19: dolore

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Un fuoco ardeva in cielo, al posto del sole che di solito illuminava la Terra. Questo temibile fuoco rosso sangue era alimentato dalla disperazione di un giovane ragazzo, un ragazzo biondo, dagli strani poteri e dal cuore spezzato. Il suo nome era Shan Evans e lui aveva perso la sua amata e ora ne desiderava solo il ritorno. Il ragazzo stava semplicemente dormendo, ma qualcosa in lui era scattato, il suo potere si stava svegliando, incrementato dall'odio, dal livore e dal desiderio di riavere indietro Gaia. Shan stava sognando la sua dolce amata uscire dalle fiamme, senza le ali di angelo, con quel sorriso che lo aveva fatto innamorare. Più il sogno si allungava, più forte diventava quel fuoco che minacciava di distruggere la Terra. 

Un paio di candidi piedi si posarono sul freddo asfalto. Due luminosi occhi che parevano stelle si levarono a mirare le fiamme ardenti che avevano inglobato il freddo sole invernale. Gaia si strinse nelle spalle mentre guardava impotente quell'orribile spettacolo. -Hai paura?- chiese una voce roca e misteriosa alle sue spalle. Gaia fece un sorriso spontaneo che cancellò subito dal volto. -Non per me, ma per la gente che vive sulla Terra. Dobbiamo fermare quel fuoco- disse la giovane, mentre le fiamme si ingrandivano e si riflettevano sui suoi grandi occhi. Malakay le si affiancò e anche lui prese a guardare quello spaventoso spettacolo di fiamme. -Cosa possiamo fare?- chiese ancora l'angelo. Malakay continuò a fissare la sfera fiammante per un lungo tempo, poi scosse la testa. -Tu non farai nulla, è più sicuro. Andrò io- disse Malakay e fece per volare via, ma Gaia, maledicendo il veto, afferrò il diavolo per il polso. Malakay si voltò con un misto di stupore e terrore dipinti in volto. -Ah no, io vengo con te- esclamò l'angelo, guardando il diavolo dritto negli occhi rossi come fuoco e solo allora notò una sfumatura dorata. -Gaia...- sussurrò lui, come se ciò che stava per dire avrebbe potuto spezzarla. I due si guardarono per lungo tempo, fino a quando una vampata di fuoco non avvolse Malakay. Gaia urlò di dolore perchè le fiamme le avevano avvolto il braccio. Ritrasse l'arto e chiamò Malakay, ma in risposta ricevette un urlo disperato di quest'ultimo. -Scappa!- urlò lui. C'era amore nella sua voce. -No, voglio aiutarti!- esclamò lei, cercando di radunare tutte le sue conoscenze per trovare un modo per aiutare il diavolo. -Perchè vuoi sempre aiutare tutti?- chiese Malakay e Gaia avvertì il dolore nella sua voce. -Non lo so...è la mia natura...- sussurrò l'angelo. In realtà, c'era qualcosa di molto più forte della natura che spingeva Gaia a desiderare di aiutare il diavolo. -Uccidi Shan- disse Malakay -Fermerai l'ondata di...- La sfera di fuoco che racchiudeva Malakay svanì, portandosi il diavolo con sè. Gaia proruppe in un urlo disperato, ma a quanto pareva il diavolo era sparito. -Ma guarda, il nostro amichetto ha fatto le valigie- disse una voce femminile e beffarda alle spalle di Gaia. -Riportalo indietro!- urlò l'angelo con le lacrime che le rigavano il volto. Una pioggia violenta prese a cadere e le fiamme della sfera che si era portata via Malakay si spensero. -Non immaginavo che sarebbe stato così facile per te dimenticare quell'umano- disse Mikyo con voce sempre più beffarda. -Io...non ho dimenticato Shan, ma...rivoglio Malakay, ho bisogno di lui- disse Gaia, mentre la pioggia si intensificava. -Ah davvero? E sentiamo, perchè avresti bisogno di lui?- chiese Mikyo con un sorrisetto detestabile. Gaia abbassò lo sguardo. -Per salvare Shan- disse poi rialzando il capo. -Oh- rise Mikyo -Solo per questo? Non sarà anche perchè tu lo ami?- Gaia perse totalmente il controllo. Il suo corpo brillò improvvisamente di un'intensa luce dorata e l'angelo sprigionò un'incredibile e devastante energia che avvolse tutto quello che la circondava. Quando la luce si spense, Mikyo era a terra, inerme, con le ali e le corna prive di quella sinistra luce rossa e tutt'intorno sul terreno era raffigurato un'antico simbolo arcaico: una stella a dieci punte e su ogni punta compariva una stella più piccola. All'interno degli spazzi delle punte comparivano strani ghirigori che parevano scritte di una lingua antica. Gaia, spaventata da quella scena, spalancò le ali e si librò in volo fino al Paradiso, mentre la pioggia si spegneva e le fiamme della morte si riaccendevano. 

Mikyo riaprì gli occhi parecchio tempo dopo. Si trovava al centro di quello strano simbolo e questo parve spaventarla. Provò a uscire, ma era imprigionata nel cerchio da dove partivano le dieci punte. Sentiva che i suoi poteri erano annullati e solo allora realizzò che quel simbolo era lo stesso di cui si erano serviti i gli angeli secoli prima per segregare il Signore Diavolo. Mikyo si agitò per un tempo che le parve infinito, fino a quando una voce un tempo amata e ora disprezzata non le parlò. -Calmati, sono qui solo per aiutarti- disse Kolyn, avvicinandosi al simbolo, ma Mikyo notò che anche lui ne era spaventato. -Chi è stato?- chiese poi. Mikyo non rispose. Stava combattendo una lotta interiore: una parte di lei desiderava che Kolyn le restasse accanto e l'aiutasse, un'altra parte desiderava solo distruggere l'angelo che le aveva spezzato l'aureola. Infatti, fu proprio Kolyn a spezzare l'aureola di Mikyo quando questa decise di diventare un diavolo. La giovane ricordava fin troppo bene quel momento: Kolyn le aveva afferrato il disco lucente e lo aveva estratto dall'asse, mostrandolo a Mikyo e, davanti agli occhi distrutti dell'ex angelo, spezzò l'aureola senza espressione alcuna dipinta in volto. Mikyo tornò alla realtà e realizzò che a vincere era stata la parte che desiderava avere Kolyn accanto. -Mia sorella, è stata lei...- sussurrò Mikyo e, per la prima volta da quando aveva assunto le corna e le ali da diavolo, provò disgusto per le sue azioni e dispiacere per la sorella. Aveva così tanto desiderato la distruzione degli angeli che non aveva pensato di distruggere anche la sorella. Una lacrima le rigò il viso e il disegno sul suolo svanì. -Mikyo- sussurrò Kolyn e lei lo guardò. -Hai le ali- disse lui e lei sorrise. -Da quando sono morta- rispose lei e lui scosse la testa in un cenno impercettibile. -No, sono bianche- disse lui indicandola -Mikyo, stai mutando- A quelle parole Mikyo non potè che provare gioia. Stava mutando, stava tornando a essere un angelo!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 12, 2016 ⏰

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