratello.

"Mio fratello!" continuava a pensare... "Mio fratello!"

In quel momento si spiegava come mai il loro rapporto non fosse mai sfociato in qualcosa di più. Si amavano, persino Bert lo aveva chiaramente dichiarato davanti la madre, ma quell'amore che provava non era passione, né attrazione. Si amavano come fratello e sorella, soltanto che nessuno dei due lo sapeva.

Il destino era stato goffo con lei: gli aveva restituito un fratello che credeva essere un mostro, per scoprire poi la sua innocenza, e le aveva tolto l'uomo che più la faceva stare bene, che la faceva sentire al sicuro, l'altro fratello.

Le sue emozioni erano contrastanti: quegli oscuri segreti, che tutti in qualche modo avevano, le mettevano ansia, rabbia, tristezza... si sentiva vuota. Dentro di sé, però, percepiva che la serenità era alle porte, come se tutte le rivelazioni di quel periodo la stessero aiutando a uscire da un tunnel di finzioni e bugie.

Bert in effetti le aveva fatto da fratello. Finalmente lo ricordava bene. Ogni volta che Phill la sottraeva dalle grinfie del padre, la portava da Bert, il quale se ne pendeva cura. Della stessa età di Phill, lui aveva comprato la scatola magica per Melissa e, ogni volta che si trovavano in casa Jhanson, lei e Bert ci giocavano insieme. Perlomeno lui le faceva credere questo, in realtà era un modo per tenerla lontana dalla casa della sofferenza.

Era quello a cui pensava durante la celebrazione del funerale, mentre ancora fissava quella bara di legno scuro. Ricordava la scatola magica dentro la quale un telo chiaro era teso e si posizionava davanti una fonte di luce. Melissa si sedeva sulla poltrona della stanza di Bert, mentre lui, dietro il telo faceva muovere i fili delle marionette e raccontava le storielle.

 Melissa si sedeva sulla poltrona della stanza di Bert, mentre lui, dietro il telo faceva muovere i fili delle marionette e raccontava le storielle

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Venti anni prima: due dicembre 1996

Casa Jhanson

Hay River, Canada

Ore 19:00

Bert muoveva quelli che sembravano essere pupazzi. I rigidi fili argentati erano collegati ai piedi, alle mani e alla testa delle marionette e, grazie a quelli, Bert riusciva a muoverli dietro il telo.

«Una bellissima bimba, dai folti capelli scuri e lucidi, passeggiava nel bosco dietro casa...» raccontava il ragazzo, mentre la piccola Melissa portava felice le sue mani al petto e sobbalzava dalla poltrona a ritmo, presa dalla forte eccitazione. «Ogni volta che tornava a casa e passava avanti la porta del lupo, ella sentiva una forte paura.» continuò.

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