- VOGLIO SCENDERE! - respiro pesantissimo, battito veloce. Senza speranze alla fine deluso, il bodyguard accosta. Dalla sua espressione sembra che abbia perso un qualcosa di importante e che ne avrebbe dovuto pagare le conseguenze. Ho paura.
Nicolas mi saluta mogio e mi chiede scusa sottovoce. Apro lo sportello più veloce che posso. Non ricambio il saluto, monto sullo skate e, a tutta fretta, sfreccio a casa . Cerco di fare un lungo giro in modo da non essere seguita. I miei capelli sono completamente bagnati per l'adrenalina che poco prima il mio corpo ha espulso.
Quando arrivo mia mamma non c'è e molto probabilmente è a lavoro. Fa l'assistente di un capo in un'azienda di architetti e, nonostante le abbia detto più volte che lei è sprecata per questo mestiere, continua ad andarci. Forse semplicemente perché non trova altro.
Emily è a scuola fino alle 4 e mezza e quindi, dato che non mi va di cucinare, mi faccio un misero panino con il prosciutto crudo. Apro la porta della cucina e cammino verso il corridoio che porta alle rispettive camere. Entro nella mia e comincio a studiare con la bocca piena.La mattina dopo mi sveglio e abbandono le mie caldissime coperte, mi faccio una doccia e opto per una felpa grigia larga, una magliettina corta bianca e dei jeans. Infine delle scarpe alte, chiare da ginnastica. Ripenso a quello che è successo il giorno prima e ricomincio a sudare in preda al panico. Sento le guance umide e le lacrime scendermi fino al collo, scoppio in un pianto bisognoso e spaventato.
Mentre cerco di infilarmi i jeans, intravedo dalla mia finestra Summer che mi aspetta davanti casa. Allora la apro e lei mi urla da sotto.
- Ciao, dormito bene pigrona? Dai, sono le sette e 50 tra poco dobbiamo andare a scuola! Sbrigati!-
Sapeva già dove abito, perché non ho mai cambiato casa dalle elementari, sono sempre stata qui a Brighton, nello stesso appartamento.
Una delle cose più belle di Summy è proprio quella che sa ascoltare e se ci tiene davvero a te, i tuoi segreti sono chiusi in una cassaforte, ma per ora credo sia troppo presto per parlarle di ogni cosa. Quando arriviamo a scuola Nicolas non c'è, allora mi siedo nel suo posto vicino alla finestra. Si vedono alberi e l'erba del
giardino della scuola. È molto bello, grande e, di primavera, pieno di margherite che sembrano quasi neve, anche se fuori c'è il sole ed è caldo. Uno spettacolo della natura. A loro si aggiungono anche i fiori sugli alberi, gelsomini, che profumano l'aria e la riempiono.
- Buongiorno ragazzi, lui è il vostro nuovo compagno che ieri si è dovuto assentare, si chiama Lucas, dategli un caldo benvenuto. Siediti vicino a Ellison finchè Nicolas non torna. Allora cominciamo. - dice la professoressa con aria di sufficienza, palesemente annoiata.
- Piacere sono Ell. - dico presentandomi.
- Ciao, Lucas. Dimmi se sbaglio ma lei è la prof peggiore che avete vero? L'ho notato dal tono di voce. - dice, piano. Lo squadro prima di rispondere. Porta gli occhiali, una maglietta rosa larga e jeans. I suoi capelli ricci, neri come la pece sono perfettamente in piega.
- Sì... ottimo intuito. Lei è la prof di matematica. Io la odio, vuole sempre avere ragione. -
- Detesto le prof così... Penso che diventeremo grandi amici io e te. Ah e, mi sono dimenticato di dirti... sono gay, ti da problemi? -
- Macché, figurati! -
- Ok! - dice ridacchiando.
La presenza di Lucas mi fa stare molto tranquilla, mi sento felice.In mensa io, Luc e Summy, ci sediamo tutti insieme in un tavolo e quando le cuoche della mensa distribuiscono i piatti, noi tre, non possiamo far a meno di guardarci disgustati... Sembra una poltiglia di carne vomitata da un maiale! Nonostante questo però non riusciamo a trattenere una risata.
Dopo la scuola Lucas mi invita a casa sua, quindi chiamo mia mamma per avvisarla che questa sera avrei fatto tardi.
Quando mi scrive che per lei non ci sono problemi varco la soglia della casa, mi sorprende subito la presenza di tanti cagnolini che mi vengono incontro.
- Piacere! Sono Giulia, la mamma di Luc, tu devi essere Ellison, giusto? -
- Ell, piacere. -
Saliamo le scale insieme fino ad arrivare nella sua camera piena di cartoline e fotografie appese.
- Wooow! - esclamo.
- Ti piace fare foto? - aggiungo.
- Molto. -
Giro un po' per la stanza per vedere tutta la magnifica collezione, appena mi volto Lucas urla:
CHEESE!
Con una polaroid mi scatta una foto, a dir poco bellissima. Ha scelto proprio l'inquadratura giusta e la tonalità di colori perfetta. Rimango meravigliata.
- Tu sei dei Pesci vero? - mi chiede ad un tratto.
- Credi nell'oroscopo? Comunque sì. -
- Sì, penso sia tutto quello che ci fa identificare dal primo giorno anche solo dicendo una parola. E Summer è Sagittario? -
- Incredibile è giusto... wow... la smetti di meravigliarmi? -
- Durante l'ora di arte li ho visti i tuoi disegni, sono bellissimi, mi faresti un ritratto? - dice cambiando discorso.
- Ehm... volentieri! -
Si mette seduto su una sedia davanti alla finestra guardando fuori. Allora prendo un foglio e una matita dalla scrivania e comincio a lanciare uno schizzo.
Terminato il disegno Lucas mi fa molti complimenti e lo appende con grazia con una molletta ad un filo, attaccato a penzoloni al muro.
Tra una chiacchierata e l'altra, la serata si conclude velocemente e arriva il momento di salutare e andare a casa. Ci abbracciamo, ringrazio per l'ospitalità e poi mi incammino verso casa.
La sera dopo aver cenato io e la mia sorellina ci sediamo nel suo lettino e comincio a raccontarle la storia promessa, come faccio sempre, del resto.
La piccola si addormenta velocemente. La accarezzo e le do un bacio sulla fronte. Le mie storie le piacciono, forse perché non capisce il significato ma le basta che qualcuno parli. Non importa di cosa.
Entrando nella mia camera mi stendo sul letto, comoda, con la coperta fino al mento che mi tiene calda anche se fuori fanno comunque più di 20 gradi. Sono dell'idea che le lenzuola facciano da protezione psicologica durante le ore notturne.
La notte però non chiudo occhio. La limousine, l'uomo in nero, Nicolas... Continuo a pensare costantemente, terrorizzata, che la causa di tutta quell'agitazione sia io.Nicolas
- Tesoro, vieni qui. -
- Mi dica, madre. -
- Lo sai cosa devi fare domani? -
- No madre. - odio doverla chiamare così.
- Devi far credere ad Ellison che di noi ci si possa fidare. La inviterai tramite una lettera ad una cena. - alza il mento con aria meschina, distogliendo lo sguardo dal mio.
- E non aggiungerai altro. Se lei chiederà, tu mentirai. Farai di tutto per fermare domande scomode per noi. Intesi? - aggiunge.
- Si madre, farò come dice. -Ellison
Quando arrivo nell'aula di matematica ho il respiro affannato, ho paura. Non faccio che pensarci. Nicolas è lì, dov'era l'altro ieri. Invece Luc, è stato costretto a spostarsi e ad andare in un banco in fondo. Intravedo dalla finestra che affaccia sul giardino il bodyguard vestito con una giacca di pelle nera e dei jeans altrettanto scuri. Noto anche che Nicolas cerca di coprirlo, fallendo miseramente. Come ho detto sembra una spia, un assassino camuffato. Non riesco a trattenermi, corro in bagno con ancora lo zaino in spalla per vomitare. Non ho detto niente a mia madre, troppo concentrata su se stessa per aiutarmi e ascoltarmi. Non ne ho parlato neanche con Summy, la quale è eccessivamente vivace e lo racconterebbe a tutti.
Sento un passo deciso, pesante, avvicinarsi alla porta del bagno delle ragazze, completamente vuoto siccome è appena suonata la campanella. Non può che essere...
- Ell tutto bene? -
- Vattene. -
- Non volevo spaventarti ieri. - afferma impassibile.
- Perciò il tuo bodyguard voleva uccidermi. Non sai nulla di me, solo il mio nome dà questa pressione. Ma perchè, spiegami! -
- Non posso. - bisbiglia avvicinandosi.
Mi lancia una lettera da sotto la porta del bagno, imbustata con una carta pregiatissima, dotata di ceralacca timbrata per sigillare lo scritto. Lo sento andare via.
Mi siedo per terra e con calma apro la busta.Cara Ellison, ti scrivo per dirti che mi dispiace, probabilmente avrò già provato a spiegarti, ma tu non mi avrai ascoltato. Il fatto è che vengo da una famiglia diversa dalle altre, con modi di fare sbagliati secondo me e purtroppo non posso fare niente per cambiare le cose. Sono un ragazzo ben differente dagli altri per il semplice motivo che... In realtà no, non è un semplice motivo. Ti prometto che cercherò di allontanarti il più possibile da Jones, la mia guardia del corpo, intanto ti invito questa sera verso le 8 per mangiare insieme a me nel pub "The Quadrant". Verrò da solo, fai altrettanto. Ti spiegherò alcune cose. Intanto, in caso ti servisse ti lascio il mio numero di telefono scritto dietro al foglio.
Nessuno sa di questa cena, non lo dire a nessuno. Nessuno sa di questa lettera, non lo dire a nessuno. Nessuno sa di quello che è successo ieri in auto, non lo dire a nessuno.
A stasera.
Nicolas
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Lei no
Mystery / ThrillerNon ho tutto chiaro, ma so per certo che ci sono persone che mi vogliono morta. Ma perché proprio io? Perché tra loro doveva esserci proprio lui? Si lui. L'unico mio grande amore. La differenza tra una storia d'amore e la vita, è che il finale non l...