8: incubi

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-Shan! Shan aiuto!- Gaia gridava mentre delle fiammate le circondavano il corpo bruciandole i vestiti e graffiandole il viso colmo di terrore. Shan correva, correva spingendosi alla massima velocità, ma Gaia era sempre più lontana, lo fissava con gli occhi che esprimevano una supplica che spezzava il cuore al povero Shan. Finalmente lui la raggiunse, ma quando la sfiorò le fiamme gliela portarono via, lei che gridava aiuto, chiedeva di essere salvata, sperava in un soccorso che Shan non riusciva a darle. Le fiamme corrosero il corpo della ragazza amata, mentre ella piangeva e urlava in preda alla paura e alla disperazione più totali. -No, non mi lasciare!- gridò Shan piangendo, gettandosi nelle fiamme che ormai avevano trascinato nell'oscurità la povera Gaia, ma lui sentiva ancora la sua voce urlare il suo nome.

Shan schizzò seduto, sobbalzando e ansimando. Era stato solo un brutto incubo, ma al ragazzo pareva di sentire ancora la voce di Gaia chiamarlo. Shan si alzò e andò alla finestra: c'era la luna piena, proprio come quella notte, la notte dove aveva sognato per la prima volta Gaia, avvolta in un bellissimo abito bianco che gli sorrideva. Era passato più di un mese dalla sua scomparsa, tutti gli dicevano di andare avanti, che lei voleva solo la sua felicità, ma Shan non ci riusciva, pensava a lei, la sognava ogni volta, vedeva Gaia ovunque, come se lei fosse lì, accanto a lui, ma non era in grado di vederla. Tasha aveva ripreso la sua vita, ma si vedeva che anche lei soffriva. Si era trasferita in un quartiere più lontano, così tornando a casa non avrebbe dovuto passare davanti alla villetta degli Horikasa, la vecchia dimora della sua migliore amica, la sua migliore amica...defunta. Tasha nemmeno parlava più con Shan, perché diceva che le ricordava troppo Gaia. Lui invece andava sempre alla ricerca di un appiglio per riuscire a vedere Gaia, a sentirla vicina, ma ormai erano poche le cose che tenevano la ragazza in vita nel suo cuore. Si rimise a letto, senza chiudere gli occhi, sperando che nella stanchezza avesse avuto una visione, la visione, QUELLA visione, ma poi il sonno ebbe la meglio sulla volontà e Shan cadde in un sonno profondo, un sonno senza sogni, composto solo da incubi.

-Gaia sono qui, vieni!- quella voce stava facendo impazzire il povero angelo, che la cercava dappertutto, per scoprirne il padrone. Era una voce così melodiosa e famigliare, che le richiamava ricordi malinconici. Gaia si aggirava per una foresta, seguendo quella voce che la chiamava, la attirava a sé come un richiamo, come se quella voce fosse parte di lei. A mano a mano che la voce si intensificava, nella mente di Gaia si facevano largo tristi ricordi legati alla sua vita da ragazza normale, quei pensieri legati a LUI, a Shan, al ragazzo che tango amava e che le mancava più di ogni altra cosa. Finalmente un volto le si materializzò dinanzi, era proprio lui: Shan Evans. Gaia gli corse incontro e lo strinse a sé, ma dopo pochi istanti il corpo caldo che teneva tra le braccia si fece freddo e scomparve. Gaia si guardò attorno, chiamando disperata. La voce ancora si sentiva nell'aria, la chiamava e lei la inseguiva. -Shan!- continuava a chiamare in lacrime, correndo a zig zag tra gli alberi della foresta. Lo cercava disperata, aveva la sensazione che se non lo avesse trovato non ci sarebbe stato un domani. La voce si affievoliva sempre più e l'angoscia si faceva largo nel cuore dell'angolo, che correva perdendo la speranza ad ogni passo. -Ti amo Shan, non andartene!- gridò per l'ultima volta, poi fu buio.

-Shan!- gridò Gaia aprendo gli occhi colmi di paura e di lacrime. Quando l'angelo realizzò che era a casa sua tirò un sospiro di sollievo. -Tutto bene?- chiese una voce. Era così famigliare che la speranza toccava nel cuore dell'angelo, che si voltò per rimanere delusa da ciò che vide. Sperava di vedere Shan accanto a lei, che le diceva che era stata solo un incubo, che lei era viva ed era al suo fianco. Invece c'era Kolyn, lì in piedi sullo stipide della porta, con il volto preoccupato. -Sì- rispose Gaia, alzandosi dal letto per sistemare le lenzuola. -Vuoi che stia qui con te?- chiese Kolyn e Gaia scosse la testa -Ho bisogno di tranquillità.- -Sé ti serve qualcosa sono qui- disse Kolyn un po' deluso dalle parole di Gaia. Sperava che ormai lei avesse dimenticato Shan, invece era arrivata a sognarselo di notte.

You are my angelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora