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A volte si crede che le cose belle non facciano mai male. E si sbaglia. Come il cibo, più è dolce e gustoso e più calorie contiene.
Non ho mai creduto nell'amore. Mai. 'E mai ci crederò', mi ripeto sempre. Ma qualcosa in me mi impedisce di affermare questa frase; non sono più sicura di niente. Da bambina il mio papà mi lasciò da sola, ero piccola me lo ricordo poco, la mia sorellina aveva solo un anno.
Mi insegnò ad andare in bicicletta senza rotelle, a cavalcare i cavalli, a leggere e scrivere e anche a disegnare. Ma soprattutto mi insegnò che cosa vuol dire davvero perdere qualcuno. Non riesco a non essere arrabbiata con lui. Ci ha abbandonate, ogni tanto quando ci penso sento il cuore spezzarsi, diventare invisibile nel mondo, piccola di fronte a tanti giganti, nodi alla gola. E il buio assale i miei polmoni. I miei occhi. Mi avvolge in un soffio di vento e comincio a non sentire più niente, oltre che la sua presenza intorno a me.

*Flashback*
- Ehi papà, chi sono queste persone? -
- Amore, sono solo amici... vengono a fare visita. Vai in camera tua, per favore. Ti raggiungo tra poco. - con i suoi capelli corti e gli occhi neri come i miei, dall'alto al basso mi stampa un bacio sulla fronte e mi dirigo di sopra. Guardo fuori dalla finestra e Edimburgo non è mai stata tanto buia come oggi. Ci sono solo lucine minime e fari di macchine. Le nuvole coprono il cielo e stanno per piangere. I miei piedini sgattaiolano nel parquet delle scale e un brivido mi sale lungo la spina dorsale. 'Meglio che vada a mettermi un paio di ciabattine' penso tra me e me.
- Mamma! Chi sono quei tizi? - la trovo sdraiata a letto che allatta Emily tra le lenzuola blu.
- Oh, nessuno tesoro, clienti di papà. -
Clienti? Amici?
- Dove sono le mie ciabattine? - sussurro a fil di voce.
- In cameretta. Amore, non scendere ok? Stai nella tua stanza per un po', finché non sarà pronta la cena. -
Annuisco con la testa e vado ad abbracciarla, lasciando sulle manine della mia sorellina un candido e dolce bacio.
In testa ho soltanto di trovare le mie pantofole, non faccio caso a quei strani 'amici' di papà. Mi tiro giù le maniche del mio pigiama dal freddo che entra nei polmoni ed entro in camera, chiudendo la porta.
*Fine flashback*

A volte si crede che le cose belle non facciano mai male. Sapete perché ci si sbaglia? Perché il bene e il male sono uguali. Con due nomi diversi, provocano lo stesso dolore e lasciano gli stessi segni al cuore, senza distinzioni. Non sono opposti, né simili. Sono uno la copia dell'altro.
Il male trafigge come il bene.
Il bene colpisce come il male.
Il troppo fa male come il poco. E viceversa.
Dipende tutto dal nome che noi attribuiamo a qualcosa, ci fa disorientare e pensare che una parola che si crede significhi qualcosa di buono, allora sia l'opposto di quella parola che noi chiamiamo 'cattiva'. Ma in realtà...
La mente umana è così complicata che a volte noi stessi creiamo mille paranoie esistenziali sul mondo e la vita. Purtroppo non abbiamo risposte. I sentimenti persuadono senza scrupoli e lasciano spine e morsi taglienti che non c'è modo di curare. Se decidono di attaccare per un motivo o l'altro, non si può scappare. Si accetta. E basta.
E quando si capirà che la vita fa tutto da sola, che non ha bisogno di supporto o aiuti, che la gioia viene e, come quando arriva, nel momento più insolito in cui non ci aspettiamo nulla, può andare via, magari vivremo meglio. Ma per me è troppo presto. Non l'ho ancora capito. Non l'ho ancora mai voluto accettare. Vorrei che esistesse un mondo di gente dolce come una ciliegia e sensibile come un uccellino, ma non esiste, infatti io nell'amore non credo. Non credo che possa esistere una cosa così perfetta, così bella, buona, tutta rose e fiori, tutta cristalli di neve che cadono piano e si posano delicatamente sui tetti delle case. Non credo nell'amore. Non credo nell'amore, mi ripeto sempre.
Non voglio crederci.
Perché poi cadrò in un burrone.
E non mi rialzerò più.
Ma ogni volta che sbircio attraverso quei grandi occhi tutto cielo e tutto mare, la frase dentro di me comincia a sbiadire. Vedo solo rose e fiori. Non posso, non voglio, mi ripeto vagamente, fino a quando il suo respiro non mi divora e comincio a sentire pensieri negativi sulla mia pelle. Pensieri che si fanno strada dentro di me fino ad arrivare al cuore che chiede pietà tremando, vibrando, pulsando. E mentre cerco di respingerli, la guerra tra ragione e sentimento diventa sempre più difficile da affrontare. E pur sapendo di commettere un'enorme sciocchezza, mi lascio andare. Mi lascio persuadere. Lascio vagare brividi fugaci sulle braccia, lungo la schiena e soprattutto lascio il mondo da parte, per guardare solo lui. Solo i suoi splendidi, candidi, delicati occhi cristallini. Lascio che Nicolas mi torturi con l'odore della sua pelle. Con i suoi modi. Con l'amara dolcezza che vedo in ogni suo gesto e che mi stravolge sempre. Con la morbidezza dei suoi capelli lucenti. Con il suo sguardo indecifrabile. Con la potenza del suo corpo e la consapevolezza che ogni suo poro della pelle emana. La consapevolezza di non poter stare insieme, di non poter essere normali.
E la notte sogno occhi pungenti con spilli di cristallo ed un mondo, un universo lucente che mi fa paura. Perché in quell'universo non ci sono pianeti, non c'è vita, ma solo meteoriti e stelle cadenti che colpiscono a razzo e puntano la persona sbagliata. Io.
Mi sembra di conoscerlo da sempre.
Leggo romanzi rosa per riprendermi e pensare che un giorno potrei tornare a credere, nell'amore. Ma non ci riesco.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 26, 2022 ⏰

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