Nicolas
Giulia parla entusiasta, blatera ancora e ancora, non so quel che dice, non la sto ascoltando perché sono avvolto nei miei pensieri, perciò a volte mi limito ad accennare un "hm hm" o affermazioni come "wow!", disinteressato.~Dovresti dire ad Ellison che la cosa non può funzionare, lo sai Nicolas?~
Si, lo so. Lo farò questo pomeriggio, la inviterò davanti al parco davanti casa sua e le spiegherò l'accaduto, sperando capisca.
~Dovresti dirglielo, ma se fossi tu a non volere che la cosa finisse?~
Meglio per me, per lei, per tutti. Prima finiremo prima potrò tornare ad Edimburgo.
~E se questo non centrasse niente con il fatto di tornare? Se rimarreste qui, invece? Che faresti? Passeresti il tuo tempo pieno di sensi di colpa. Se volessi solo vivere una vita da ragazzo normale?~
Ci ritrasferiremo, è deciso, l'ho deciso io. Partirò con o senza i miei genitori.Mi volgo verso la vetrina pensieroso. Quando vedo Alex improvvisamente che prende Ellison e la porta a sé spalanco gli occhi battendoli forte, quasi non credessi a quello che vedo. Il senso di gelosia mi assale, mi sento piccolo in un mondo di giganti, un puntino nero in mezzo a tutti i bianchi. Ma perché? IO NON SONO INNAMORATO DI ELLISON! Guardo in basso, poi riemergo e incrocio il suo sguardo. Quello sguardo che dice tante cose pur stando zitto. Sono convinto che lei sia delusa da me. Perché non l'ho cercata, non la ho più calcolata come se fosse niente. Ho giocato con i suoi sentimenti per ottenere ciò che volevo. Ho sbagliato.
- Si hai ragione! Hai sbagliato, però puoi rimediare portandomi a comprare altre Jimmy Choo... - mi chiede Giulia sorridendo. Un sorriso talmente falso che quasi scoppio a ridere. Non mi ero accorto di aver pronunciato le ultime parole ad alta voce. Ma cosa abbia sbagliato non lo so. La vizio tantissimo, la coccolo, dovrebbe lodare Dio!
- Eh? Cosa? Scusami non ho capito stavo pensando...-
- Dai dobbiamo comprarle! Muoviti e andiamo.-
Mi alzo sbuffando e prendo i vassoi vuoti e le cartacce dal tavolo, dirigendomi verso i bidoni.
- Ma che fai?! non è mica compito nostro. - Dice Giulia arricciando le labbra disgustata per poi voltarsi e uscire.
Io continuo a pulire e poi la raggiungo.
- Io voglio andare a casa, ci si vede stasera, o domani, ciao. - cerco di liquidarla al volo prima che lei possa ribattere e sgridarmi perché non ho voglia di andare a comprare scarpe e di girare negozi solo per donne.
- Nicolas ma le mie Jimmy Choo!??? -
- Sei sempre in tempo a comprarle, anche senza di me, tesoro! - affermo voltandomi, annunciando un sorrisetto di vendetta. Invece che andare a casa, passando davanti alla libreria, mi colpisce un libro blu in vetrina quindi decido di entrare, siccome prima Giulia aveva fretta di andare a pranzo. Mi dirigo verso i libri thriller/mistero, li adoro. Ho sempre immaginato di mettermi nei panni di Sherlock Holmes e di risolvere i casi, indossando i completi che descriveva l'autrice dei romanzi. Quelli a quadretti beige, mi hanno sempre affascinato. Speravo che un giorno anche io sarei diventato come lui. Ma capivo che era un sogno quasi irrealizzabile e ora, anche se avrei ancora più bisogno di nascondermi dalla realtà e sperare di diventare come lui, non sogno più.
Cerco nello scaffale con lo sguardo, per cercare quel che fa al caso mio, ma non mi colpisce nulla.
- Scusi, quel libro dalla copertina blu che avete in vetrina, dove lo trovo? -
- Arrivo, lo cerco. - mi dice la commessa precipitandosi in vetrina per vedere il romanzo ed esaminarlo.
- Eccolo qui, è un romanzo rosa, molto bello a mio parere, l'ho letto e l'autore è proprio bravo.-
- Grazie mille. Lo prendo. - non è proprio nel mio genere, ma credo che abbia fatto un buon acquisto. La commessa mi guarda sorpresa e si precipita alle casse, contenta di non berla dovuta tirare per le lunghe per far acquistare. Vado verso l'uscita.Ellison
Il pomeriggio decido di studiare e rimettermi in pari.
Mentre sono completamente immersa nel comprendere fisica mi arriva un messaggio./Ti va di uscire? Devo parlarti, raggiungimi nel parco davanti a casa tua./
Sono un po' indecisa, dovrei fare i compiti... metto un paio di jeans al volo una canottiera larga corta, felpa e le Vans. Mi avvio nel luogo indicato con un po' di ansia. Metto su il cappuccio. Il tempo non promette niente di buono, ci sono tante nuvole, nebbia, sta quasi per piovere, mi affretto.
Lo vedo seduto sullo schienale di una panchina, con le mani giunte su cui appoggia il
mento. Porta jeans bianchi strappati una maglietta nera lunga e scarpe chiare da ginnastica. Quando mi vede sembra piuttosto preoccupato e triste, si alza e mi viene incontro. Sento le prime goccioline bagnarmi ma non mi importa particolarmente. Sono concentrata nello sguardo che Summer ci ha negato prima.
- Ciao. -
- Ciao, cosa devi dirmi? - chiedo mentre l'acqua si fa sempre più fitta e comincia a piovere a dirotto. Tutti i ragazzi, le famiglie intorno a noi scappano dirigendosi verso le loro macchine per andare a casa, ma noi rimaniamo lì, ignari di tutto quello che abbiamo davanti, dietro, sopra o sotto. La pioggia sembra la cosa minore. Comincio ad avere dei brutti presentimenti vedendolo molto triste nervoso.
- Vedi, Ellison io... non credo che... - dice mentre si avvicina a me. Gesticola con le mani provando a spiegare. Cerco di leggerlo ma non ci riesco, è troppo difficile. Accenna dei sorrisi e poi diventa triste, ora ha gli occhi lucidi.
- Ell... ecco io... noi... - alle parola 'noi' mi sento morire. Noi? Siamo mai stati 'Noi'?
- Al diavolo - dice avvicinandosi precipitosamente.
Mi bacia di scatto e le sue labbra sono di nuovo sulle mie. Non è un bacio come quello che ci siamo scambiati io e Alex, è bisognoso, richiesto da entrambi, difficile e forte. Lo sento, sento che entrambi lo volevamo, ci volevamo tantissimo. Il cuore balza dal petto e sembra quasi voler lasciare il mio corpo. Mi abbraccia il viso tenendomi gli zigomi con le sue mani forti e potenti, e io invece delicatamente sfioro il suo petto in punta di dita. L'acqua ci coccola lasciandoci dei brividi che percorrono la schiena, il viso, si immischia nelle nostre bocche, ignara del fatto che partecipa ad un momento mozzafiato, ma solo quando tutti e due rimaniamo senza respiro ci allontaniamo piano, come se fossimo tornati alla realtà dopo essere stati in un mondo solo nostro pieno di fiori. Ci guardiamo felici, dimenticando tutti e tutto, ci sentiamo veri, realizzati. I suoi occhi sono labirinti dai quali io non riesco ad uscire e non si possono sopratassare semplicemente le barriere con gli arbusti, troppo alte. No. Si potrebbe morire di fame, di sete, di respiri mancati mentre si è là dentro. Mi prendo la responsabilità di correre questo rischio. Ci abbracciamo ancora e ancora, forte, in preda ad una voragine infinita che racchiude i nostri sentimenti ora, prendendoci per mano e lasciando il resto da parte. Noi, in mezzo a noi. Soli insieme.

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Lei no
Mystery / ThrillerNon ho tutto chiaro, ma so per certo che ci sono persone che mi vogliono morta. Ma perché proprio io? Perché tra loro doveva esserci proprio lui? Si lui. L'unico mio grande amore. La differenza tra una storia d'amore e la vita, è che il finale non l...